Europa

Cerca nel blog

Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

sabato 21 febbraio 2015

Ucraina: la fragile tregua di Minsk2

Crisi Ucraina
Il tour de force di Minsk finisce, i dubbi restano
Francesco Bascone
16/02/2015
 più piccolopiù grande
Il tour de force diplomatico compiuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande potrebbe diventare un caso di scuola nello studio della mediazione.

Anche se la Merkel ha definito il risultato della sua fatica niente più che “un barlume di speranza”, segno che l'atteggiamento tenuto dal presidente russo Vladimir Putin nel corso del negoziato non ispira molta fiducia e che i termini dell'intesa sono esposti a numerose alee.

Nuovo accordo di Minsk
La facile previsione che le clausole dell'accordo riferite al medio termine rimarranno inapplicate non sminuisce il grande merito di aver condotto le parti ad accettare la cessazione dei combattimenti, sia pure con la grave anomalia di un rinvio di due-tre giorni e un termine di altre due settimane per il ritiro delle armi pesanti dalla zona cuscinetto.

Se l'armistizio terrà, sia pure con qualche incidente, si sarà evitata una moltiplicazione delle sofferenze per la popolazione civile, l'avanzata dei ribelli su Mariupol, l'incombente decisione americana di armare l'Ucraina, e l'accusa russa agli Stati Uniti di aver lanciato una proxy war (guerra delegata), pretesto per un intervento più aperto e più massiccio di Mosca a fianco dei ribelli.

Fattori di fragilità del cessate-il-fuoco sono la tentazione di rettificare a proprio vantaggio la linea di demarcazione, conquistando vie di comunicazione e punti strategici, e lo scarso controllo sia di Kiev che di Mosca sulle milizie di volontari.

Entrambi i governi dovranno mostrare determinazione nell'imporre loro il rispetto delle regole, senza lasciarsi condizionare da preoccupazioni di politica interna. L'insoddisfazione russa per l'insufficiente riduzione delle sanzioni e l'eventuale decisione statunitense di fornire materiale bellico sia pur “difensivo” a Kiev costituiscono ulteriori rischi.

All'Osce spetterà il gravoso, ma essenziale, compito di osservare il rispetto delle clausole armistiziali lungo tutta la fascia di sicurezza. L'esperienza delle fasi precedenti non è molto incoraggiante: i ribelli impedivano alle pattuglie Osce di ispezionare il loro territorio, prendendole in alcuni casi in ostaggio. Un test della buona fede di Mosca sarà il rispetto da parte dei suoi protetti della funzione degli osservatori.

Cessate il fuoco
L'accordo di Minsk non traccia un confine fra le due regioni a statuto speciale e il resto dell'Ucraina, ma solo delle linee che delimitano la fascia di sicurezza da cui devono essere ritirate le armi pesanti.

Ed ecco la ragione dell'entrata in vigore posticipata del cessate il fuoco: Putin, non potendo ottenere dal presidente ucraino Petro Poroshenko la cessione della sacca di Debaltsevo che si insinua nel territorio controllato dai ribelli (e tanto meno dell'importante città portuale e industriale di Mariupol), ha a lungo insistito per un rinvio di dieci giorni dell'armistizio, in modo da avere il tempo per raddrizzare sul campo di battaglia quella linea di demarcazione che da provvisoria potrebbe un giorno trasformarsi in definitiva.

Ha poi dovuto accontentarsi di 60 ore, fino alla mezzanotte del 14 febbraio. La recrudescenza dei combattimenti durante quell'intervallo era dunque scontata. Ma l'obiettivo dei ribelli non è stato raggiunto. E non è detto che sia un bene: Debaltsevo rimane una spina nel loro fianco e, a meno di uno scambio di territori negoziato, rischia di fare da detonatore a una ripresa delle ostilità.

Se invece il cessate il fuoco terrà, la maratona di Minsk sarà stata un successo, anche se - come è probabile - le clausole sul reintegro del Donbass nel territorio nazionale e sul ristabilimento del controllo di Kiev sul confine sud-orientale entro fine anno rimarranno lettera morta.

Le posizioni sono troppo distanti, l'accordo si è potuto fare solo grazie al largo margine di ambiguità insito nel termine “autonomia”. Poroshenko acquisisce solo il riconoscimento dell'integrità territoriale, principio che peraltro Mosca riconosce anche per la Moldova, pur sostenendo la secessione di fatto della Transnistria!

Se il previsto negoziato si rivelerà infruttuoso si andrà verso un analogo “conflitto congelato”. Intanto Mosca ha incassato la rassegnazione degli europei a non sollevare la questione dell’annessione della Crimea.

Novorossija
Teoricamente si potrebbe anche immaginare un interesse della Russia a favorire un accordo su base federale, che dia alla regione Donetsk-Luhansk il pieno auto-governo e il potere di condizionare le scelte internazionali dell'Ucraina, a cominciare dalla neutralità e dall'allentamento dei legami con l'Unione europea: è proprio questa la finalità principale che guida l'azione di Mosca (e infatti questa strada è stata tentata anche nei confronti della Moldova).

Ma una soluzione dualistica, sul modello del piano Annan per Cipro, è assolutamente inaccettabile per Kiev.

Il ristabilimento della sovranità effettiva sul Donbass è dunque una prospettiva poco più che teorica. Salvo miracoli, la “Novorossija” rimarrà uno stato non riconosciuto, sotto protettorato di fatto della Russia, anche se nominalmente parte dell'Ucraina anche secondo Mosca.

Uno status identico a quello della Transnistria, e a quello di Abkhazia e Sud-Ossezia fino all'agosto 2008. E con la stessa funzione, quella di esercitare una costante pressione su una repubblica ex-sovietica incline a gravitare verso la Nato e l'Ue.

Francesco Bascone è Ambasciatore d’Italia
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2967#sthash.XcOXBa8T.dpuf

Nessun commento: