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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 30 aprile 2025

Tesi di Laurea "L'Intelligence edil Terrorismo Internazionale"

Roberto Scandurra 

Premessa.


 La tesi è strutturata in tre capitoli. Dopo una breve introduzione, il primo capitolo, intitolato “Intelligence”, analizza il campo dell’Intelligence delineandone i concetti base, partendo dalla definizione, passando per lo scopo, elencando i principi su cui si fonda la produzione, fino a determinare le categorie dei prodotti derivanti dalle analisi e infine esaminando il Ciclo dell’Intelligence.

Il secondo capitolo, intitolato “Origine ed evoluzione del terrorismo di matrice islamica”, introduce ciò che numerosi studiosi hanno approfondito nel corso degli anni in materia di terrorismo, tra questi, David Rapoport1, è stato uno dei primi accademici a sviluppare la teoria delle “onde del terrorismo” che traccia l’evoluzione storica del fenomeno attraverso quattro “onde” principali. Queste onde rappresentano periodi distinti in cui il terrorismo ha assunto caratteristiche e obiettivi unici.

In particolare, la quarta onda di terrorismo, che ha preso forma dagli anni novanta fino ad oggi (ma ha guadagnato notorietà internazionale soprattutto dagli anni 2000 in poi quando gruppi come Al-Qaeda e il successivo ISIS hanno iniziato a svolgere un ruolo di primo piano nella politica internazionale, rendendosi responsabili di gravi attentati), è dominata dal terrorismo islamico che mira a promuovere un’agenda religiosa specifica come l’istaurazione di uno stato islamico globale attraverso la violenza e l’intimidazione2.

L’esposizione verte, pertanto, sulla quarta onda di terrorismo, ovvero quello islamico, Jihadista, attraverso la ricostruzione storica degli assetti geopolitici più significativi, analizzando l’ideologia, le motivazioni e il contesto in cui si sviluppa.

Vengono esposte le posizioni e le risposte della Comunità Internazionale, dell’Europa e dell’Italia alla minaccia globale del terrorismo, analizzando anche la nuova forma di terrorismo, il NIT (Nuovo Terrorismo Insurrezionale).

Nel terzo capitolo, prima delle conclusioni finali, vengono formulate considerazioni sul presente e sulle prospettive future dell’Intelligence.

Il Testo della Tesi è presso la Emeroteca del CESVAM. 

martedì 29 aprile 2025

Operazione "Caso verde" L'Occupazione della Cecoslovacchia. (1938)

 OPERAZIONE “Caso Verde”.

L’occupazione della Cecoslovacchia

Sergio  Benedetto  Sabetta

 

            Nell’attuale tensione diplomatica in cui le parti giocano al rilancio per ottenere il massimo dalle trattative, se non addirittura di realizzare l’obiettivo primario, è da ricordare il “Caso Verde” del 1938-39, ossia il nome in codice del piano segreto per attaccare e occupare la Cecoslovacchia e gli eventi che ne conseguirono.

            La Cecoslovacchia era il frutto della sconfitta dell’Impero asburgico nella Grande Guerra e delle teorie Wilsoniane, il 14 novembre 1918 il Comitato nazionale di Praga assumeva i poteri militari e civili proclamando la Repubblica.

Con i successivi trattati di Versailles e di Saint-Germain ottenne, da parte tedesca, il territorio nella Slesia di Hlucin e dalla dissoluzione dell’Impero asburgico, oltre che la Boemia e la Slovacchia, anche la Moravia e la Slesia.

            Sebbene uno dei paesi più progrediti culturalmente ed economicamente dell’Europa centrale, soffrì da subito del revanscismo tedesco e dei problemi etnico -territoriali derivanti dalla varietà della sua popolazione. 

            Su 15.240.000 di cittadini nel 1937, il 50% era costituto da Cechi, il 17% da Slovacchi, il 22,3% da Tedeschi dei Sudeti, il 4,8% da Magiari, il 3,8 % da Ucraini – Ruteni, l’ 1,3% da Ebrei e, infine, dallo 0,6 % di Polacchi, oltre ad ulteriori minoranze tra cui Romeni e Zingari.

