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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

venerdì 31 marzo 2023

Salvatore Domenico Vassapolli. I Servizi di Intelligence negli Stati UE.. La Spagna

 


Paese di illustre tradizione coloniale, posto al confine tra l’Europa e l’Africa, la Spagna ha da sempre avuto una vocazione transfrontaliera e multiculturale.

La fine della stagione imperialista, gli sconvolgimenti politici del Novecento e il trentennio franchista hanno prodotto una notevole instabilità interna e un diffuso senso di spaesamento sociale, parzialmente attenuato dall’adesione alla Nato nel 1982 e dalla successiva adesione alla Comunità Europea, che hanno comunque costituito l’occasione per un nuovo rilancio della cooperazione internazionale soprattutto in chiave politica, militare ed economica.

Le sfide del nuovo millennio non hanno esentato Madrid da un complessivo ripensamento della propria collocazione internazionale, anche in ragione delle sfide, dei rischi e delle possibilità esistenti all’orizzonte. Del resto, l’asse Baleari-Gibilterra-Canarie rimane tuttora un punto nevralgico del sistema di sicurezza del Paese. L’enclave di Ceuta, pur di indiscusso valore strategico, pone la Spagna quale avamposto dell’Unione Europea verso i rischi derivanti dal caos politico-sociale del Mediterraneo allargato in punto di immigrazione clandestina e terrorismo, come tragicamente dimostrato dall’attentato condotto alla metropolitana di Madrid l’11 marzo 2004.

Non stupisce, dunque, come i servizi di intelligence nazionali siano lo specchio di uno scenario così composito, la cui priorità rimane comunque la stabilità politica interna[1].

Nati nel periodo della dittatura franchista e completamente rivisitati all’indomani della sua caduta, i servizi di intelligence spagnoli sono stati oggetto di un’ulteriore riforma dopo gli attentati dell’11 Settembre 2001, nell’ambito di un più ampio ripensamento della strategia di difesa e sicurezza nazionale volta ad uno snellimento burocratico e ad un consolidamento delle regole democratiche.

In tale contesto, nel 2002, trovò i natali il Centro National de Inteligencia (CNI), formalmente dipendente dal dicastero della Difesa ma di fatto costituente un’entità a sé stante, chiamata a rendere conto dell’attività svolta unicamente al Primo Ministro spagnolo.

Il CNI assomma il ruolo di servizio preposto allo spionaggio e controspionaggio, interno ed estero, facendosi garante anche della funzione di coordinamento con le altre strutture informative del sistema di intelligence nazionale. In tal senso, il riferimento corre al Centro de Inteligencia de las Fuerzas Armadas (CIFAS), con competenza in materia di spionaggio militare, nonché al Centro Nacional de Coordinación Antiterrorista (CNCA), ovvero la struttura deputata in via sistematica all’antiterrorismo.

Dal momento che il personale del CNI è privo della qualifica di agente di polizia giudiziaria, ogni azione di contrasto al crimine di supporto nella lotta al terrorismo è per forza di cose devoluta ad appositi comparti della polizia nazionale (Comisaría General de Información - CGI) e della gendarmeria (Servicio de Información de la Guardia Civil - SIGC).

La matrice terroristica dei recenti attacchi condotti nel Vecchio Continente ha indotto la Spagna, analogamente ad altre realtà europee, a concentrare i propri sforzi principalmente per arginare il fenomeno dei lupi solitari, anche se il redivivo attivismo di alcune cellule dell’indipendentismo basco (ETA) suggerisce di non sottovalutare la minaccia posta da un possibile partenariato cointeressato delle stesse con esponenti del network del terrore, per creare quel clima di instabilità interna funzionale al raggiungimento dei rispettivi obiettivi criminali[2].



[2] A titolo esemplificativo, cfr. Santucci G., “Volevano lanciare un tir contro la Sagrada Familia”, in Corriere della Sera, 20 Agosto 2019.

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