CS.2
CAPACITA’ DI COESIONE SOCIALE
FS11.B1
Fazioni Etniche e Religiose. Minoranze
FS12.B2. Ostilità
verso gli stranieri
FS13.B3. Rifugiati
FS14.B4. Violenza
palesata nelle dimostrazioni
FS15.B5. Violenza
Criminale
FS16.B6. Laicità
dello Stato. Separazione tra Chiesa e Stato
FS17.B7. Funzionalità
dello Stato.
FS18.B8. Analfabetismo
FS19.B9. Processi
Elettorali
FS20.B10. Partecipazione
Politica
FS11.B1 Fazioni Etniche e Religiose. Minoranze
Una nuova sfida
per le capacità di uno Stato è rappresentata dai fenomeni transnazionali di
natura violenta quali traffico di armi, droga, risorse preziose, criminalità
organizzata, gruppi armati, gruppi terroristici, NGO, rifugiati. L’incapacità
dello Stato di reagire a tale tipo di minacce può condurre alla diffusione di
situazioni conflittuali nell’intera area regionale interessata. Tali conflitti
regionali hanno le caratteristiche di vere e proprie guerre civili che
interessano realtà locali, provinciali, nazionali e regionali senza tener conto
delle frontiere. Gruppi transfrontalieri, vicini ostili ed economie sommerse
possono ugualmente determinare l’instaurarsi di situazioni conflittuali. L’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - United Nations High Commissioner for Refugees
(UNHCR) - stima che nel dicembre 2004 si contava un numero globale di 9,2
milioni di rifugiati, circa 2,8 milioni (31%) collocati in Africa.
Il
concetto di discriminazione fornisce un ausilio per comprendere la correlazione
tra conflitti e instabilità politica. Quanto meno il sistema è tollerante nei confronti
di una società multi-etnica e multi-religiosa tanto più è alta la probabilità che si verifichino condizioni d’instabilità
sociale. Due indicatori sono sintomatici di questo aspetto:
- la
connotazione etnica/religiosa di una elite in una società eterogenea;
-
l’esistenza di polizie pubbliche che agiscono in maniera discriminatoria nei
confronti di alcuni gruppi. Nel 2003,
una ricerca dell’University of Maryland’s Center for International Development
& Conflict Management (CIDCM) ha individuato 31 Stati africani con
minoranze etniche/religiose a rischio di azioni discriminatorie da parte del
governo o di altri settori della società. Nove Stati (Angola, Burundi, Camerun,
R.D. del Congo, Nigeria, Senegal, Sudan, Uganda e Zimbabwe) presentano la situazione
di rischio più elevato. Confermando tale ricerca, ai contrasti di natura etnica
sono attribuiti i conflitti in Burundi, Nigeria, R.D.del Congo e Sudan.
FS12.B2.
Ostilità verso gli stranieri
L’indice misura il livello di ostilità verso
quello che non è nazionale, ovvero verso le persone straniere e, più in
generale, verso il concetto di proprietà privata. L’indice ha come minimo 0 e
come massimo 4 in
un arco di valore da 1 a
4. Fonte E.I.U. Economist
Intelligence Units.
FS13.B3. Rifugiati e
Sfollati
Uno nuova sfida per le capacità dello Stato è
rappresentata dar fenomeni trasazionalidi natura violenta quali traffico di
droga, di armi, risorse preziose, criminalità organizzata, gruppi armati,
gruppi terroristici, NGO. L’incapacità dello Stato di reagire efficacemente a
tale tipo di minacce può condrre a diffuse situazioni conflittuali dell’intera
arera regionale interessata. Tali conflitti regionali possono raggiungere anche
le caratteristiche di vere e proprie guerre civili che interessano realtà locali,
provinciali, nazionali e regionali senza tener conto delle frontiere. Gruppi
frontalieri, vicini ostili, ed economie sommerse possono ugualmente determinare
l’istaurarsi di situazioni conflittuali. L’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati United Nations Hig Commissioner for Refugees UNIHCR –in
un dato storico di dieci anni fa stimava che il numero globale dei rifugiati
nel 2004 era pari a 9,2 milioni, con 2,8 milioni ( 32%)collocati in Africa.
Il dato rilevato si riferisce ai Rifugiati per
territorio di origine ( partire dal 2010 questo indicatore include anche il
numero dei sfollati interni nel Paese. Fonte:CenterINternationalDisplacement
Monitoring. Vision of Umanity. org)
FS14.B4. Violenza
palesata nelle dimostrazioni
L’indice misura il livello di percezione della
violenza nelle dimostrazioni di protesta ne Paese. L’indice ha come minimo 1 e
come massimo 5, intesa con questo parametro una violenza molto alta. Fonte:
Economist Intelligence Units.
FS15.B5. Violenza Criminale
L’indice misura il livello di percezione della
violenza criminale nel Paese. L’indice
ha come minimo 1 e come massimo 5, intesa con questo parametro una violenza
molto alta. Fonte: Economist Intelligence Units.
FS16.B6. Laicità
dello Stato. Separazione tra Chiesa e Stato
L’indice misura il grado di consenso sociale e
coesione tra la concezione laica e la concezione clericale dello Stato,
separati e l’uni rispettosi dell’altro del Paese. L’indice ha come minimo 0,
che significa che questo grado è molto basso,
e come massimo 10, inteso con questo valore un consenso molto alto. Fonte: Economist Intelligence Units. Democrazy Index
FS17.B7. Funzionalità
dello Stato.
L’indice misura le risposte a queste domande,
volte ad una valutazione quantitativa: quale grado di libertà con ui gli eletti
al parlamento determinano la politica del Governo? C’è un effettivo sistema di
controllo e bilanciamento nell’esercizio della autorità del Governo nel Paese
considerato? L’indice ha come minimo 0 in cui le risposte hanno valore molto basso,
quasi negativo e come massimo 10 inteso questo valore come risposte positive. Fonte:
Economist Intelligence Units.
FS18.B8. Analfabetismo
L’indice misura il livello il tasso di analfabettizzazione in % della
popolazione di oltre i 15 anni di età.
Fonte: Calendario de Agostani.
FS19.B9. Processi
Elettorali
L’indice misura se le elezioni generali e gli
altri processi elettorali sono realmente competitive tra gli elettori oppure
manovrate in varia misura; e se gli elettori stessi sono liberi di scegliere in
un range ragionevole di possibilità di scelta . L’indice ha come minimo 0, che
significa che questo grado è molto basso,
e come massimo 10, inteso con questo valore un grado di libertà molto
alto. Fonte: Economist Intelligence Units. Democrazy Index
FS20.B10.
Partecipazione Politica
L’indice misura la partecipazione dei cittadini
votanti ai temi elettorali in una valutazione quantitativa nelle elezioni
nazionali e, nel contempo, prende anche in esame il rapporto dei cittadini con
la classe dei politici L’indice ha come minimo 0, che significa che questo
grado è molto basso, e come massimo 10,
inteso con questo valore un grado di libertà molto alto. Fonte:
Economist Intelligence Units. Democrazy Index
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