            Il 28 maggio 1938 Hitler, riunito nella Cancelleria lo Stato Maggiore della Wehrmacht, annunciò l’intenzione di invadere la Cecoslovacchia ( Piano Verde), la notizia giunta a conoscenza degli Inglesi e dei Francesi spinse il primo ministro inglese, d’intesa con il governo francese, Lord Arthur Neville Chamberlain, a recarsi più volte in Germania per trattare con Hitler senza alcun esito.

            Il 12 settembre, con il favore dell’Italia, Hitler ripresentò la richiesta di una piena autonomia e del diritto di autodecisione per i Tedeschi dei Seduti, alla quale Inghilterra e Francia fecero sostanziali concessioni.

            Hitler ormai convinto che le Potenze occidentali non sarebbero entrate in guerra rialzò la posta, puntando segretamente allo smembramento dello Stato Cecoslovacco sotto controllo tedesco.

            La crisi era ormai diventata una crisi europea e Chamberlain, consultatosi con il primo ministro francese Daladier, chiese un incontro urgente con Hitler che fu fissato per il 15 settembre.

            A Berchtesgaden il pomeriggio del 15 Hitler ribadì la ferma volontà di ottenere la secessione dei Sudeti, Chamberlain chiese di potere consultare il suo Gabinetto e il governo francese in cambio della promessa che nel frattempo i Tedeschi non si sarebbero mossi.

            Tornato a Londra, mentre i Francesi si dimostrarono come gli Inglesi favorevoli ad accettare le richieste tedesche, vi fu un netto rifiuto da parte del governo céco che ricordò alla Francia il patto di alleanza firmato, tuttavia innanzi ai tentennamenti francesi il governo céco , sentendosi abbandonato, il 21 settembre si dimise.

            Il 22 settembre Chamberlain ritornò in Germania e nel pomeriggio a Godesberg sul Reno incontrò Hitler, riferì che le richieste tedesche erano state accettate e che i Sudeti potevano passare alla Germania senza la necessità di un plebiscito, per le aree a popolazione mista una futura commissione di tre membri, tedesca, ceca e neutrale, avrebbe deciso.

            Infine, i trattati di assistenza della Francia e della Russia potevano essere sostituiti da una garanzia internazionale, così da rendere la Cecoslovacchia assolutamente neutrale.

            Hitler pretese, rialzando la posta, che i Sudeti venissero immediatamente occupati dalla Germania entro il 1 ottobre, le trattative proseguirono il giorno seguente per via epistolare, alla sera vi fu un ulteriore drammatico colloquio.

            Allo statista inglese fu presentato un memorandum con allegata una carta geografica contenente le pretese territoriali tedesche, l’evacuazione dei cechi dai Sudeti doveva iniziare il 26 e terminare il 28 settembre, davanti alle proteste inglesi il termine fu spostato al 1 ottobre, data che peraltro era già stata segretamente fissata per l’attuazione del piano “Caso Verde”.

            L’ultimatum fu respinto dai governi francese, inglese e céco, la Francia dichiarò che avrebbe mobilitato, lo stesso l’Inghilterra in appoggio della Francia in caso di guerra, mentre Praga aveva già ordinato la mobilitazione.

            L’ultimatum scadeva alle ore 14,00 del 28 settembre, la guerra appariva inevitabile, sebbene buona parte dei generali della Wehrmacht fossero contrari, quando nella tarda mattinata Chamberlain chiese la mediazione di Mussolini, che accettò anche per evitare gli obblighi del “Patto di acciaio”.

            Nel pomeriggio, durante una drammatica seduta della Camera dei Comuni, arrivò la notizia che Hitler aveva accettato di spostare la mobilitazione di 24 ore per incontrare a Monaco Chamberlain e Daladier con la mediazione di Mussolini, esplose un applauso con la sola astensione di Churchill.

            Il 29 settembre 1938 nel pomeriggio avvenne l’incontro a Monaco senza la Cecoslovacchia per volontà tedesca, Mussolini presentò un memorandum ispirato dai tedeschi per i negoziati che fu accettato a notte inoltrata.

            L’accordo prevedeva l’immediato inizio della evacuazione dai Sudeti dei céchi da completarsi entro il 10 ottobre, senza alcun indennizzo per i beni lasciati e a completo carico di Praga.

            Sei mesi dopo, tra il 15 e il 16 marzo 1939, violando gli accordi di Monaco tutta la Boemia e la Moravia fu occupata e dichiarata Protettorato, il 16 marzo anche la Slovacchia fu posta sotto la protezione tedesca, la Polonia e l’Ungheria presero a loro volta i territori a maggioranza polacca e magiara.

