Grecia (gennaio 2015)
Situazione economica Dal 2009 l’economica greca ha subito una contrazione del 20% Debito: 175% GDP Tasso di disoccupazione: 25% - Disoccupazione giovanile: 49% Dopo 6 anni di recessione, nel 2014 si è registrato un avanzo di bilancio ed è prevista una crescita del GDP dello 0,6%, che dovrebbe arrivare al 2,9% nel 2015. Fallimento delle elezioni presidenziali Le elezioni presidenziali si sarebbero dovute svolgere nel marzo 2015, allo scadere del mandato di Carolos Papoulias, ma sono state anticipate in risposta all’instabilità del Paese negli ultimi mesi. La coalizione di governo, formata dal partito di centro-destra Nuova Democrazia e dal partito socialdemocratico Pasok, non è riuscita a far eleggere il suo candidato alla Presidenza (Stavros Dimas, già Commissario europeo) nei tre round di votazioni in Parlamento nel dicembre 2014. Al terzo round erano necessari 180 voti, ma Dimas ne ha ricevuti 168. Per questo motivo, il Primo Ministro Antonis Samaras ha indetto elezioni parlamentari anticipate per il 25 gennaio. Elezioni del 25 gennaio Si sono eletti i 300 membri del Parlamento, che è a camera unica. I parlamentari sono eletti in 56 circoscrizioni con sistema proporzionale detto ‘rafforzato’. Il mandato è di 4 anni. Syriza, il partito di Alexis Tsipras, ha ottenuto il 36,34% dei voti, avanti di quasi 9 punti rispetto a Nuova Democrazia, partito di centro-destra dell’attuale Primo Ministro Antonis Samaras: Nuova Democrazia si è fermata infatti al 27,81%, ottenendo 76 seggi. Il Pasok, partito socialdemocratico guidato da Evangelos Venizelos e partner di governo di Nuova Democrazia dal 2012, è crollato al 4,68%, conquistando 13 seggi. Oltre a Syriza, Nuova Democrazia e Pasok, altri 4 partiti minori hanno superato la soglia del 3% necessaria per entrare in Parlamento: o Alba Dorata (6,28% - 17 seggi) o To Potami (6,05% - 17 seggi) o Partito Comunista – KKE (5,47% - 15 seggi) o ANEL - Greci Indipendenti (4,75% - 13 seggi) Il sistema elettorale greco prevede un bonus di 50 seggi per il partito che ottenga la maggioranza relativa. Con questo, Syriza è arrivato a 149 seggi: 2 in meno della maggioranza assoluta. Nei giorni passati, si era detto che il partner di coalizione più probabile fosse To Potami, partito moderato di centro-sinistra fondato nel 2014 da Stavros Theodorakis, popolare giornalista televisivo. Tsipras ha invece annunciato la formazione di una coalizione con ANEL, partito degli ‘Indipendenti’ di centro-destra, dichiaratamente anti-austerity. ANEL ha guadagnato 13 seggi, portando dunque la coalizione di governo ad una maggioranza di 162. Programma elettorale di Syriza Il programma elettorale di Tsipras è naturalmente incentrato sulle politiche economiche, e in particolare sulla fine dell’austerity e la promozione di nuove politiche per la crescita e contro la disoccupazione, soprattutto giovanile.2 Una prima fase comprende una riduzione delle tasse, l’aumento del salario minimo e una serie di misure in favore delle classi più disagiate (tra cui la reintroduzione della tredicesima e la gratuità dei trasporti pubblici). Una seconda fase consiste invece nella rinegoziazione delle condizioni dei prestiti: attualmente i prestiti erogati dalla troika alla Grecia ammontano a €240 miliardi (110 erogati nel 2010 e 130 nel 2012). Tsipras potrebbe chiedere la ristrutturazione di almeno la metà del debito. Secondo le condizioni del programma BCE+FMI+CE, l’ultima tranche degli aiuti avrebbe dovuto essere erogata a dicembre 2014, ma è stata posticipata perché la Grecia non è riuscita a raggiungere con la Commissione un accordo sul bilancio 2015. L’UE