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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 31 maggio 2017

Euroscettici del Nord

Populismi d’Europa
Finlandia: euroscettici di governo a un bivio
Gianfranco Nitti
08/06/2017
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L’esito delle recenti elezioni amministrative di aprile in Finlandia ha contribuito a evidenziare il calo progressivo di consensi per il Partito dei Finlandesi (Ps, già Partito dei Veri Finlandesi), forza nella coalizione di governo di centrodestra a Helsinki che tra pochi giorni celebra il congresso.

Il Ps è in qualche modo riconducibile alla galassia euroscettica e ‘populista’ che si è evoluta in Europa nell’ultimo decennio: è bene, tuttavia, puntualizzare che le differenze e le sfumature tra i movimenti ed i partiti europei detti ‘populisti’ sono tali e tante che non è lecito assimilarli in uno schema unico.

Alle elezioni politiche del 2015, il Partito dei Finlandesi aveva riscosso un indubbio successo, collocandosi, col 17,7%, al secondo posto nello scenario partitico del Paese, dopo aver raggiunto il 19% nel 2011. Nell’ultima tornata, tuttavia, ha raccolto appena l’8,8% dei consensi, dimezzando il risultato e perdendo anche il 3,5 % rispetto al bottino delle comparabili amministrative del 2012.

Gli altri due partiti dell’attuale coalizione di governo di centrodestra, il Partito di Centro e quello di Coalizione Nazionale, con rispettivamente il 17,5 ed il 20,7 %, lo hanno relegato al terzo posto nell’alleanza; ma, fuori dalla coalizione, il Ps è sceso addirittura in quinta posizione, preceduto dai socialdemocratici e dai verdi.

Soini, il leader esce di scena
Portato il Ps nel governo formatosi due anni fa, il suo ventennale leader Timo Soini è divenuto ministro degli Esteri, ma ha perso per strada il supporto di tanti elettori che lo avevano originariamente sostenuto, anche per i compromessi cui si era dovuto adeguare rispetto all’originaria posizione sui salvataggi dei migranti e sull'immigrazione; compromessi che si sono rivelati profondamente impopolari nella sua base elettorale che si è per questo parzialmente indirizzata verso altri partiti.

Approssimandosi il congresso del partito - il 10 ed 11 giugno a Jyväskylä -, Soini ha dichiarato di voler lasciare le redini ad altri: i papabili per la guida del partito sembrano essere il capo del gruppo parlamentare Sampo Terho ed il parlamentare europeo Jussi Halla-aho, con la sua dura linea anti-immigrazione ed anti-islamica. Soini ha filosoficamente motivato questa brusca inversione di marcia del suo partito col fatto che prima o poi cominciano le discese, dopo tante scalate…

L’aspirante leader Halla-aho, in una recente intervista, ha sintetizzato la sua ricetta per risollevare le sorti del partito, rendendolo più ligio ad una politica tipo ‘prima la Finlandia’, sulla linea trumpiana di ‘America First!’, ma anche incoraggiando il dibattito critico interno - unico modo, secondo lui, di far evolvere il Ps. Taluni commentatori politici osservano come per i partiti cosiddetti populisti sia difficile reggere di fronte alle difficoltà di governo: questo non tanto per le connesse responsabilità, ma perché si finisce per perdere il carattere di dirompenza, diventando, agli occhi dei sostenitori, parte dell’élite.

Dilemma piazza o palazzo
Il Ps deve ora affrontare una ripida salita per recuperare elettori. Può scegliere un leader moderato che segua le orme di Soini, rimanendo al potere e registrando la crescente disillusione di molti dei suoi sostenitori, oppure indirizzarsi verso opzioni più estreme ma essere emarginati.

Il Partito dei Finlandesi deve ancora mantenere importanti promesse come l'eliminazione delle tasse sulle automobili e ha dovuto accettare il sostegno di un terzo pacchetto di salvataggio per la Grecia. È stato anche indebolito da eventi fuori dal suo controllo, andando al potere nel bel mezzo di una crisi economica e durante il più grande afflusso di richiedenti asilo nella storia finlandese.

Un irrigidimento nelle sue posizioni iniziali anti-Unione europea ed anti-migratorie potrebbe relegare il Ps in una sterile opposizione mentre un rilassamento delle stesse, come avviene ora, potrebbe far proseguire l’emorragia di consensi. Si tratta di un bivio che può considerarsi classico, cui prima o poi si trovano davanti i partiti europei simili al Ps. Il cambiamento di leadership previsto per metà mese potrebbe accentuare quindi l’inclinazione euroscettica del partito, destabilizzando il governo stesso.

Il Ps ha basato le proprie politiche su una miscela di nazionalismo, anti-immigrazione, discriminazione, antiglobalismo e simili, e però ha praticato l'opposto quando ha raggiunto una posizione governativa. Non si può essere sicuri di quale politica stia sostenendo oggi perché i suoi rappresentanti sembrano incoraggiare malcontento e ribellione nei propri ranghi, forse per dimostrare di rappresentare ancora molti elettori.

Si tratta della classica situazione sintetizzata acutamente da tanti proverbi tipo ‘tra il dire e il fare’, o ‘hai voluto la bici?...’. La difficoltà resta sempre quella di trasformarsi da ‘populisti’ in ‘popolari’.

Gianfranco Nitti è giornalista, corrispondente di mass media finlandesi dall’Italia.

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