            Il risultato immediato fu l’ulteriore decisione di Hitler di alzare la posta anche sulla Polonia, la diffidenza dei Russi verso le potenze occidentali con il conseguente patto Ribbentrop - Molotov dell’agosto 1939, la crescita dell’ammirazione di Mussolini per la spregiudicatezza di Hitler, ma anche l’eliminazione di qualsiasi opposizione tra i generali nella Wehrmacht che di fronte all’aggressività di Hitler erano rimasti titubanti, oltre all’acquisizione dei territori centrali dell’Europa per la successiva offensiva verso la Polonia.

 

 

 

Bibliografia

 

·        R. Cartier, La seconda guerra mondiale, Vol. I, Arnoldo Mondadori ed. 1968;

W. L. Shirer, Il convegno di Monaco, 36 – 62, Vol. I , Tutta la seconda guerra 

sabato 19 aprile 2025

Il Problema del sistema difensivo unificato nella U.E.

 Sergio  Benedetto  Sabetta


            La caduta dell’Unione Sovietica ha fatto credere di avere vinto definitivamente la Guerra Fredda, risolvendo tutto in termini economici gli USA non hanno pianificato alcuna strategia se non quali poliziotti globali, spettacolarizzando i conflitti secondo una narrazione distaccata dalla realtà, così che la guerra diventa fine a se stessa, slegata da precisi disegni politici, fondata su elementi esclusivamente tecnologici e di comunicazione ( G. De Ruvo, La guerra post – moderna e il principio d’irrealtà, 57 – 68 in “ Fine della guerra” Limes 4/2024).

            Una serie di insuccessi e la crisi economica ha portato gli USA a ritirarsi da varie aree del globo, a concentrarsi sul settore più sensibile, il Pacifico, valorizzando la propria potenza navale in antitesi alla potenza di terra, un vuoto che altre potenze regionali cercano di riempire affiancando il conflitto USA – Cina.

            In questo processo si è ridefinita la funzione della NATO, utilizzata dalla fine della Guerra Fredda in modo improprio con interventi fuori area a sostegno degli USA,  sebbene nata con fini distensivi.

            Il conflitto in Ucraina ha evidenziato tutte queste problematiche rimaste sotto traccia, come la volontà della Russia di riaffermare una propria area di influenza necessaria a mantenere una coesione interna, essendo nata come impero su vasti territori e differenti storie etniche, in contrapposizione all’allargamento della NATO e dell’UE.

            La necessità dell’UE di difendersi autonomamente mette in evidenza i suoi limiti e tempi necessari, nonostante i proclami fondati su una spesa del 2% del PIL da raggiungere in tempi brevi, che per l’Italia dovrebbe essere di circa 36-38 miliardi di euro all’anno, anche se per gli USA l’Europa dovrebbe spendere fino al 5% del PIL.

            Dobbiamo considerare che la Cina nel 2021 è arrivata al 7,1% del PIL, pari a 243 miliardi di dollari, posizionandosi per il decennio 2010-2020 al terzo posto con 381,6 miliardi di dollari, dopo gli USA con 2.880 miliardi di dollari e il Regno Unito con 481,5 miliardi di dollari, ma davanti alla Russia con 356,8 miliardi e alla Francia con 277,3 miliardi (Dati Sipri-Stockholm International Peace Research Institute).

            Vi è la necessità di un ordine, in quanto il caos è peggiore dell’autoritarismo, tanto è vero che il disordine richiama la volontà di un qualche ordine che dia sicurezza, come ricorda Kaplan, ma l’arroganza di una classe dirigente senza una visione strategica coerente e una popolazione messa in un eterno presente senza storia, crea le premesse del disastro (F. Petroni, La perduta sensibilità tragica dell’America, 81-91, in “Fine della guerra”, Limes 4/2024).

            Vi è una difficoltà nell’individuare nel Nuovo Ordine gli obiettivi finali della nuova amministrazione USA, risulta peraltro chiaro il rientro di attività strategiche quali la cantieristica, decentrata in Asia e la spinta di un maggiore impegno finanziario dei paesi UE in materia miliare, tenendo presente che vi sarebbe peraltro un notevole ritorno economico in commesse militari per l’industria USA, favorendo al contempo il rientro dal notevole debito accumulato in questi decenni.

