Elezioni europee 2014 Tornado Tsipras su Bruxelles Giampiero Gramaglia 28/02/2014 |
Il Parlamento europeo dell’VIII legislatura sarà più polarizzato dell’attuale: i gruppi delle tre tradizionali maggiori famiglie politiche europee, liberali, popolari e socialisti, dovrebbero occupare i due terzi dei 751 seggi, mentre quasi tutto il terzo restante andrà a formazioni portatrici di visioni euro-critiche o euro-scettiche.
La corsa alla presidenza della Commissione europea, che vede in lizza candidati di ogni tendenza, personalizza il confronto e potrebbe contribuire a incoraggiare la partecipazione. E, in Italia, cresce il sostegno al leader greco di Syriza, Alexis Tsipras, sul cui nome convergono europeisti delusi ed euro-scettici responsabili.
In questi giorni, la campagna per le Europee del 22 e 25 maggio ha epicentro a Roma. Il congresso del Partito socialista europeo formalizza la candidatura alla presidenza della Commissione del presidente uscente del Parlamento europeo Martin Schulz, tedesco, e l’adesione del Pd al Pse. E c’è l’atto di nascita di Green Italia, costola italiana dei Verdi europei, che devono ancora designare il loro campione tra gli eurodeputati José Bové, francese, e Ska Keller, tedesca, selezionati con primarie online.
Il prossimo fine settimana, il Partito popolare europeo sceglierà il proprio candidato: quattro gli aspiranti alla ‘nomination’, il commissario europeo al Mercato interno Michel Barnier, francese, il premier lettone Valdis Dombrovskis, l’ex premier lussemburghese ed ex presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il premier finlandese Jyrki Katainen.
A quel punto, lo schieramento ai nastri di partenza sarà completo, perché i liberali hanno già scelto l’ex premier belga e leader federalista Guy Verhofstadt, mentre gli euro-scettici di destra, conservatori britannici o l’Alleanza coagulata intorno al Front National di Marine Le Pen, cui partecipa la Lega, non intendono presentare candidati.
La sorpresa del sorpasso socialista
Poll Watch 2014, un sondaggio voluto dal sito VoteWatch, in collaborazione con Burson-Marsteller e Europe Decides, vede i socialisti in testa (217 seggi contro i 208 attuali), seguiti dai popolari (200 seggi dai 265 attuali) nel nuovo Parlamento. A seguire, i non iscritti (92 seggi, in grandissima parte euro-scettici ), i liberali (70), la sinistra di Tsipras (56), i Verdi (44), i conservatori (42), gli attuali autonomisti (30).
L'Alleanza per la libertà otterrebbe 38 seggi: la soglia per formare un gruppo politico a Strasburgo è di almeno 25 eurodeputati provenienti da almeno sette Stati.
In Italia, il sondaggio indica il prevalere degli eletti S&D su quelli che fanno riferimento al Ppe: 22 contro 20 su 73 seggi. Ma, secondo Poll Watch 2014, ben 24 eurodeputati italiani vanno nella casella ‘non iscritti’: quelli del M5S, attualmente non rappresentato a Strasburgo. I sette restanti vengono dalla Lega e dalle altre formazioni politiche.
Ricetta contro il calo dell’affluenza
La corsa alla presidenza della Commissione e i dubbi sui rapporti di forza nel nuovo Parlamento sono potenziali antidoti contro un ennesimo calo dell’affluenza alle urne, che sarebbe per l’Unione una sconfitta peggiore di una larga affermazione di euro-critici ed euro-scettici.
Secondo una ricerca ufficiale, dal 1979 la partecipazione alle Europee nell’insieme degli Stati membri è diminuita di quasi 19 punti percentuali, passando dal 62% del 1979 al 43% del 2009. Escludendo i Paesi in cui vige l’obbligo di voto, nel 2009 le affluenze più elevate si sono registrate a Malta (78,8%), in Italia (65%) e in Danimarca (59,5%).