ha quindi concesso al governo greco due mesi supplementari per trovare un compromesso. Il prossimo governo dovrà quindi trovare un accordo entro febbraio per poter ricevere gli ultimi aiuti (per un ammontare di €10,8 miliardi). Speculazioni su una possibile ‘Grexit’ Il 5 gennaio Der Spiegel ha scritto che il governo tedesco non teme un’eventuale uscita della Grecia dall’euro, in quanto, grazie ai meccanismi di protezione contro gli shock creati dall’UE, i rischi di contagio sono molto minori di quanto fossero nel 2010. Ha anche aggiunto che la ‘Grexit’ sarebbe praticamente inevitabile in caso di vittoria di Syriza alle elezioni. L’annuncio ha provocato un forte aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato greci (che avevano già subito un forte rialzo a seguito del fallimento delle elezioni presidenziali e dell’annuncio di elezioni anticipate). La cancelliera Merkel ha smentito la notizia, sostenendo che la posizione tedesca nei confronti della Grecia non è cambiata, e che l’UE continuerà quindi a sostenere l’integrità dell’unione monetaria. Ha anche affermato di essere certa che la Grecia rispetterà gli impegni presi con i creditori internazionali. Tsipras ha annunciato che l’uscita dall’euro non è nelle intenzioni del suo partito. Alba Dorata, Greci Indipendenti e KKE (partito comunista) sono partiti anti-austerity che potrebbero sostenere un’uscita dall’euro. I sondaggi stimano la percentuale di greci che vuole restare nell’euro tra il 60 e il 75%. Conseguenze negative di una possibile ‘Grexit’: le istituzioni europee (che detengono l’80% del debito sovrano greco) non vedrebbero ripagati i prestiti concessi; rischio di contagio se altri partiti europei (Podemos, Front National, Die Linke, Movimento 5 Stelle) premono per seguire il modello di Syriza.
Situazione economica Dal 2009 l’economica greca ha subito una contrazione del 20% Debito: 175% GDP Tasso di disoccupazione: 25% - Disoccupazione giovanile: 49% Dopo 6 anni di recessione, nel 2014 si è registrato un avanzo di bilancio ed è prevista una crescita del GDP dello 0,6%, che dovrebbe arrivare al 2,9% nel 2015. Fallimento delle elezioni presidenziali Le elezioni presidenziali si sarebbero dovute svolgere nel marzo 2015, allo scadere del mandato di Carolos Papoulias, ma sono state anticipate in risposta all’instabilità del Paese negli ultimi mesi. La coalizione di governo, formata dal partito di centro-destra Nuova Democrazia e dal partito socialdemocratico Pasok, non è riuscita a far eleggere il suo candidato alla Presidenza (Stavros Dimas, già Commissario europeo) nei tre round di votazioni in Parlamento nel dicembre 2014. Al terzo round erano necessari 180 voti, ma Dimas ne ha ricevuti 168. Per questo motivo, il Primo Ministro Antonis Samaras ha indetto elezioni parlamentari anticipate per il 25 gennaio. Elezioni del 25 gennaio Si sono eletti i 300 membri del Parlamento, che è a camera unica. I parlamentari sono eletti in 56 circoscrizioni con sistema proporzionale detto ‘rafforzato’. Il mandato è di 4 anni. Syriza, il partito di Alexis Tsipras, ha ottenuto il 36,34% dei voti, avanti di quasi 9 punti rispetto a Nuova Democrazia, partito di centro-destra dell’attuale Primo Ministro Antonis Samaras: Nuova Democrazia si è fermata infatti al 27,81%, ottenendo 76 seggi. Il Pasok, partito socialdemocratico guidato da Evangelos Venizelos e partner di governo di Nuova Democrazia dal 2012, è crollato al 4,68%, conquistando 13 seggi. Oltre a Syriza, Nuova Democrazia e Pasok, altri 4 partiti minori hanno superato la soglia del 3% necessaria per entrare in Parlamento: o Alba Dorata (6,28% - 17 seggi) o