            In questo incrocio tra il riequilibrio strategico e quello economico  attraverso dure trattative sui dazi, considerando che gli USA sono i consumatori finali più grandi, l’UE ha la necessità di trovare nuovi accordi commerciali e al contempo finanziare il riarmo, scorporando le spese per la difesa dal Patto di stabilità e crescita quale debito oppure tagliando altre spese o alzando le tasse.

            Parlando di difesa europea occorre preliminarmente distinguere tra “esercito europeo” e “difesa europea”, nel primo caso occorrono le stesse armi, un comando unificato e un indirizzo politico comune, ossia un unico soggetto politico, cosa non attuale per l’UE, nel secondo caso vi è un semplice coordinamento.

            Oltre all’aumento della spesa vi è il problema tecnico dei diversi modelli di armamento che si riflette sia sulla spesa che sulla logistica, oltre al divario tecnologico con gli USA, a cui si affianca la capacità produttiva che potrebbe essere colmata in un lasso temporale dai tre ai cinque anni se non oltre, si parla per l’Italia tra i cinque e i quindici anni.

            Attualmente le spese europee per la difesa dovrebbero andare per il 50% alla acquisto di forniture dagli USA, con piccole quote a Israele e Corea del Sud, anche l’idea di schierare truppe in Ucraina è irrealistica mancando un sistema satellitare adeguato oltre ad una capacità logistica sufficiente per supportare un elevato numero di soldati che dovrebbero avere peraltro adeguati turni di rotazione (G. Cossiga – Presidente Aiad, Difesa comune, non servono solo i fondi, 4-5, Il Secolo XIX, 4 marzo 2025).

            A questo si affianca un problema culturale dovuto al lungo periodo di pace e alle narrazioni a – storiche che sono state diffuse, lontane da una visione politico-strategica ed economica, in particolare per l’Italia in cui vi è stato un indebolimento del concetto di Stato e della narrazione Risorgimentale ( A. Schiavone, Italiani senza Italia. Storia e identità, Einaudi 1998).

            Per ottenere i materiali e i sistemi d’arma che ci occorrono, ci vorranno invece dai cinque ai quindici anni. Cambiare la mentalità di un sistema e la cultura politico-strategica del nostro paese, infine, sarà un processo ancora più lungo, complesso e incerto, a meno che non si verifichi un grosso shock.  Specialmente per noi italiani, tra i quali è già affiorata la tentazione di trasferire al più presto la delega a proteggerci dagli Stati Uniti, che non vogliono più assumersi questa responsabilità, a un’Europa nella quale sarà difficile trovare interlocutori più sensibili di noi alla salvaguardia dei nostri interessi nazionali” (G. Dottori, L’Italia riarma lentamente, 183-189, in “Una certa idea di Italia”, Limes 2/2024).    

giovedì 10 aprile 2025

La NATO. quale ruolo nella politica della nuova amministrazione statunitense.

 Dopo l'insediamento della Amministrazione Trump la NATO ha subito fortissimi scossoni tanto da mettere in discussione la propria credibilità. Lo strappo perpretato a Waschington verso i suoi alleati atlantici, i quali primariamente sono diventati "nemici" in una guerra commerciali senza pari, basata su dazi che partono dal 25% al 200%, principalmente sui prodotti Canadesi ed in generale europei.  Con questa premessa, ci si sta accorgendo che gli statunitensi si stanno sempre più allineando sulle posizioni di Mosca, in un avvicinamento già annunciato in campagna elettorale e ampiamente dimostrato durante il primo mandato trumpiano.

Il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov, con con malcelata soddisfazione ha potuto dichiarare" la nuova amministrazione (statunitense) sta cambiando rapidamente tutte le considerazioni di politica estera. Ciò coincide in gran parte con la nostra visione.

