Europa

Cerca nel blog

Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 15 ottobre 2014

Germania e Francia, asse d'Europa?

Industria europea della difesa 
Difesa, fusione franco-tedesca alle porte
Alessandro Ungaro
19/09/2014
 più piccolopiù grande
Pochi giorni dopo, il 4 luglio, si sarebbe giocato il primo quarto di finale del mondiale 2014. Con una vittoria sui francesi grazie ad una rete segnata da Hummels, i tedeschi passano alle semifinali, per poi aggiudicarsi il quarto titolo mondiale nella finale contro l’Argentina.

Chissà se tre giorni prima a Parigi, Frank Haun, Amministratore delegato (Ad) della tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) e Philippe Burtin, Ad della francese Nexter, avevano scommesso sul possibile risultato della partita quando si sono incontrati per sottoscrivere una dichiarazione d’intenti per avviare le procedure per una possibile fusione tra le due aziende.

Ancora Francia - Germania 
Entrambe industrie della difesa specializzate nel settore degli armamenti terrestri, sia la Kmw che la Nexter sono celebri per aver sviluppato rispettivamente i carri da combattimento Leopard e Leclerc.

La fusione porterebbe ora alla creazione di una holding da circa 2 miliardi di euro di turnover, un portafoglio ordini da 6.5 miliardi e circa sei mila dipendenti, il cui azionariato sarebbe diviso in modo paritetico al 50% tra i due soci.

E rappresenterebbe innanzitutto un importante passo in avanti verso una maggiore razionalizzazione dell’industria europea della difesa nel settore terrestre, da sempre caratterizzato da un elevato livello di frammentazione e duplicazione, sia dal lato della domanda che dell’offerta.

La data ultima per finalizzare l’accordo è stata fissata per gli inizi del 2015, ma le due aziende sono sottoposte a un processo di “due diligence”. I programmi futuri verrebbero gestiti in modo congiunto ma alcuni, come i veicoli blindati francesi nell’ambito del programma Scorpion, sono stati limitati alle sole aziende francesi, senza quindi passare attraverso un meccanismo competitivo attraverso l’applicazione della Direttiva 2009/81.

A questo proposito si può supporre che, con la motivazione dell’imminente avvio del processo di fusione, il governo francese abbia preferito assicurarsi che l’attività sia svolta in Francia, avvalendosi delle deroghe ex art. 346 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea a tutela degli interessi essenziali di sicurezza connessi con la produzione di armamenti o materiali, ma di fatto aggirando l’applicazione della Direttiva. Ma un’altra ragione potrebbe essere quella di aver voluto caricare il portafoglio di Nexter al fine di raggiungere l’equilibrio con Kmw.

Verso la ristrutturazione del comparto europeo?
Al di là di queste e altre criticità che si annidano soprattutto nel post-fusione, ci sono buone probabilità che si porti a compimento un processo sinergico e complementare, in grado di sfruttare pienamente l’economie di scala per rispondere alla costante riduzione in Europa delle spese per la difesa, in particolare per le attività di ricerca e sviluppo.

Secondo alcuni esperti, a favore dell’intesa vi sarebbero una serie di fattori incoraggianti. In primis, le dimensioni dell’accordo, i cui risvolti politici ed economico-finanziari sono molto meno ambiziosi rispetto a quelli relativi alla fallita fusione tra l’inglese Bae e l’allora Eads (ora Airbus Group).

In seconda battuta, l’azienda tedesca soffre di una mancata diversificazione del portafoglio e, sebbene abbia incontrato successo nei mercati internazionali, la competizione a livello globale si fa sempre più serrata mentre le politiche all’export tedesche sempre più stringenti.

Nexter, dal canto suo, vanta una maggior presenza e diversificazione nel mercato europeo, mentre la sua proiezione internazionale stenta a decollare. Inoltre, affinché il progetto vada in porto, la società francese dovrà essere completamente privatizzata con un potenziale beneficio finanziario per la casse dello Stato.

Implicazioni per Finmeccanica e Italia 
L’eventuale fusione tra le due aziende costituisce solo uno dei tasselli di un mosaico, quello dell’industria europea della difesa, ancora in fase di ristrutturazione e il cui processo, sebbene spesso macchinoso, potrebbe subire inattese accelerazioni proprio alla luce di iniziative nate e concepite all’interno della realtà industriale poi avallate e legittimate con un forte supporto politico.

Altri attori europei attivi nel settore terrestre - a partire da Rheinmetall fino a alla stessa Finmeccanica - dovranno ripensare le loro posizioni e strategie industriali nonché prendere atto che un maggior consolidamento risulta quanto mai necessario. Altri operatori si stanno muovendo in questa direzione.

Nel campo spaziale si è già cominciato a rimescolare le carte in tavola, prima con la joint-venture nel segmento dei lanciatori tra Airbus e Safran, poi con alcune dichiarazioni francesi che vedrebbero positivamente un riavvicinamento tra Thales Alenia Space e Airbus nel comparto satellitare.

Il trend sembra quindi positivo: spazi di manovra e opportunità ci sono e i tempi per una svolta appaiono più maturi rispetto al passato. Il rischio per l’Italia è quello di restare tagliata fuori da questa nuova fase del processo di consolidamento dell’industria europea della difesa.

Proprio in questi segmenti l’industria nazionale non ha le dimensioni sufficienti per poter continuare a competere sul mercato internazionale e l’immobilismo che l’ha caratterizzata negli ultimi anni rischia di relegarla ai margini del processo in corso. Ma per il sistema paese Italia è una partita che non può e non deve essere persa.

Alessandro R. Ungaro è ricercatore del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @AlessandroRUnga).
  - See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2809#sthash.Ikt5Xltr.dpuf

Nessun commento: