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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

sabato 7 febbraio 2015

Georgia: Kopuleti progetto youth for peace

 di 
Federico Salvati
(federicosvl@gmail.com
 (articolo in progress: saranno pubblicate le foto)

La città



Kobuleti è una piccola cittadina sulle rive del mar nero a pochi Km da Batumi. Il piano urbano è molto semplice. La strada principale, parallela al lungomare, rappresenta il cuore del centro abitato. La popolazione per la maggior parte vive in zone laterali a questa e non ci sono molte case che affacciano direttamente sulla strada. La città è costituita da abitazioni basse, dalla forma irregolare e dal tetto piatto. Man mano però che ci si allontana dalla strada principale le case monofamiliari si trasformano in palazzi di 5 o 6 piani in stie sovietico. Vicino la piazza centrale è situata quella che sarebbe definita la “zona commerciale”. Il termine è comunque completamente fuori luogo e non descrive la natura di questo quartiere. Sotto dei portici molto spartani si accumula ogni genere di merce in maniera apparentemente casuale. I commercianti più fortunati dispongono di un “basso” o un anfratto in cui espongono a i passanti la mercanzia. Tutti gli altri invece si arrangiano come possono con dei banchetti o delle casse, vendendo qualsiasi cosa: dalle sigarette sfuse, alle candele votive, fino ai fazzoletti di carta. Mentre camminiamo le persone ci guardano in maniera incuriosita denunciando di non essere abituate a vedere molti stranieri. Noi d'altro canto da come ci muoviamo, dai nostri vestiti e da come guardiamo ogni cosa in maniera interessata, gridiamo “occidentali” da ogni poro della pelle.



Il progetto

Dopo 4 e mezza di autobus in cui, a causa del livello del nostro russo, la conversazione con gli altri passeggeri non è stata particolarmente brillante, arriviamo nel nostro albergo in cui trascorreremo i seguenti 8 giorni lavorando tutti insieme sul nostro progetto di gruppo.
6 delegazioni provenienti da
1Azerbaijan
2 armenia
3 georiga
4 turchia
5 moldavia
6 italia
durante questo lasso di tempo avrebbero convissuto nello stesso luogo per studiare analisi del conflitto e discutere su pianificazione e progettualità d'intervento. Personalmente, visti i miei studi, la cosa che mi incuriosisce da subito è vedere come le delegazioni azerbaijana e armena si relazioneranno tra di loro. Per tutti e 8 i giorni però, contrariamente alle mie paure, i rapporti si rivelano molto rilassati. I ragazzi, estrapolati  dal loro contesto, tendono a denazionalizzarsi e a impostare rapporti sociali in maniera diretta e schietta. Aimè triste verità è che però quest'effetto, la maggior parte delle volte, persiste solo per la durata della situazione in cui si trovano. Per lo più, i soggetti una volta tornati al contesto di appartenenza riassumeranno i vecchi comportamenti e perderanno il grado di empatia che aveva acquisito grazie alle attività svolte. Da parte mia però mi vergogno un po' perchè sento che la mia esperienza, parziale, in questi paese aveva dato vita (con l'aiuto dell'estesa lettura delle analisi accademiche) ad una narrativa che tendeva a depersonalizzare le relazioni legate all'appartenenza etnica e non avevo considerato la capacità degli individui di adattarsi, avere pensiero critico e spirito d'iniziativa.
Le attività procedono in maniera fluida e ordinata.
La didattica viene portata avanti in maniera circolare e non convenzionale. Si parla di cosa sono i concetti di pace e guerra, la violenza e l'idea di conflitto. Il gruppo condivide, analizza e sintetizza. Background accademici e culturali diversi tra di loro offrono la possibilità di guardare le tematiche affrontate attraverso prospettive che vanno dall'esperienza diretta a quella scientifico-matematica.
Nei giorni successivi l'attività si fa più pratica. I nostri trainers ci coinvolgono in attività di negoziazione, competizione strategica e cooperazione inter-gruppo. Le reazioni che si hanno nelle attività situazionali in cui siamo posti varia da persona a persona. Alcuni hanno dei comportamenti esclusivi e competitivi, altri sono sottomessi e passivi mentre atri ancora cercano di costruire una cooperazione paritaria con i propri simili.
Nell'ultima parte finalmente affrontiamo in maniera diretta i nostri problemi nazionali. Ognuno parla della situazione interna al proprio paese. La tensione è palpabile, soprattutto per quanto riguarda Armani, Turchia e Azerbaijan. L'italia cerca di stemperare e portiamo l'esempio del Trentino, facendo in modo da mostrare una narrativa alternativa, una convivenza che nonostante i suoi problemi, le sue dimensioni di violenza e i sui errori non è sfociata in un eccidio o in un conflitto sanguinoso.
L'ultimo giorno del nostro progetto si conclude con una relazione generale sui temi teorici più importanti (fatta dal sottoscritto) e un riepilogo delle analisi e delle proposte di risoluzione riguardo a i vari scenari di conflitto.

È stato entusiasmante vedere come la forza della cooperazione ci abbia portato a condividere queste esperienze e ritorno in Italia soddisfatto e fiducioso per quanto riguarda il mio futuro e quello dei ragazzi che hanno collaborato con me (con i quali ci siamo ripromessi di portare avanti un'agenda comune per il prossimo futuro). 

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