Ma l’Italia, che partiva da affluenze alle urne altissime, è anche fra i quattro Paesi che hanno visto il maggiore decremento della partecipazione, con Grecia, Cipro e Lituania. C’è da sperare che competizione e polemiche riportino pure un briciolo di passione.
L’‘altra Europa’ di Tsipras
‘L'altra Europa con Tsipras’ è il nome scelto online da oltre 7mila elettori italiani per la lista civica che sostiene la candidatura del leader di Syriza alla presidenza della Commissione europea. Portato alla ribalta dalle ultime contrastate elezioni politiche greche, che hanno fatto del suo partito Syriza la seconda forza politica del Paese, Alexis Tsipras è un volto nuovo sulla scena europea: 40 anni, una militanza comunista, è stato scelto come candidato della Sinistra unita al congresso di Madrid, nel dicembre scorso, con oltre l’84% dei consensi.
In Italia,‘L’altra Europa con Tsipras’ nasce da un appello lanciato da Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli e Guido Viale. Ora, la lista vaglia candidati e cerca firme per potersi presentare.
Con Tsipras, c’è pure Sinistra ecologia e libertà, sia pure con qualche distinguo: il congresso del partito punta su di lui, con una maggioranza dei due terzi, ma il presidente Nichi Vendola traccia una linea poco netta, ‘Con Tsipras, ma non contro Schulz’. E, nel partito, c’è chi preferisce il candidato socialista, forse perché c’è la consapevolezza che il leader greco può essere una bandiera, ma non può spuntarla.
L’incognita dei dibattiti televisivi
A dare una spinta alla campagna, potrebbe essere lo svolgimento di dibattiti televisivi fra i candidati alla presidenza della Commissione. Ma nessuno dei progetti finora abbozzati s’è per il momento concretizzato. Se il liberale Verhofstadt ha già accettato l’invito del Cime per un dibattito a Roma, in Campidoglio, il 25 marzo, nell’anniversario della firma nel 1957 dei Trattati istitutivi delle allora Comunità europee, i suoi antagonisti devono pronunciarsi.
Altre potenziali sedi di dibattiti fra i candidati dei maggiori partiti sono Atene e Maastricht. Ma l’ipotesi più forte è quella di un confronto a Bruxelles il 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa. Con la speranza che le televisioni dei 28 non snobbino poi l’appuntamento.
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La corsa alla presidenza della Commissione europea, che vede in lizza candidati di ogni tendenza, personalizza il confronto e potrebbe contribuire a incoraggiare la partecipazione. E, in Italia, cresce il sostegno al leader greco di Syriza, Alexis Tsipras, sul cui nome convergono europeisti delusi ed euro-scettici responsabili.
In questi giorni, la campagna per le Europee del 22 e 25 maggio ha epicentro a Roma. Il congresso del Partito socialista europeo formalizza la candidatura alla presidenza della Commissione del presidente uscente del Parlamento europeo Martin Schulz, tedesco, e l’adesione del Pd al Pse. E c’è l’atto di nascita di Green Italia, costola italiana dei Verdi europei, che devono ancora designare il loro campione tra gli eurodeputati José Bové, francese, e Ska Keller, tedesca, selezionati con primarie online.
Il prossimo fine settimana, il Partito popolare europeo sceglierà il proprio candidato: quattro gli aspiranti alla ‘nomination’, il commissario europeo al Mercato interno Michel Barnier, francese, il premier lettone Valdis Dombrovskis, l’ex premier lussemburghese ed ex presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il premier finlandese Jyrki Katainen.
A quel punto, lo schieramento ai nastri di partenza sarà completo, perché i liberali hanno già scelto l’ex premier belga e leader federalista Guy Verhofstadt, mentre gli euro-scettici di destra, conservatori britannici o l’Alleanza coagulata intorno al Front National di Marine Le Pen, cui partecipa la Lega, non intendono presentare candidati.
La sorpresa del sorpasso socialista
Poll Watch 2014, un sondaggio voluto dal sito VoteWatch, in collaborazione con Burson-Marsteller e Europe Decides, vede i socialisti in testa (217 seggi contro i 208 attuali), seguiti dai popolari (200 seggi dai 265 attuali) nel nuovo Parlamento. A seguire, i non iscritti (92 seggi, in grandissima parte euro-scettici ), i liberali (70), la sinistra di Tsipras (56), i Verdi (44), i conservatori (42), gli attuali autonomisti (30).
L'Alleanza per la libertà otterrebbe 38 seggi: la soglia per formare un gruppo politico a Strasburgo è di almeno 25 eurodeputati provenienti da almeno sette Stati.
In Italia, il sondaggio indica il prevalere degli eletti S&D su quelli che fanno riferimento al Ppe: 22 contro 20 su 73 seggi. Ma, secondo Poll Watch 2014, ben 24 eurodeputati italiani vanno nella casella ‘non iscritti’: quelli del M5S, attualmente non rappresentato a Strasburgo. I sette restanti vengono dalla Lega e dalle altre formazioni politiche.
Ricetta contro il calo dell’affluenza
La corsa alla presidenza della Commissione e i dubbi sui rapporti di forza nel nuovo Parlamento sono potenziali antidoti contro un ennesimo calo dell’affluenza alle urne, che sarebbe per l’Unione una sconfitta peggiore di una larga affermazione di euro-critici ed euro-scettici.
Secondo una ricerca ufficiale, dal 1979 la partecipazione alle Europee nell’insieme degli Stati membri è diminuita di quasi 19 punti percentuali, passando dal 62% del 1979 al 43% del 2009. Escludendo i Paesi in cui vige l’obbligo di voto, nel 2009 le affluenze più elevate si sono registrate a Malta (78,8%), in Italia (65%) e in Danimarca (59,5%).
Ma l’Italia, che partiva da affluenze alle urne altissime, è anche fra i quattro Paesi che hanno visto il maggiore decremento della partecipazione, con Grecia, Cipro e Lituania. C’è da sperare che competizione e polemiche riportino pure un briciolo di passione.
L’‘altra Europa’ di Tsipras
‘L'altra Europa con Tsipras’ è il nome scelto online da oltre 7mila elettori italiani per la lista civica che sostiene la candidatura del leader di Syriza alla presidenza della Commissione europea. Portato alla ribalta dalle ultime contrastate elezioni politiche greche, che hanno fatto del suo partito Syriza la seconda forza politica del Paese, Alexis Tsipras è un volto nuovo sulla scena europea: 40 anni, una militanza comunista, è stato scelto come candidato della Sinistra unita al congresso di Madrid, nel dicembre scorso, con oltre l’84% dei consensi.
In Italia,‘L’altra Europa con Tsipras’ nasce da un appello lanciato da Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli e Guido Viale. Ora, la lista vaglia candidati e cerca firme per potersi presentare.
Con Tsipras, c’è pure Sinistra ecologia e libertà, sia pure con qualche distinguo: il congresso del partito punta su di lui, con una maggioranza dei due terzi, ma il presidente Nichi Vendola traccia una linea poco netta, ‘Con Tsipras, ma non contro Schulz’. E, nel partito, c’è chi preferisce il candidato socialista, forse perché c’è la consapevolezza che il leader greco può essere una bandiera, ma non può spuntarla.
L’incognita dei dibattiti televisivi
A dare una spinta alla campagna, potrebbe essere lo svolgimento di dibattiti televisivi fra i candidati alla presidenza della Commissione. Ma nessuno dei progetti finora abbozzati s’è per il momento concretizzato. Se il liberale Verhofstadt ha già accettato l’invito del Cime per un dibattito a Roma, in Campidoglio, il 25 marzo, nell’anniversario della firma nel 1957 dei Trattati istitutivi delle allora Comunità europee, i suoi antagonisti devono pronunciarsi.
Altre potenziali sedi di dibattiti fra i candidati dei maggiori partiti sono Atene e Maastricht. Ma l’ipotesi più forte è quella di un confronto a Bruxelles il 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa. Con la speranza che le televisioni dei 28 non snobbino poi l’appuntamento.
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