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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

lunedì 2 marzo 2015

La Georgia e i suoi conflitti: Intervista a Gochia Trinzkilizade

a cura di Federico Salvati

La seguente intervista è stata condotta a Tbilisi a maggio del 2014. Uno degli “officals ” del Ministero degli Interni della Repubblica Georgiana ha accettato di parlare con me in merito ai conflitti Georgiani, una volta saputo che stavo svolgendo un lavoro di ricerca sul Caucaso. La situazione è abbastanza tranquilla Mr Trinzkiladze mi fa entrare nel suo ufficio dopo una breve anticamera. Egli è un omino piccolo dall'aria solare ma dalla maniera in cui tutti si rivolgono a lui si nota subito che sto parlando con una personalità all'interno del Ministero (più tardi verrò a sapere che è a capo di un importante dipartimento del Ministero degli Interni).
Dopo alcune chiacchiere di circostanza e un buon tè la conversazione parte spontanea e l'intervista comincia:

APRIAMO CON UNA DOMANDA ABBASTANZA SCONTATA: PER RISOLVERE UNA CONFLITTO BISONGA ANDARE SEMPRE ALLA BASE DI QUESTO E PARTIRE DAI BISOGNI E DAGLI INTERESSI PRIMARI CHE MUOVONO L'AZIONE. LA MIA DOMANDA È PROPRIO QUESTA: QUALI SONO QUESTI INTERESSI?

È difficile spiegare determinate dinamiche a chi non viene dal Caucaso. Se dovessi individuare il problema con una sola parola direi: riconoscimento. I gruppi combattono per un problema di riconoscimento. In questo momento i russi sono stati più bravi di noi a dare questo riconoscimento e ci troviamo nella situazione attuale.

POCO TEMPO FA HO INTERVISTATO IL PROFESSOR MARSKHILADZE CHE IN RELAZIONE A QUESTA DOMANDA CI HA DETTO QUESTO: PER CAPIRE IL CAUCASO NON DEVI UTILIZZARE HUNTINGTON MA UNA CARTA ETNIGRAFICA. CONCORDA CON QUEST'AFFERMAZIONE?

Assolutamente. Le relazioni tra le persone sono la cosa più importante del Caucaso e non c'è nessuna teoria alternativa che possa spiegare in altro modo le relazioni tra i popoli se non le nostre dinamiche interne.

PASSIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ CONCRETA MA PIÙ AMPIA: LA POSIZIONE DELLA RUSSIA.

Questo è il centro della questione. Durante la cronologia del conflitto nel 2008 è chiaro come siano ben presenti delle prove che dimostrano la provocazione russa riguardo la guerra di Agosto. La situazione della Giorgia e il suo rapporto con le nazioni separatiste erano sicuramente in fase di miglioramento prima di allora. Dopo gli eventi del 2008 questi si sono riaggravati facendo dei considerevoli passi in dietro rispetto al punto dove si era arrivati. Partiamo dall'assunto che l'obbiettivo di Mosca è quello di riconquistare il potere e l'influenza persa con la caduta dell'Unione sovietica. L'enigma delle regioni occupate in Georgia è spiegabile semplicemente in quest'ottica. In un primo momento la strategia di Mosca si basava sul riconoscimento delle repubbliche come enti autonomi. Una volta che la comunità internazionale avesse definito queste come “sovrane”, si sarebbe quindi dovuti passare all'annessione dei territori secessionisti tramite “referendum” popolare. La strategia è fallita dal momento che quasi nessun paese ha riconosciuto l'Abkhazia e l'Ossetia come repubbliche autonome. La politica di Mosca in merito è quindi cambiata. Oggi il Kremlino punta soprattutto all'isolamento delle comunità dal resto della Madrepatria........

….....IN QUESTO MODO SI CREA POLARIZZAION E IL CONFLITTO DIVENTA MENO TRATTABILE.

Esattamente. Una volta che la situazione sarà polarizzata la Russia provvederà alla sicurezza di queste “nazioni” (un enfasi particolare sull'inappropriatezza del termine “nazioni” traspare dal tono di voce dell'intervistato ). Questo è dimostrato dalla costruzione di basi russe in territorio abkhazo e ossezo; le quali basi costituiranno l'avamposto della Russia nel Caucaso e in Georgia.

QUAL'È QUINDI LA STRATEGIA D'INGAGGIO DELLA GEORGIA PER QUESTO PRBLEMA.

Dopo il 2008 la Georgia ha adottato una nuova strategia d'ingaggio. A centro di questa c'è il riavvicinamento delle popolazioni attraverso una riconciliazione della base sociale. Centrale nella nostra politica sarà il rapporto con l'UE che è l'unico soggetto che potrà provvedere i mezzi necessari per realizzare il nostro progetto. Democrazia e sviluppo sono le nuove parole chiave per il nostro popolo. Dobbiamo creare opportunità di sviluppo ed un ambiente favorevole al riavvicinamento delle persone tra di loro. Vogliamo creare una Georgia in cui tutti possano vivere beneficiando dei frutti della ricchezza economica che la partnership con Bruxelles potrà darci. Non dobbiamo dimenticare che la Georgia in questo momento ha al suo interno quasi un milione di sfollati e che queste persona hanno bisogno di essere inserite all'interno del contesto sociale in maniera efficace. Non possiamo rischiare di creare altri problemi interni trascurando questa situazione. Al tempo stesso dobbiamo dare una prospettiva di rientro a queste persone altrimenti il ponte tra noi e i territori occupati sarà per sempre reciso. Su questo piano le relazioni con Mosca continuano ad essere complesse. La Russia, soprattutto dal punto di vista mediatico, ha un'azione più diretta è più di successo. Mi diceva prima lei che si è occupato anche del conflitto azero-armeno. La Georgia non è di certo l'Azerbaijan e non abbiamo le stesse risorse che ha questa nazione da investire in tale campo. Nonostante questo il nostro ministero per la riconciliazione si impegna giorno dopo giorno a raggiungere gli obiettivi prefissati con una strategia che noi giudichiamo appropriata e vincente.

QUAL'È DUNQUE IL PROBLAMA PRINCIPALE DA AFFRONTARE ADESSO?

Sicuramente ristabilire la libertà di movimento tra le frontiere. In questo momento tra Ossetia e Georgia ad esempio c'è un solo checkpoint che non è sempre aperto. Il ruolo della missione di osservazione dell'EUMM rimane un'imprescindibile risorsa che non deve essere sottovalutata. Abbiamo bisogno di ristabilire anche un la presenza internazionale sul territorio. Mentre parliamo le frontiere dei territori occupati sono pattugliate da guardie dell' FSB e non si permette che informazioni e notizie entrino o escono in nessuno modo. Per questo motivo noi non sappiamo con esattezza cosa stia succedendo all'interno e quale sia la situazione. Dobbiamo rompere lo stato d'isolamento ma questo è possibile solo con l'appoggio dei mostri partner, l'aiuto della popolazione e della società civile. I russi sanno che quando avremmo libertà di movimento e d'informazione i numeri non saranno più dalla loro parte  e perderanno le leve che hanno acquistato negli anni contro di noi e contro i territori occupati stessi......

….IN CHE SENSO “CONTRO I TERRITORI OCCUPATI STESSI”?

Be, perché in questa storia Mosca è l'unica vincitrice. I territori occupati sono ostaggi delle strategie del Kremlino e si sono ritrovati strumento della politica russa.

PER CHIUDERE UN COMMENTO SULLA SITUAZIONE UCRAINA


La questione ucraina è sicuramente correlata allo scenario georgiano. La situazione si risolverà nel migliore dei modi se la popolazione giocherà un ruolo più attivo al suo interno. Come in Ucraina anche in Georgia, Mosca ha bisogno di una leva si cui appoggiarsi nello scenario. Un ruolo più attivo della popolazione potrà eliminare la leva strategica per la Russia e ricomporre lo scenario.  Non esiste una formula standard per questo ma molto dipenderà dall'impegno sociale. D'altro canto un'azione che dia risultati da parte dell'occidente rimane un fattore irrinunciabile per la buona riuscita della questione.

Federico Salvati federicoslvt@gmail.com

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