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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

sabato 5 settembre 2015

Russia: ridimensionata la politica estera

Russia
Brics e Sco: le ambizioni, frustrate, di Vladimir Putin
Antonio Armellini
29/08/2015
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Vladimir Putin ha cercato di cogliere l’occasione della sua duplice presidenza nel 2015 del Vertice dei cinque Brics (Brasile, Cina, India, Russia e Sud Africa) e della Shanghai Cooperation Organisation - Sco (un’organizzazione economica e di sicurezza fondata da Russia e Cina con i paesi centro-asiatici circonvicini), per rilanciare il pivot to Asia di Mosca e mettere a punto con Pechino una linea che, limando le aree di contrasto, perseguisse l’obiettivo reciprocamente vantaggioso di ridimensionare l’influenza americana.

La violenza inattesa della crisi della Borsa cinese si è tuttavia sommata alla debolezza russa nel ridimensionarne le ambizioni.

Il nuovo Grande Gioco
Fra i palazzi e gli alberghi tirati su in fretta e furia per ospitare Xi Jin Ping, Narendra Modi, Hassan Rouhani e gli altri capi di Stato nella sin qui semisconosciuta città di Ufa, capitale della remota Repubblica russa del Bashkortostan, si è respirata un’aria da “grande gioco”.

Non quello di Rudyard Kipling, con cui nell’Ottocento Francia e Russia cercavano di contrastare in Oriente l’avanzata britannica in Asia e di mantenere in catalessi la Cina, bensì un gioco in cui le carte si invertivano e Russia e Cina si incrociavano muovendo da Oriente verso Occidente.

I Brics sono ancora alla ricerca di un’identità: l’idea di dare vita ad un asse Sud-Sud alternativo rispetto a quello tradizionale Nord-Sud dei rapporti economici mondiali è andata sbiadendo, mentre sul piano politico le posizioni si sono semmai divaricate, aldilà dell’omaggio rituale ad un terzomondismo d’antan.

Le pressioni di Putin per dare una veste politica più strutturata ai Cinque ed ottenerne l’appoggio ad esempio sull’Ucraina non sono andate lontano: Mosca ha mostrato del resto di avere più di una idea confusa, se è vero che avrebbe avanzato l’idea di una adesione della Grecia che, a parte strumentalizzazioni tanto improbabili quanto trasparenti, con l’asse Sud-Sud del mondo ha davvero assai poco a che fare.

Le crepe del capitalismo autoritario cinese non erano ancora del tutto evidenti a Ufa ma la debolezza del pilastro economico, che avrebbe dovuto essere l’altro asse portante del Vertice, ha inciso sui suoi risultati.

I Brics hanno lanciato la New Development Bank, Ndb, voluta da Mosca in concorrenza con la Aiib, la Banca di Sviluppo Asiatica promossa dalla Cina, ma l’ambizione di creare una alternativa al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale è rimasta sulla carta in presenza di fragilità diverse nella natura, ma simili nelle implicazioni.

Più differenze che similitudini
La Sco ha a differenza dei Brics una vera e propria struttura e ai sei membri originari si sono aggiunti, come osservatori, quasi tutti i paesi della regione: al suo interno si situano i punti di intreccio reali degli interessi contrapposti dei due Paesi.

Mosca si è adoperata per l’ammissione di India e Pakistan, al fine di recuperare spazi di mediazione in questo confronto tenendo un occhio sui rapporti fra Delhi e Pechino.

Per la Cina, una Sco allargata verso Sud e Ovest appare come la via per dare più forza politica alla “nuova via della seta” con cui intende assicurarsi l’accesso ai mercati mondiali che contano, cortocircuitando la Russia e controllando al tempo stesso l’India, che teme l’accerchiamento ma deve fare i conti con la diminuita presenza americana in un’area vitale per i suoi interessi, come l’Afghanistan.

L’imprevista debolezza cinese ha reso più facile la mediazione al Vertice fra le reciproche posizioni, ma i problemi di fondo sono rimasti inalterati. A Ufa era anche presente la Eurasian Economic Association (Eea), una organizzazione con cui Mosca ha cercato di unire quel che resta delle vecchie repubbliche sovietiche in una zona economica integrata, dalla Bielorussia al Kyrgyzistan.

Per la Russia l’Eea rappresenta la garanzia di un corridoio sicuro con l’Oriente attraverso l’Asia centrale e può entrare nel gioco tattico di influenze con la Cina, visto che la maggioranza dei suoi membri partecipa anche alla Sco.

Equilibri in spostamento e latitanze europee
Il nuovo “grande gioco” si estende dall’Asia centrale all’Afghanistan, dove i cinesi usano la carta pakistana e i russi cercano un raccordo con l’India, e i punti d’incrocio sono molti. Sino all’Iran, dove entrambi attendono di vedere come evolveranno i rapporti fra il regime degli ayatollah e gli Stati Uniti.

L’accordo sul nucleare civile obbligherà Mosca a una rivisitazione della sua politica nell’area, mentre ciò che conta per Pechino è la possibilità di un accesso non contestato: ad entrambi conviene tuttavia un Iran stabilizzato internazionalmente ed è per tale ragione che non si sono discostati dal quadro negoziale dell’occidente.

In un simile scenario, che conferma ancora una volta come l’asse degli equilibri mondiali si muova velocemente verso l’Asia, gli Stati Uniti seguono con attenzione e dall’Iran partirà verosimilmente un ripensamento della scelta di disengagement dalla regione.

E l’Europa? Lontana e sempre meno rilevante; è questa la cosa di cui, distogliendo di quando in quando l’occhio dal nostro ombelico, dovremmo preoccuparci di più.

Antonio Armellini, Ambasciatore d’Italia, è commissario dell’Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO).
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