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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 26 luglio 2017

CS1. 2015 fattori di Squlibrio FS1-FS10

2015 0.3.4 Fattori di Squilibrio Descrizione
CS.1
CAPACITA’ DI SICUREZZA. FATTORI  DI  RISCHIO

FS.1 A1. Fattore storico: conflitti
FS.2 A2. Paesi limitrofi in conflitto
FS.3 A3 Disastri naturali
FS.4 A4  Capacità dei cittadini mostrata a fronte delle Emergenze (guerra/disastri naturali ( Willingness to fight).
FS.5 A5 Area geografica
FS.6 A6 Conflitti Interni .Sfruttamento di petrolio, oro e diamanti/Sfruttamento delle risorse strategiche
FS.7 A7 Numero dei Visitatori del Paese preso in esame (Number of Visitors)
FS.8 A8 Relazione dello Stato con i Paesi limitrofi.(Neight Bourg.)
FS.9 A9 Capacità militare. (Military Capability)
FS.10 A10 Terrore Politico


FS.1 A1. Fattore storico: conflitti
Gran parte delle cause scatenanti di un conflitto permangono all’interno del Paese dove si è verificato anche dopo la sua conclusione. In effetti, Paesi che escono da un conflitto corrono il rischio, nella misura del 30%, che il conflitto si ripresenti nei cinque anni successivi alla sua conclusione. Inoltre, la stabilizzazione di uno Stato è un processo che può essere considerato concluso con successo soltanto quando lo stato riesce ad evitare il verificarsi di conflitti per un periodo di dieci anni o più.
La possibilità che un precedente conflitto possa innescarne un successivo è legata all’indebolimento delle istituzioni, all’impoverimento del Paese, al degrado delle strutture produttive. Questi fattori incrementano la dipendenza del Paese dalle risorse naturali e da attività illegali o sommerse e possono, inoltre, aggravare le condizioni interne di disuguaglianza, esacerbare gli animi per le atrocità e le perdite subite dalle fazioni in lotta.
Per ogni Stato, occorre inizialmente stabilire se vi è un conflitto in corso, oppure completato o latente. Il valore rilevato è espressione del tempo: più un conflitto è recente , più l’indice è basso, e viceversa
FS.2 A2. Paesi limitrofi in conflitto
Gli Stati non agiscono come entità isolate, ma alcuni fattori esterni, ed in particolare la presenza di un violento conflitto negli Stati limitrofi, possono esercitare una notevole influenza sulla stabilità politica di un Paese, in quanto tale situazione conflittuale può diventare un fattore destabilizzante, che può determinare un elevato rischio di crisi economica nel Paese in esame o trascinarlo nel conflitto. Come si è verificato per i conflitti nell’Africa Centrale, nell’Africa  Occidentale e nel Corno d’Africa, che hanno tutti le caratteristiche di conflitti regionali.
I Paesi più poveri risultano essere più vulnerabili da shocks esterni sia a causa della loro ubicazione geografica (predisposizione a rischi naturali) sia per  la struttura delle loro economie (la dipendenza da una ristretta serie di attività produttive e commerciali rende l’economia vulnerabile dalle oscillazioni del cambio). Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità, la siccità ricorrente ha condotto all'insicurezza alimentare ed alla  malnutrizione in larga scala nei Paesi del Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia, Gibuti, Kenia, Somalia ed il Sudan).

