Domenica 12 luglio, il
Ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian ha ufficializzato la decisione del
Governo di lanciare una nuova operazione antiterrorismo nella fascia del Sahel
in sostituzione della missione Serval, avviata nel gennaio 2013 per supportare
l’Esercito del Mali nella lotta all’insorgenza jihadista nel nord del Paese. La
nuova missione, denominata “Operazione Barkhane”, intende costituire uno
strumento di più ampio contrasto al terrorismo e all’instabilità regionale e
potrà contare su un notevole dispiegamento di uomini e mezzi (3000 soldati, 200
blindati, 20 elicotteri, 10 aerei da trasporto tattico, 6 caccia e 3 droni da
ricognizione) in partenariato con i Paesi della regione. Infatti, i militari
francesi, che opereranno dalle basi di Niamey in Niger e N’Djamena in Ciad,
affiancheranno gli Eserciti di Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad.
Risulta particolarmente rilevante come, nonostante il quartier generale del
“operazione Barkhane”! sia stato istituito a N’Djamena, l’Eliseo abbia
mantenuto la maggioranza delle proprie forze (1000 soldati) a Gao, nel nord del
Mali, dando un forte segnale di continuità nel sostegno militare e politico a
Bamako, soprattutto in vista dell’accordo militare tra i due Paesi che potrebbe
concedere a Parigi la base settentrionale di Tessalit, punto strategico di
controllo per l’Africa nord-occidentale. In questa prospettiva, il rinnovato
impegno francese potrebbe essere volto a riconfermare il suo ruolo centrale
nello scacchiere africano e a dissipare le critiche interne riguardo al
disinteresse della classe dirigente nei confronti delle ex-colonie e della
minaccia terroristica fuori dai confini nazionali. A questo proposito, un
intervento ad ampio spettro per stabilizzare la fascia sahelo-sahariana si è
reso necessario soprattutto alla luce degli effetti della crisi maliana del
2012. Infatti, benché in maniera latente, l’insorgenza dei Tuareg e delle
organizzazioni ! jihadiste affiliate ad Al-Qaeda continua ad andare avanti,
come testimoniato dai recenti attacchi suicidi a Gao e Kidal. In questo senso,
i costanti rischi di radicalizzazione salafita dei gruppi ribelli rappresenta
una seria minaccia per la sicurezza dell’intera regione, già affetta dai
fenomeni dei traffici illeciti e della criminalità organizzata difficilmente
arginabili dai governi locali.
Fonte CESI News letters 152
SAVE THE DATE 16 GENNAIO 2025 ORE 15 RECANATI
-
La Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro
promuove il conferimento dell'Emblema Araldico, su proposta della
Federazione ...
1 giorno fa
Nessun commento:
Posta un commento