Russia
La Commissione Europea ha dichiarato illegali i contratti stipulati dalla società russa Gazprom con i Paesi UE per la costruzione del gasdotto South Stream nei Balcani. Ai governi di Bulgaria, Ungheria, Croazia, Slovenia, Austria e Serbia (quest’ultima membro candidato UE e firmataria delle leggi comunitarie sull’energia) la Commissione ha chiesto la rinegoziazione degli accordi bilaterali nel rispetto del cosiddetto “Terzo Pacchetto Energetico”. Questo prevede che siano due società distinte a produrre e distribuire il gas, in modo da salvaguardare il libero mercato. I Paesi UE citati nella dichiarazione della Commissione dovrebbero dunque coinvolgere altri soggetti economici nella costruzione della pipeline oltre alle proprie compagnie di bandiera. Le motivazioni politiche della Commissione che sottendono alla pronuncia, sono da ricondurre alla strategia energetica dell’Unione Europea, volta alla diversificazione dell’approv! vigionamento in concorrenza alla posizione di preminenza di Gazprom. Il South Stream da questo punto di vista rappresenta per la società energetica un rafforzamento della posizione di maggior fornitore extraeuropeo. La nuova pipeline infine potrà giocare un ruolo politico anche per Mosca che si serve del gas per cercare di estendere la sua influenza in Europa.
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