FS.4 A4  Capacità dei cittadini mostrata a fronte delle Emergenze (guerra/disastri naturai ( Willingness to fight).
Questo misura la attitudine dei cittadini alle emergenze, soprattutto la guerra ed i disastri naturali di ogni specie e la loro resistenza, primo fra tutti alla emergenza di  maggiore rilevanza, come detto,  la guerra. Il parametro viene dato inizialmente da 1 a 5
FS.5 A5 Area geografica
La superficie di uno Stato rappresenta il principale aspetto della ricerca in quanto il territorio è uno dei componenti base dello Stato stesso. In questa capacità la superficie dello stato è vista in termini quantitativi: più ampio è il territorio più complesse le problematiche legate alla gestione dello stesso. Da questo dato emerge un'altra limitazione dello stato. Ovvero sotto un certo valore lo Stato in quanto tale non viene preso in considerazione ma assegnato ad un'altra categoria, a quella dei Microstati.
FS.6 A6 Conflitti Interni .Sfruttamento di petrolio, oro e diamanti/Sfruttamento delle risorse strategiche.
L’analisi dei conflitti ha rivelato che il petrolio, i minerali preziosi e la droga possono essere associati allo scatenarsi o al prolungarsi di un conflitto, con modalità e meccanismi differenti:[1]
Il Fattore di rischio considerato, come parametro, è il numero dei caduti in battaglia dovuti al conflitto in corso interno, che è definito come una incompatibilità contestata che riguarda il tentativo e/0 del tentativo in cui l’uso della forza armata tra i due paesi di cui uno almeno è il Governo dello Stato. Il limite di riferimento è il numero 25 Caduti in battaglia correlati in un anno.
Fonte Istituto Internazionale di Studi Strategici, Armed Conflict, Data Base. Il valore va da 1 a 5 con l’intensità del conflitto bassa verso lo zero ed alta il contrario.
FS.7 A7 Numero dei Visitatori del Paese preso in esame (Number of Visitors)
Dati relativi al numero dei visitatori  del Paese  preso in esame, ovvero arrivi di persone (visitatori internazionali) per ragioni economiche, turistiche, culturali ed occasionali ed i visitatori non sono residenti potenziali. L’Indice va da 1 a 10 dove il valore minore e verso lo zero Fonte www.unwto.org.
FS.8 A8 Relazione dello Stato con i Paesi limitrofi.(Neight Bourg.)
Questo parametro misura la attitudine dello stato a relazionarsi con i vicini, non solo confinari. Rileva la capacità  dello Stato di avere relazioni positive e quindi capacità di prospettive. Il parametro viene dato inizialmente da 1 a 5, con  il valore minino a sinistra e il massimo a destra. Fonte:E.I.U. Analysts. Source: Economist Intelligence Units.
FS.9 A9 Capacità militare. (Military Capability)
Dati relativi al grado della tecnologia militare disponibile nel Paese. L’indice dimostra la capacità dello Stato in tema di forza militare e di sicurezza disponibile. Il valore va da 1 a 5  con il valore più basso verso lo zero. Fonte: Economist Intelligence Units.
 FS.10 A10 Terrore Politico
Il Parametro misura il valore della tenuta della Sicurezza interna ottenuta non la partecipazione e l’assenso ma con la forza ed il terrore. Amnesty International ogni anno pubblica un rapporto sul livello di terrore esistente nel paese considerato. I paesi sono codificati su una scala da 1 a 5  (molto basso –alto) in base al  livello di terrore del precedente rapporto di Amnesty International e del Dipartimento degli Stati Uniti. Rapporti Paese. Fonte Gibney M., Cornetto L., & Vood R.  Political Terror Scala
Nella media ponderazione si è messo in risalto:
il fattore guerra.
Per questa capaicità al fattore conflitto dando un peso variamente magiore al restanti cinque.
Questa ponderazione vuole indicare il fattore guerra per lo stato nel passato, nel presente e le sue conseguenze.

Nella alta ponderazione si è messo in risalto
Il fattore disastri naturali
Con l’Alta ponderazione si vuole un dato di riferimento che sia il frutto di elementi non dipendenti dalla volontà dello Stato e via via altri che via via potrebbero essere orientati in base alle sue scelte
Per l’alta ponderazione il peso massimo è dato ai disastri naturali, il massimo pericolo che uno Stato può affrontare; seguire poi il fattore storico e l’area geografica, con il significato che è stato dato. Indi la capacità militare, quale parametro relativo all’investimento nella sicurezza, poi via ivia i parametri rimanenti come la capacità dei cittadini di resistere alle emergenze, ed a parametro relativo alle relazioni , alle relazioni con i vicini



