| ||||||||
E alla fine governo fu. Dopo un lungo processo di negoziazione il Congreso ha finalmente eletto Mariano Rajoy capo del governo. Il leader del Partito popolare, Pp ha poi giurato di fronte al re e per giovedì prossimo è previsto l'annuncio della squadra del nuovo governo.
Fondamentale astensione del Psoe Nessuna illusione però, l’esecutivo che nascerà non avrà vita facile. Rajoy è stato eletto con la sola maggioranza semplice grazie al sostegno dei liberali di Ciudadanos, degli indipendentisti canari e alla fondamentale astensione del Partito socialista, Psoe, che si è comunque in parte diviso al momento della votazione in aula. Contrari, Podemos, gli indipendentisti baschi e catalani. Ciudadanos, nonostante la fiducia a Rajoy, ha comunque già annunciato che non sosterrà il nuovo governo, che sarà dunque composto esclusivamente da membri del Ppe che dovrà di volta in volta trovare il compromesso per approvare le leggi. Da parte sua, il neo premier ha annunciato che non pretenderà un “assegno in bianco”, ma che “offrirà dialogo”. Una situazione del tutto nuova rispetto al passato, quando i governi mono partitici avevano vita facile in seno al Congreso e il compromesso andava tutt’al più trovato all’interno del partito. Rajoy ha vinto perché a differenza dei suoi avversari è sempre riuscito a mantenersi in sella al Pp, che a sua volta ha dimostrato unità e coesione. Caratteristiche che sono mancate al Psoe, lacerato all’interno da una guerra intestina culminata con le dimissioni della maggioranza dei membri dell’esecutivo che ha portato alle defenestrazione del segretario Pedro Sánchez, fermo sul no a Rajoy. Come se non bastasse, al momento della votazione della fiducia, il Psoe si è ulteriormente spaccato con 15 deputati, di cui sette catalani che hanno votato contro. Podemos unico partito di opposizione vera Chi sicuramente non appoggerà Rajoy è Unidos-Podemos, il cui leader Pablo Iglesias, alias El Colete, ha organizzato il giorno stesso della votazione della fiducia una manifestazione di protesta vicino al Congreso. Iglesias stesso ha i suoi grattacapi interni al partito da risolvere. Mentre El Coletesarebbe più aperto a un “compromesso storico” alla spagnola con lui stesso nel ruolo di leader unico della sinistra spagnola, il suo secondo, Íñigo Errejón, vorrebbe aprire il movimento a una linea più trasversale ed inclusiva che raccolga il diffuso malcontento. Le azioni di Up restano però ancora legate all’evoluzione interna ed esterna del Psoe nei mesi a venire. Molto dipenderà da chi guiderà i socialisti e dal tipo di appoggio che garantiranno a Rajoy. Se il nuovo Psoe andrà verso il centro e appoggerà Rajoy in alcuni passaggi chiave allora potrebbe compromettersi a sinistra spostando parte del consenso dell’elettorato socialista insoddisfatto verso Podemos, che rimarrebbe l’unica alternativa di governo di sinistra. Costituzione, la migliore alleata di Rajoy In ogni caso, in tempi brevi Rajoy rappresenta l’unica alternativa di governo per la Spagna. Se l’esecutivo nascerà debole, il migliore alleato per ora sembra essere la Costituzione. Il meccanismo della sfiducia costruttiva (moción de censura constructiva) obbliga il Congreso a presentare la mozione di sfiducia contenente al suo interno il nome del candidato a nuovo primo ministro. Considerato l’attuale panorama politico e le distanze inconciliabili tra i vari partiti, lacensura constructiva rimane un’alternativa improbabile se non impossibile. Inoltre, la Costituzione garantisce al primo ministro il potere di sciogliere anticipatamente le Cortes e indire nuove elezioni. Un’alternativa che spaventa non solo il lacerato Psoe, ma anche Ciudadanos, che pare stia scontando in termini di consenso l’appoggio concesso all’investitura di Rajoy. Come già avevo sostenuto in un precedente articolo pre-elettorale su AI, il problema rimane legato non tanto alle dinamiche istituzionali, che come accennato in precedenza garantiscono una certa stabilità al governo, ma bensì al sistema partitico e alla sua capacità di adeguarsi e abituarsi al nuovo scenario politico quadripartitico che obbliga al compromesso e a governi di coalizione. Psoe e Ciudadanos, astenendosi il primo e votando a favore il secondo, hanno dimostrato di aver in parte capito la “lezione tedesca”. Tuttavia, ritorni elettorali di breve periodo e lacerazioni intestine sembra li abbiano costretti ad osteggiare compromessi di lungo lungo termine. E primo banco di prova del nuovo governo sarà l’approvazione della finanziaria, argomento sul quale trovare un compromesso sarà ancora più difficile del solito, considerato anche che il Psoe ha già annunciato che voterà contro. La Spagna avrà finalmente un governo? Per circa un anno è stata questa la domanda che i leader europei, la Commissione e soprattutto i cittadini spagnoli si sono posti. Federico Delfino è stagista dell’area Europa dello IAI. | ||||||||
SAVE THE DATE 16 GENNAIO 2025 ORE 15 RECANATI
-
La Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro
promuove il conferimento dell'Emblema Araldico, su proposta della
Federazione ...
1 giorno fa
Nessun commento:
Posta un commento