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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

sabato 30 marzo 2024

22 Febbraio 2022. il Mondo Cambia

 


Fonte: LIMES, rivista di geopolitica, n.4 del 2022.

 

La carta da una idea della situazione a fine aprile 2022 come “’operazione” russa in Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022,  nella incredulità generale nell’Occidente ancora avvolto nella nebbia geopolitica in Europa orientale, non si stia rilevando un successo. L’Ucraina è presentata a tre colori, il verde l’Ucraina occidentale, il rosa l’ucraina orientale. In giallo i territorii che la Russia dal 2014 ad oggi ha conquistato bell’indifferenza occidentale. 1) Repubblica popolare di Luhans , 2) repubblica popolare di Donec’k, Crimea, annessa senza colpo ferire nel 2014, e la Transnistria, ove è stanziata dalla caduta della URSS la XIV Armata Sovietica, ora russa. In Viola i territori che sono stati conquistati e controllati durante l’”operazione”, con indicate le direttrici di avanzata. Per Putin, che è al potere dal 31 dicembre 1999 è un semplice passaggio sulla via per ridare alla Russia un ruolo mondiale. Al suo interno ha trovato l’appoggio del Patriarca Kirill, capo della chiesa cristiana ortodossa che nutre sentimenti e considerazioni sull’Occidente veramente curiosi: per il Capo ortodosso l’Occidente sta deviando o ha già deviato dalle leggi naturali stabilite da Dio ( un altro della lunga serie che parla a nome di Dio) “il tutto banalizzato in una isteria secondo la quale in Occidente ci sarebbe di fatto un test per provare la propria lealtà al potere, una sorta di passaggio indispensabile per entrare in un mondo di sola apparente “libertà”, un mondo “felice” un mondo di consumi eccessivi.”[1] E in che cosa consisterebbe questo test? La prova è molto semplice ed allo stesso terrificante: una sfilata del Gay Pride.[2]

Su queste basi, si continua, Per Kerill Putin è “ un dono di Dio”. “Basta leggere il discorso dai toni apocalittici pronunciato dal patriarca il 6 marzo 2022 “ Quello che sta accadendo oggi (…)non è solo questione di politica (…) ma di salvezza dell’uomo, del suo posto alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come Giudice e autore della creazione”[3] In un paese dove il Capo dello Stato è al potere da venti anni, e ci starà fino al 2036 se non farà un'altra legge che prolunga la permanenza, in cui vige una legge che chi “dissente” prende 15 anni di galera, si può ascoltare di tutto dai parti dei Capi Civili e Religiosi. Ma ancora non siamo sotto il loro potere, anche se notevoli sforzi sono stati fatti  da molto leaders occidentali per creare le situazioni russe e quindi ancora qualche barlume di desiderio possiamo esprimerlo. IL primo desidero è quello di capire ed essere informati, ma non in modo diretto, ma di sapere chi sta con chi, chi è pagato per, che cosa si vuole per la nostra comunità. Tutti voglio il bene del popolo, iniziando da Dio e dai suoi intermediari, per passare ai leaders politici ed economici. In realtà ci stiamo sempre più impoverendo sia moralmente che materialmente, senza un futuro, con la guerra in casa, con la disinformazione costante in un diluvio di notizie, sempre più soli. Una geopolitica che ci chiama a delle sfide, ma vedendo la cartina dell’Ucraina occorre ben ponderare il proprio agire, in quanto per anni abbiamo visto un “fair play” delle democrazie nei confronti di un Putin che nella sua parobola ventennale è arrivato al tragico errore di ogni dittatore: una guerra tanto insensata quanto in definitiva criminale e dalla quale rischia di uscirne stritolato. Ci sono voluti 6 anni di guerra per sconfiggere il Nazismo; ci sembrava che il mondo avesse appreso la lezione.



[1] Giuseppe Sacco, Perché Putin non crede più nell’Occidente, in LIMES, , Il Caso Putin, n.4/ 2022. Pag. 107.

[2] J.B.Poulle, La guerre sainte de Poutine, Le Grand Continent, marzo 2022. Cit.

[3] Giuseppe Sacco, Perché Putin non crede più nell’Occidente, cit.

martedì 19 marzo 2024

Rivista QUADERNI, Anno LXXXIV, Supplemento XXXI, 2023, n.4, Ottobre - Dicembre 2023, 30° della Rivista


la Rivista può essere chiesta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org


 

lunedì 18 marzo 2024

Terrorismo La Minaccia jihadista in Italia ed In Europa. Nota

 Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica Relazione 2023

La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza della Repubblica, che ogni anno entro il 28 febbraio, deve essere presentata al Parlamento e quindi ai cittadini italiani  riflette diversificata gamma alla sicurezza nazionale, che dalla prospettiva dell’intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023. La Relazione poi evidenzia le principali direttive di intervento lungo le quali gli Organismi informativi  hanno operato a tutela degli interesse nazionali in aderenza ai principi costituzionali.

