A tre settimane dall’inizio dell’operazione anti-terrorismo delle Forze Armate ucraine contro i separatisti filorussi nella regione di Donbass, si sono registrate circa 30 vittime tra gli insorti in seguito agli scontri verificatisi martedì 6 maggio nella città di Sloviansk. Nelle stesse ore, pesanti combattimenti hanno avuto luogo poco più a sud, nella città di Kramatorsk dove sarebbero rimasti uccisi 10 miliziani filorussi.
Gli eventi di queste ultime settimane aumentano le preoccupazioni circa lo scivolamento della crisi ucraina verso uno scenario di una guerra civile, eventualità resa più probabile dalle difficoltà che la leadership ucraina ha sinora incontrato nel tentativo di contenere l’escalation di violenza che si sta propagando nell’est del Paese. L’episodio occorso a Odessa, dove 38 attivisti filorussi sono morti in seguito a un attacco sferrato dal gruppo nazionalista Settore Destro e all’incendio che ne è s! caturito all’interno della locale sede del sindacato, ha avuto l’effetto di esasperare ulteriormente lo scontro in atto.
L’annuncio dei separatisti di voler portare avanti il referendum indetto per l’11 maggio non ha convinto il Presidente russo Putin, che ha invitato i gruppi filorussi a posporre la consultazione popolare nel tentativo di ripristinare il dialogo tra le parti, anche in ragione delle imminenti elezioni presidenziali previste per il 25 maggio.
Osservato da una prospettiva più ampia, l’esito della crisi in Ucraina sembra dipendere sempre più dallo sforzo che i principali attori internazionali coinvolti, Federazione Russa, Unione Europea e Stati Uniti, sapranno profondere nelle settimane che seguiranno, nel tentativo di trovare un accordo che al momento sembra ancora lontano, come ha evidenziato il fallimento della recente intesa siglata a Ginevra.
Gli eventi di queste ultime settimane aumentano le preoccupazioni circa lo scivolamento della crisi ucraina verso uno scenario di una guerra civile, eventualità resa più probabile dalle difficoltà che la leadership ucraina ha sinora incontrato nel tentativo di contenere l’escalation di violenza che si sta propagando nell’est del Paese. L’episodio occorso a Odessa, dove 38 attivisti filorussi sono morti in seguito a un attacco sferrato dal gruppo nazionalista Settore Destro e all’incendio che ne è s! caturito all’interno della locale sede del sindacato, ha avuto l’effetto di esasperare ulteriormente lo scontro in atto.
L’annuncio dei separatisti di voler portare avanti il referendum indetto per l’11 maggio non ha convinto il Presidente russo Putin, che ha invitato i gruppi filorussi a posporre la consultazione popolare nel tentativo di ripristinare il dialogo tra le parti, anche in ragione delle imminenti elezioni presidenziali previste per il 25 maggio.
Osservato da una prospettiva più ampia, l’esito della crisi in Ucraina sembra dipendere sempre più dallo sforzo che i principali attori internazionali coinvolti, Federazione Russa, Unione Europea e Stati Uniti, sapranno profondere nelle settimane che seguiranno, nel tentativo di trovare un accordo che al momento sembra ancora lontano, come ha evidenziato il fallimento della recente intesa siglata a Ginevra.
Fonte Cesi 144.
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