To Potami (6,05% - 17 seggi) o Partito Comunista – KKE (5,47% - 15 seggi) o ANEL - Greci Indipendenti (4,75% - 13 seggi) Il sistema elettorale greco prevede un bonus di 50 seggi per il partito che ottenga la maggioranza relativa. Con questo, Syriza è arrivato a 149 seggi: 2 in meno della maggioranza assoluta. Nei giorni passati, si era detto che il partner di coalizione più probabile fosse To Potami, partito moderato di centro-sinistra fondato nel 2014 da Stavros Theodorakis, popolare giornalista televisivo. Tsipras ha invece annunciato la formazione di una coalizione con ANEL, partito degli ‘Indipendenti’ di centro-destra, dichiaratamente anti-austerity. ANEL ha guadagnato 13 seggi, portando dunque la coalizione di governo ad una maggioranza di 162. Programma elettorale di Syriza Il programma elettorale di Tsipras è naturalmente incentrato sulle politiche economiche, e in particolare sulla fine dell’austerity e la promozione di nuove politiche per la crescita e contro la disoccupazione, soprattutto giovanile.2 Una prima fase comprende una riduzione delle tasse, l’aumento del salario minimo e una serie di misure in favore delle classi più disagiate (tra cui la reintroduzione della tredicesima e la gratuità dei trasporti pubblici). Una seconda fase consiste invece nella rinegoziazione delle condizioni dei prestiti: attualmente i prestiti erogati dalla troika alla Grecia ammontano a €240 miliardi (110 erogati nel 2010 e 130 nel 2012). Tsipras potrebbe chiedere la ristrutturazione di almeno la metà del debito. Secondo le condizioni del programma BCE+FMI+CE, l’ultima tranche degli aiuti avrebbe dovuto essere erogata a dicembre 2014, ma è stata posticipata perché la Grecia non è riuscita a raggiungere con la Commissione un accordo sul bilancio 2015. L’UE ha quindi concesso al governo greco due mesi supplementari per trovare un compromesso. Il prossimo governo dovrà quindi trovare un accordo entro febbraio per poter ricevere gli ultimi aiuti (per un ammontare di €10,8 miliardi). Speculazioni su una possibile ‘Grexit’ Il 5 gennaio Der Spiegel ha scritto che il governo tedesco non teme un’eventuale uscita della Grecia dall’euro, in quanto, grazie ai meccanismi di protezione contro gli shock creati dall’UE, i rischi di contagio sono molto minori di quanto fossero nel 2010. Ha anche aggiunto che la ‘Grexit’ sarebbe praticamente inevitabile in caso di vittoria di Syriza alle elezioni. L’annuncio ha provocato un forte aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato greci (che avevano già subito un forte rialzo a seguito del fallimento delle elezioni presidenziali e dell’annuncio di elezioni anticipate). La cancelliera Merkel ha smentito la notizia, sostenendo che la posizione tedesca nei confronti della Grecia non è cambiata, e che l’UE continuerà quindi a sostenere l’integrità dell’unione monetaria. Ha anche affermato di essere certa che la Grecia rispetterà gli impegni presi con i creditori internazionali. Tsipras ha annunciato che l’uscita dall’euro non è nelle intenzioni del suo partito. Alba Dorata, Greci Indipendenti e KKE (partito comunista) sono partiti anti-austerity che potrebbero sostenere un’uscita dall’euro. I sondaggi stimano la percentuale di greci che vuole restare nell’euro tra il 60 e il 75%. Conseguenze negative di una possibile ‘Grexit’: le istituzioni europee (che detengono l’80% del debito sovrano greco) non vedrebbero ripagati i prestiti concessi; rischio di contagio se altri partiti europei (Podemos, Front National, Die Linke, Movimento 5 Stelle) premono per seguire il modello di Syriza.
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