Il 9 gennaio le celebrazioni della festa della Repubblica serba hanno ulteriormente aggravato le tensioni che si sono riscontrate ulteriormente aggravate. Il 9 gennaio si ricorda la dichiarazione di indipendenza della Repubblica serba nel 1992 che segnò l'inizio della guerra in Bosnia ee celebrarla è proibito dalla costituzione bosniaca
Quest'anno l'evento si è tenuto per la prima volta a Sarajevo est una località a maggioranza serba vicini alla capitale e molti osservatori ed analisti hanno interpretato come la ennesima provocazione al mondo occidentale ed europeo del leader serbobosniaco Lilorad Dodik che ha più volte espresso l'intenzioni di proclamare la secessione della Bosnia.
In questa occasione il premier Dodik ha conferito la più alta onorificenza della Repubblica serba al presidente russo Vladimiro Putin, che come immaginabile non era presente.
La situazione è estremamente chiara. La leaderschip bosniaca cerca di lucrare nella situazione attuale accettando advance e liasons provenienti da Mosca per avere vantaggi immediati. Non sono bastati gli anni di guerra a queste leaderschip che hanno portato lutti tragedie, povertà e miseria. Creare crisi in seno ai Balcani cercando di pescare nel torbido porterà solamente ulteriori miserie povertà e tragedie. Non si tiene conto, peraltro, che i tempi sono proprio cambiati. Con il nuovo concetto strategico Nato adottato a Madrid nel marzo 2013, i tempi del navigare nel grigio barcamendadosi tra gli opposti, non permette più spazi per lucrare qualche cosa. Avere le spalle non sicure non rientra nelle nuove linee di difesa. Per la Bosnia Erzegovina non si annunciano giorni facili, sopratutto per i suoi leader che amano i giochi di azzardo
Cfr. anche Internazionale n. 1494 13 gennaio 2023.
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