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Dopo aver atteso il risultato referendario britannico, la Germania ha da qualche giorno pubblicato il Libro bianco2016 sulla politica di sicurezza e sul futuro delle Forze Armate.
Quest’importante documento definisce la politica di difesa tedesca per i prossimi dieci anni e il ruolo che la Germania è pronta ad assumere nel contesto strategico internazionale. Numerosi erano già i segnali che facevano pensare ad una Berlino volenterosa di ampliare le capacità operative e di personale nella difesa nonché a promuovere una cooperazione multilaterale, anche a livello europeo, in termini di sviluppo industriale e di coordinamento delle operazioni, così come il documento tedesco ha ribadito. L’ampliamento del Verteidigungsministerium Già in gennaio, come riportato da Der Spiegel, il ministro della Difesa Ursula von der Leyen aveva reso nota la volontà di dedicare fino al 2030 130 miliardi di euro alla difesa, in particolare in equipaggiamenti, prevedendo un investimento annuo di circa 9 miliardi di euro se la situazione economica dovesse rimanere stabile. La posizione del ministro è stata confermata per permettere all’intero apparato militare tedesco di ampliare le capacità di difesa, dall’acquisto ed dal mantenimento degli equipaggiamenti alla creazione di nuove divisioni e l’inclusione di nuovo personale. Resa nota da un’analisi del Verteidigungsministerium (ministero della Difesa) è la costruzione entro il 2023 di un nuovo dipartimento per la cyber and information security (in tedesco Kommando Cyber und Informationsraum, KdoCIR), da creare in cooperazione con il ministero degli Interni. La sicurezza cibernetica ed informatica riguarda infatti sia la sicurezza interna che esterna, ma per essere efficiente, secondo quanto affermato dal Libro bianco, essa deve essere compresa in un quadro cooperativo più ampio, come ad esempio quello Nato. Viene previsto inoltre il raggiungimento dell’obiettivo di inclusione di quasi 19.000 nuove unità, tra cui 14.300 militari e 4.400 civili. Queste risorse dovrebbero essere impiegate nelle operazioni Nato soprattutto sul fianco orientale dell’Alleanza, nel nuovo KdoCIR, per l’utilizzo di droni e per i servizi medici. Queste forze verrebbero altresì utilizzate nella Marina per le forze speciali ed in particolare nell’ambito della cooperazione con i Paesi Bassi per l’integrazione dei rispettivi battaglioni e con la prospettiva futura di un’unione della difesa europea. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo di crescita dell’organico, la Germania ha deciso di permettere a cittadini europei non tedeschi di entrare a far parte dell’esercito. Già nel 2011 l’ex ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg aveva proposto, senza risultato, l’estensione del reclutamento a giovani di nazionalità non tedesca. Affinché l’iniziativa abbia successo, von der Leyen è chiamata a rendere la carriera militare più attrattiva per le giovani reclute e puntare al valore aggiunto del multiculturalismo e del multilinguismo della nuova Bundeswehr per appianare possibili dissensi interni. La Strategia Aerospaziale tedesca L’importanza per la Germania di una maggiore cooperazione europea nell’ambito della difesa, sia da un punto di vista industriale sia nel campo dell’addestramento e della formazione, è evidenziata anche dalla Strategia Aerospaziale pubblicata lo scorso febbraio. Il documento riflette il principio del “maggior numero possibile nella minor misura possibile”, con il quale viene data enfasi alla necessità di disporre di un apparato di difesa completamente equipaggiato, privo di inefficienze e duplicazioni. Per quanto riguarda il settore aerospaziale, la Germania mira a raggiungere un elevato livello di interoperabilità dei sistemi disponibili, permettendo così l’abbattimento dei costi ed il mantenimento del vantaggio operativo. Ancora una volta, Berlino evidenzia l’importanza di limitare, almeno in Europa, i tipi di velivoli a disposizione delle aeronautiche europee. A tal proposito si fa riferimento agli elicotteri da trasporto Sikorsky CH-53 che dovranno essere sostituiti entro la prossima decade. La scelta del tipo di velivolo che la Germania dovrà adottare è di particolare importanza, dal momento che rimane l’unico paese ad impiegare questo tipo di aeromobile. Altro punto focale del documento è il riferimento ai progetti di cooperazione intergovernativa. Secondo la visione del ministero per gli Affari economici e l’energia, per essere vantaggiosa, la cooperazione dovrebbe avvenire conferendo ad una nazione il ruolo di leader, sulla stessa falsariga del programma Euromale nel segmento degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Apr). Data la complessità del sistema Apr, il ministero promuove l’uniformità delle modalità di conferimento delle certificazioni di volo, dei programmi d’addestramento e, non da ultimo, dell’avanzamento tecnologico nel settore. Verso una maggiore cooperazione europea? La visione strategica tedesca conferma i trend di crescita e di maggiore collaborazione del settore della difesa che già da qualche mese si erano iniziati a vedere. A più riprese, il Libro bianco enfatizza la necessità di maggiore cooperazione nelle strutture Nato e a livello europeo volte rispettivamente al rafforzamento e alla creazione di un apparato di difesa collettiva cruciale per contrastare le attuali sfide. In tal senso è la decisione di ampliare la cooperazione industriale puntando sulla formazione congiunta del personale degli eserciti nazionali europei. Di certo il risultato della Brexit ha spinto la Germania a considerare un maggiore impegno nel campo della difesa e l’European Security Compact proposto da Francia e Germania lascia spazio per una futura possibile maggiore collaborazione in campo europeo. Ester Sabatino (@Ester_Sab1) è Junior Fellow presso il programma Sicurezza e Difesa dello IAI. | ||||||||
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