La Relazione tratta nel  terzo capitolo del terrorismo jihafista sia in Italia che in europa, nel quadro generale della minaccia di questo genere  a livello globale trattata nel secondo capitolo

 Segue poi un ampia gamma di informazioni infografiche. utili per comprendere l'entità del fenomeno

La Relazione è disponibile sui siti governativi e può essere chiesta alla Emeroteca del CESVAM alla email: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

sabato 9 marzo 2024

Politica Militare russa e invasione dell'Ucraina

 

Antonio Trogu

Nel 2022 la situazione geopolitica  in Europa si e’ modificata, e l’auspicata integrazione della UE nel centro del continente con una transizione post-sovietica ad est e’ al momento in bilico. Nel marzo del 2014 l’annessione alla Russia della Crimea, che dal 1954 era parte dell’Ucraina , ed il conflitto nel Donbass hanno messo in forse quelli che erano i confini post-sovietici ed hanno portato all’invasione della Ucraina.

Negli ultimi anni prima dello scoppio del conflitto ucraino, vi e’ stata una crescente  propensione filo occidentale di molti paesi ex sovietici che ha creato forti tensioni con la Russia anche perché si sottraevano  al privilegiato rapporto politico economico e questo andava contro al progetto di unione euroasiatica.

La nascita di un governo ucraino dichiaratamente antirusso e filo occidentale confinante con la russia andava contro l’idea di spazio post sovietico a guida russa.

All'alba del 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dato l'ordine di invadere l’Ucraina, decisione presa poco dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass situate in territorio ucraino, Donetsk e Lugansk, e l'invio di truppe con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping. Questo nonostante il Memorandum di Budapest in accordo del quale in cambio del disarmo nucleare dell’Ucraina, la Russia prometteva di rispettare i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Dunque anche la Crimea era riconosciuta dalla Russia stessa come parte del territorio sovrano ucraino.

Gli Usa (Bill Clinton) e Regno Unito (John Major) diedero la garanzia internazionale di vigilare sulla inviolabilità dei confini dell’Ucraina. La stessa formula venne applicata anche a Bielorussia e Kazakistan. Essendo un memorandum e non un trattato, non era legalmente vincolante. Ma era comunque un impegno formale e scritto.

La Russia ha invaso l'Ucraina con circa 150.000 soldati; prima dell'invasione, manteneva circa 30.000 soldati nelle aree dell'Ucraina occupate dal 2014. Nel settembre 2022, il governo russo ha chiamato 300.000 riservisti al servizio militare attivo per sostenere la guerra in Ucraina. Nel novembre 2022, il presidente PUTIN ha firmato un decreto che consente ai russi con doppia nazionalità e a quelli con status di residenza permanente in paesi stranieri di essere arruolati nell'esercito per il servizio militare.

La Bielorussia, dalla quale Putin cerca di avere un supporto militare, anche non partecipando al momento con proprie truppe,  è nella realtà parte in causa nel conflitto,  ad ottobre dello scorso anno ha autorizzato il transito delle forze russe dirette nella parte nord dell’Ucraina confermando così di essere  un Paese satellite della Federazione Russa.

Il 10 Ottobre 2022, secondo quanto  riferito dal presidente bielorusso Lukashenko, i presidenti di Russia e Bielorussia hanno concordato lo schieramento di un gruppo regionale congiunto di truppe, Russe e Bielorusse, al confine con l’Ucraina. Il timore dell’Ucraina riguarda la possibilità che il confine settentrionale diventi porta di accesso per le forze russe costringendo così lo spostamento diparte delle forze ucraine a nord.

Altro aspetto da sottolineare riguarda il referendum farsa, non riconosciuto dall’occidente, che ha modificato la Costituzione cancellando lo status di Paese non nucleare e permettendo il dispiegamento di armamenti nucleari sul proprio territorio.

Putin ha bisogno di truppe in una fase delicata dal conflitto e potrebbe attingere da quelle dell’alleato a lui più vicino ed a lui subordinato ma occorre considerare che il conflitto in Ucraina tra i bielorussi non è popolare, come del resto in seno all’opinione pubblica non è affatto popolare lo stesso Lukashenko, che ha superato l’ondata di proteste successive alla presidenziali del 2020 solo grazie all’aiuto di Mosca.

A quasi un anno dall’inizio del conflitto, quella in Ucraina sembra essere sempre più una guerra di logoramento, la Russia si trova in una fase delicata del conflitto, quella che avevano ipotizzato essere una operazione veloce si è rivelata un pantano con l’offensiva bloccata ed una ingente perdita di uomini e mezzi.   Sebbene la scarsità di rifornimenti e munizioni stia ostacolando in modo decisivo l’avanzata delle forze russe, Putin non dà segni di voler scendere a compromessi.

Anche la politica interna della Russia ha avuto un cambio di passo, con gli emendamenti alla costituzione approvati nel 2020, consentono un secondo mandato consecutivo di 6 anni per il presidente eletto direttamente con voto popolare a maggioranza assoluta. Inoltre per le elezioni presidenziali del 2024 i precedenti mandati presidenziali non vengono considerati. Questo vuol dire che l’attuale presidente, Putin , potrebbe essere rieletto fino al 2036.  

 (aggiornamento sinossi Modulo 8 Politica Militare Comparata)