[1] - il petrolio può determinare conflitti per cambiare il governo o esercitare il controllo di una parte del territorio (ad esempio Angola, Nigeria, Sudan);
- l’oro e le pietre preziose possono essere associati al perdurare di conflitti in atto (ad esempio Angola, R. D. del Congo, Sierra Leone).
Ma occorre evidenziare la notevole influenza esercitata dal regime politico nei confronti delle risorse naturali che possono assumere il ruolo di Fattore di Squilibrio.
Infatti, l’effetto perverso dello sfruttamento del petrolio si verifica principalmente in regimi non democratici, dove la partecipazione politica è scarsa, il controllo dell’esecutivo è debole e la possibilità d’innescarsi di meccanismi perversi nella distribuzione del reddito da esso derivante  è molto elevata. Un’altra conseguenza perversa è che il governo può ricorrere a sistemi più autoritari e perfino alla repressione per proteggere le risorse, acuendo le contraddizioni e causando molte vittime.
Angola, Nigeria e Sudan non hanno un regime democratico e si annoverano tra i Pesi più corrotti del mondo.
In Angola, dal 1975, nella regione di Cabinda, ricca di petrolio, si oppongono al governo gruppi armati separatisti in un conflitto che ha già fatto 3.500 vittime. I separatisti accusano il governo di non migliorare le condizioni di vita degli abitanti di Cabinda con il ricavato del petrolio.
In Nigeria, dal 1997, nella regione del Delta del Niger, l’esercito governativo e le forze di polizia si scontrano con numerose milizie armate. Queste ultime combattono per i diritti delle comunità locali per una partecipazione migliore ai proventi dello sfruttamento petrolifero.
Nel Sudan, dal 2003 gruppi armati in Darfur si ribellano contro il governo, che accusano di non fare abbastanza per la popolazione locale. Il territorio del Darfur, con un’estensione pari a quella della Francia, è la principale risorsa contesa tra le parti in conflitto. Comunque non sia stata ancora provata la presenza di petrolio nel sottosuolo, si sospetta che il motivo principale del conflitto sia proprio dovuto ai potenziali giacimenti energetici della regione che, secondo analisti, il governo vorrebbe sfruttare senza dividere i proventi con la popolazione locale. Il conflitto ha fatto ben 60.000 vittime.
L’effetto perverso dello sfruttamento dei minerali preziosi si è verificato in maniera evidente nella R. D. Del Congo. Dal 1996 movimenti indipendentisti finanziati con il ricavato dei giacimenti minerari (diamanti, oro) hanno continuamente tentato la secessione della regione del Katanga dal governo centrale, in un conflitto che ha già fatto ben 1.500.000 vittime. Il governo autocratico, per sua volta, è accusato di continua violazione dei diritti umani e di  una dilagante corruzione. Secondo analisti dell’ONU, il rapporto tra il commercio di armi e lo sfruttamento delle notevoli risorse minerarie congolesi è strettissimo. Gli stessi esperti hanno evidenziato che finché il governo congolese non avrà uno stretto controllo dello sfruttamento del settore minerario “sarà impossibile assicurare la pace e la sicurezza nel Paese”. 
Continuando con i diamanti, Sierra Leone e Botswana sono diventati grandi esportatori di questa ricchezza; in Botswana, in presenza di un governo democratico con istituzioni efficienti, lo sfruttamento di diamanti è associato ad un controllo efficace, ad una destinazione dei renditi ottenuti verso lo sviluppo socio-economico dello intero Paese ed a un’assenza di conflitti; in Sierra Leone la stessa disponibilità, in presenza di regimi instabili, è associata allo sfruttamento illegale dei giacimenti di diamanti ed al sostegno di conflitti, a punto tale che, il 5 Luglio 2000, di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante della Sierra Leone ha dichiarato: “La radice del conflitto è e rimane i diamanti, i diamanti, i diamanti” (il conflitto in Sierra Leone si è protratto per 10 anni, dal 1991 al 2001, ed ha causato 25.000 vittime).
Tali elementi sono stati presi in considerazione nella valutazione dello Fattore di Squilibrio in riferimento. Ghana, Namibia e Sudafrica, che hanno regime democratico associato ad una assenza di conflitti, la disponibilità notevole di oro o diamanti, non è stata considerata come Fattore di Squilibrio. Si era proposto di individuare come Fattore di squilibrio lo sfruttamento di risorse strategiche. Era però limitato solo ad alcuni Paesi, non a tutti quelli considerati. Quindi si è passati ad analizzare i conflitti che queste materie prime essenziali scatenano.

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