Europa

Cerca nel blog

Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

lunedì 19 gennaio 2015

Francia: capofila della lotta al terrorismo

Attentato alla redazione di Charlie Hebdo 
La Francia da vittima a leader
Jean-Pierre Darnis
13/01/2015
 più piccolopiù grande
Anche se gli attentati compiuti a Parigi sono di minore entità rispetto a quello alle Torre Gemelle, a livello simbolico ci troviamo davanti a qualcosa di paragonabile all’11 settembre.

Le differenze con l’attentato di New York non riguardano soltanto la portata degli atti terroristici parigini, ma anche il modus operandi: mentre negli Stati Uniti una rete internazionale di terroristi aveva realizzato un sofisticato piano di attacco, mobilitando un’importante rete di sostegno, a Parigi si tratta di cittadini francesi con un passato di delinquenti convertiti all’Islam radicale che sembrano membri di una rete molto più lasca.

Sarà anche importante capire se la decisione di passare all’atto criminale è stata autonoma o manovrata.

Possiamo quindi formulare l’ipotesi di trovarci in un caso intermedio tra quanto accaduto nel 2011 nell’isola norvegese di Utoya - dove un individuo isolato psicopatico ha commesso un massacro, invocando anche motivi ideologici - e attentati organizzati da una rete terroristica che ha bersagli precisi nell’ambito di una strategia di destabilizzazione.

Rischio emulazione 
È ovvio che la natura mista di questo terrorismo e l’autonomia di questi criminali - che in una certa misura appaiono come “lupi solitari” - rendono complessa la loro individuazione.

Questo modus operandi pone anche il problema di un’emulazione autonoma da parte di individui che possono condividere i fini terroristici (“lotta contro gli infedeli”, “martiri”), seguendo anche il richiamo all’azione violenta proveniente da alcuni siti di propaganda terroristica di matrice islamica.

Esiste quindi un alto rischio che si possano ripetere attacchi analoghi contro bersagli occidentali, sul territorio europeo o altrove.

Bisogna anche soffermarsi sulla portata simbolica degli attentati di Parigi. Quello perpetrato contro la redazione di Charlie Hebdo ha suscitato una mobilitazione inedita in Francia e per la Francia. Il massacro di giornalisti e vignettisti rappresenta in primis un colpo al settore giornalistico. Questo spiega anche la copertura data dagli stessi media alla notizia.

Charlie Hebdo rappresenta inoltre un filone culturale particolare di critica al potere e alle religioni che, anche se di stampo anarchico-libertario post 68, viene percepito come un patrimonio comune dall’insieme della società.

Alcuni disegnatori (Cabu, Wolinski) o collaboratori (Bernard Maris) erano anche delle personalità pubbliche. Questo ha reso il massacro particolarmente traumatico. L’attentato a Charlie Hebdo investe infatti alcune questioni tra le più sensibili della società francese contemporanea.

Tra libertà di espressione e blasfemia
Charlie HebdoL riflette una tradizione libertaria che rivendica una libertà di espressione, irriverente e assoluta, e di critica contro qualsiasi potere temporale e non. Il che le aveva già procurato una serie di processi. Né erano mancate minacce e atti intimidatori.

Nel 2011 la rivista aveva subito un incendio criminale in seguito alla pubblicazione di una serie di caricature del profeta Maometto. La rappresentazione caricaturale del Profeta rappresentava da vari anni una fonte di guai per il giornale, che veniva continuamente minacciato di rappresaglie.

Ciononostante, la testata era andata avanti, diventando la bandiera di una libertà di espressione che non intende chinare il capo di fronte a nessuno.

Il giornale rappresenta una posizione atipica, a suo modo paradossale: quella di una voce ultra laica, che si inscrive nella tradizione anti-razzista, ma che viene anche percepita da alcuni come anti-musulmana perché fortemente critica e spesso blasfema della religione.

Queste critiche all’operato del giornale, che sono al centro delle motivazioni di coloro che hanno compiuto l’attentato, provengono molto spesso da altre parti del mondo, ma hanno un’eco marginale in Francia.

In un primo tempo, la notizia che i criminali avessero colpito Parigi nel nome della difesa del sedicente “califfato” ha fatto temere un’involuzione della situazione politica francese con un possibile ostracismo nei confronti dei musulmani e l’inevitabile rafforzamento dell’estrema destra.

Nazionalismo e Islam
L’esclusione del Front National dalla manifestazione parigina di domenica rafforza la posizione di un partito che si presenta come escluso dal sistema.

Il rischio è di un ripiegamento nazionalistico: che la Francia cerchi di superare la crisi recuperando una sovranità e un potere che considera persi. Con il complemento di un pericoloso dibattito sull’identità francese combattuto tra due poli: nazionalismo e Islam.

Una Francia che si erga a campionessa dei diritti umani e della libertà di espressione può condurre a questo tipo di isolamento intellettuale. Soprattutto se Parigi pretendesse di giocare questo ruolo al di fuori del contesto della cooperazione internazionale, con un’impronta di “purezza” interna e di “realpolitik” esterna difficilmente conciliabili.

D’altro canto, la forte emozione scatenata dall’attentato a Charlie Hebdo ha prodotto una mobilitazione notevole che potrebbe segnare una ripresa del sentimento di appartenenza collettiva.

Per certi versi questi attentati interrompono una lunga crisi politica durante la quale il potere politico francese sembrava aver perso ogni leva. I politici sembravano presi solo dalla competizione per le prossime presidenziali.

L’unione nazionale e la partecipazione di così numerosi capi di stato e di governo alla marcia di Parigi hanno di fatto cambiato il clima politico, mettendo in luce le connessioni dei problemi francesi con la dimensione europea e internazionale.

La Francia ha ora nuove responsabilità, anche nei confronti di una comunità ebraica bersaglio di ripetuti attacchi. Anche il presidente Francois Hollande sembra stia recuperando un po’ della sua immagine.

Possiamo quindi augurarci che una così vasta solidarietà internazionale nei confronti della Francia la incoraggi a ricercare soluzioni internazionali condivise con i partner europei per la lotta al terrorismo e, più in generale, per le politiche di sicurezza.

Il bivio è fra un ripiego nazionalistico e la ripresa di una visione di leadership politica positiva. Speriamo che la Francia, da anni passiva nello scenario europeo, sappia far leva sulla dimostrazione di saggezza del suo popolo e sulla solidarietà internazionale per rilanciare questo suo ruolo di leadership più che mai necessario, smentendo le visioni di uno “scontro di civiltà” al suo interno.

Jean-Pierre Darnis è professore associato all’Università di Nizza e vice direttore del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @jpdarnis).
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2932#sthash.86H0yCnZ.dpuf

Nessun commento: