Pubblicato
su Rivista Informatica Graffiti on
line.com del mese di giugno 2022. https://www.graffiti-on-line.com/home/opera.asp?srvCodiceOpera=2027
Un breve commento sull’Operazione
Speciale russa in atto (eufemismo di “guerra d’invasione”) dove, anche se con
gravi ritardi, l’orientamento generale degli eventi in corso sembra, in
prospettiva, dare ragione ai Russi. La cosa che non torna è però il fatto che
tutto è nato dalla manifestata volontà russa di “denazificare” la nazione
ucraina e di garantire la sicurezza della stessa Russia dall’avanzante minaccia
occidentale (USA e NATO). Orbene, questa brutale ed assurda logica russa
sembrerebbe abbeverarsi ai principi e alle logiche mutuati proprio dal Nazismo,
oltre che dalla scuola geopolitica di riferimento (Ratzel, Haushofer).
Di fatto, proprio dal Nazismo nasce il concetto di “spazio vitale” (Lebensraum),
che oggi Putin, antistoricamente e con denominazione diversa, ci sciorina come
una esigenza imprescindibile di sicurezza della nazione russa moderna, erede
dell’imperialismo degli zar, prima e sovietico, dopo. La Russia di Putin,
sostenuta dall’influenza religiosa che il Patriarca di Mosca Kirill esercita su
gran parte del popolo russo, si sente la portabandiera dell’ortodossia cristiana ed ha assorbito l’idea predicata dalla
Chiesa Ortodossa russa secondo cui l’Occidente sia divenuto un mondo corrotto e
scandaloso, patria di ogni libertinaggio sociale e morale (questo punto
necessiterebbe effettivamente di una meditazione profonda “pro domo nostra”.
Dove va a finire una società senza i doveri tipici di ogni contratto sociale e
senza freni, nella quale conta soltanto la libertà a tutti i costi ed in ogni
campo ? ...). Tornando all’argomento
introduttivo, a mio avviso, la pretesa contaminazione nazista dell’Ucraina,
paragonata alla situazione sociale russa, presenta molti aspetti in termini di sociali,
a vantaggio dell’Ucraina. Inoltre, la struttura organizzativa del Nazismo paragonata a
quella attuale russa, presenta enormi differenze in termini di efficienza, a
vantaggio del primo !!! In effetti, per i Tedeschi, lo spazio vitale
era quello ad est del loro territorio. Per conseguire gli obiettivi che si
erano prefissati, i Nazisti si sono dotati di un adeguato strumento militare:
hanno predisposto una potente aviazione di supporto tattico, nel numero e nelle
caratteristiche ed una massa d’urto corazzata di livello avanzato rispetto al
livello esistente negli altri Paesi. Insomma, uno strumento strettamente
coordinato in grado di poter condurre una guerra lampo (Blitzkrieg),
inaugurando così la stagione, pur vecchia, della politica del “fatto compiuto”.
In pratica, questo era il programma di Putin, calcolato a ridosso del nuovo
clima di disimpegno che, da Trump in poi, anima la strategia americana, che è
quello dell’abbandono frettoloso dei teatri di spiegamento delle forze in
funzione bellica e/o di peacekeeping, divenuti un peso in fatto di mezzi e di
vite umane. Potremmo quindi affermare che l’Occidente, a parte forse
l’Inghilterra, davanti alle ambiguità, all’impreparazione ed alle irrisolutezze
degli avversari tedeschi di allora, si trovasse nelle stesse condizioni morali
e materiali dell’Occidente di oggi e di questa situazione anomala, credo, abbia
approfittato Putin. Ma qui viene al pettine la differenza dell’iniziativa
tedesca del 1939 rispetto al progetto russo di oggi: pur conducendo Putin una
cinica Realpolitik, secondo la logica del Lebensraum nazista, i Russi
hanno nettamente messo in evidenza di non aver saputo predisporre uno strumento
militare adeguato per accompagnare, con una blitzkrieg, il loro malcelato e strisciante desiderio di ritorno
all’imperialismo. La guerra lampo per impadronirsi di tutta l’Ucraina (merito
del popolo ucraino e dell’intelligence USA), prima di qualsiasi reazione
occidentale, è miseramente fallita. La sorpresa strategica non si è verificata
ed ora la Russia deve lottare contro il tempo, in una situazione di grave
disagio, (problemi interni, situazione economica, costi del conflitto, scarsità
di risorse, elevato numero di perdite umane e di mezzi, opinione pubblica
mondiale, atteggiamento ambiguo della Cina più che altro preoccupata di subire
una grave recessione a causa del rallentamento dei commerci), per cercare di conseguire almeno i suoi
prefissati risultati minimi. A prescindere di come andrà a finire il conflitto in atto, rimane
comunque il fatto che l’iniziativa russa si è rivelata in primo luogo, una tragedia per le numerose vittime provocate dal
conflitto: le migliaia di militari ucraini e russi morti nei combattimenti e le
migliaia di civili uccisi nei bombardamenti e, a quanto dicono, nei
rastrellamenti, nella resistenza ed in altre operazioni che sono tuttora
oscure. Tra le “vittime” vanno annoverati anche circa 10 milioni di Ucraini
costretti a fuggire dalle loro residenze, all’interno o verso l’Europa, oltre
ad una minoranza deportata, a quanto si dice, in territorio russo, secondo
Putin, per fornire loro aiuto ed assistenza temporanei.
Non si hanno
dati precisi sulla dimensione di questo esodo; si sospetta comunque che,
almeno dal punto di vista numerico, esso possa essere il più importante in
Europa dalla 2^ Guerra Mondiale, con la non trascurabile differenza che le
frontiere europee dell’Occidente si sono aperte senza difficoltà a nuclei
familiari, malati, minori, senza far loro mancare nulla, anzi assegnando subito
a ciascuno un assegno personale in danaro. Rimane comunque il fatto che si tratta di uno enorme sperpero di risorse umane che segnerà
durevolmente il destino di tutta l’Europa e di una profonda
frattura, difficilmente sanabile appare, nell’immediato futuro, prodottasi fra
i popoli delle due nazioni, da secoli Paesi fratelli. Non sarà facile scrivere
la storia reale delle ragioni, dei precedenti, dei motivi scatenanti, di questa
vicenda davvero ingarbugliata fino talvolta a rasentare i toni del romanzo
giallo.
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