Nelle ultime tre settimane gli Stati Uniti hanno fatto tre importanti concessioni alla Russia:

1. Il 12 Febbraio Trump ha commentato che l'Ucraina non avrebbe recuperato tutto il suo territorio ( ennesimo popolo tradito, dopo i Vietnamiti, i Siriani, gli Afgani (a cui era stata promessa la democrazia), i Venezuelani ecc. prima sostenuti e poi abbandonati in base ai mutevoli interessi statunitensi), e che l'Ucraina non entrerà mai nella NATO. Cosi dichirando ha concesso alla Russia un sostanziale vantaggio nei futuri negoziati ( sono tali?) per la cosiddetta pace che Waschington avrebbe dovuto mediare

Lo stesso giorno  TRump ha detto che avrebbe incontrato Putin, rompendo l'isolamento diplomatico imposto a Mosca dai Governi occidentali. Il giorno dopo ha sconquassato anche i ranghi del G/, da dove la Russia era stata espulsa dopo l'annessione della Crimea (2014), chiedendo la sua riimisione in questo consesso.


 Come frase finale al tutto ha dichiarato che è Stato L'Ucraina a dichiarare  e provocare la guerra alla Russia. (gli statunitensi non accettano più di sentire la frase "aggressore russo2). ed all'ONU gli Stati Uniti alcuni giorni dopo hanno vitato insieme a Russia, Bielorussia Corea del Nord contro una risoluzione dell'Assemblea dell'ONU proposta dagli Europei ed in cui si indicava la Russia come "aggressore"

In tutto questo quale ruolo può avere la NATO?

Info: didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org

venerdì 21 marzo 2025

INFOCESVAM N. 1 DEL 2025 Gennaio Febbraio 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Canale You Tube: ISTITUTONASTROAZZURRO. - CESVAM

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ANNO XII, 61/62/, N. 1, Gennaio Febbraio 2025, 1 marzo 2025

XII/1/951 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 1 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 951 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

XII/1/952 – Aggiornamento Blog – Sinossi – www.atlanteamerica.blogspot.com. Carte e commenti sulla nuova visione della Amministrazione Trump. Nel mese di febbraio ha avuto 1267 contatti, per un totale di 30 040. I post pubblicati sono 520

XII/1/953 – Questo numero di Infocesvam è dedicato principalmente ai risvolti statistici e alla situazione dei Blog attivi sia storici che geografici che associativi.

XII/1/954 - La sessione di laurea invernale (10 marzo 2025) del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 7 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/955 Blog www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato alla data odierna i suoi blog.  È stato trattato il tema del I Fronte della Guerra di Liberazione in vista dell’80 anniversario della fine della guerra di Liberazione

XII/1/957 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 aprile 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 2 del 2025. (Uscita giugno 2025) 

XII/1/958 - Nei 11 blog di Storia nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 3429 (dicembre 2024: 3129) in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 300 unità pari ad un aumento del 20%.

XII/1/959 – Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM ha organizzato il 16 gennaio 2925 a Recanati la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Mario Alessandro Ceccaroni.

XII/1/960. A partire da giovedì 8 gennaio 2025 è stato aperto un Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Tale Canale è stato inteso come vetrina dell’Istituto del Nastro Azzurro e presenterà nel primo trimestre 2025 i Quadri componenti il Manifesto del Centenario (vds). I video saranno trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

XII/1/961 – In distribuzione il n. 4 del 2024 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione

XII/1/962 - Nei 11 blog di Storia nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 6433 (febbraio 2025: 3429 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 3009 unità pari ad un aumento del 1000%., in pratica i contatti si sono raddoppiati

XII/1/963 – Il 27 febbraio 2025 al Museo dei Granatieri Roma è stato presentato il 1 volume “Storia Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni, 2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari. Il volume entra nelle “Letture” del Master di Politica Militare Comparata

XII/1/964 – Il Blog www.unucispoleto.blospto.com dal 1 gennaio 2025 ha assunto la denominazione di www.informazioneedintelligence.blogspot.com . Tratta degli aspetti riguardanti il contributo alla cultura della sicurezza. Nel mese di febbraio ha avuto 110 contatti, per un totale di 25563. I post pubblicati sono 430

XII/1/965 – Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 2133 (dicembre 2024: 2132) in totale. In pratica i contatti sono rimasti stabili né in diminuzione né in aumento

XII/1/966 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 6 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/967 - Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM organizzerà il 1 marzo 2925 a Potenza Picena in occasione della Festa della Donna che cadrà il prossimo 8 marzo la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Sergio Piermanni

XII/1/968 – Il Blog “www.uniformologia.blogspot.com ha avuto nel mese di gennaio 2025 n. 1416 contatti (dicembre 2024 erano stati 1024). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 1879. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati 12951. La tendenza per questo Bimestre è positiva con oltre 400 contatti più ogni mese.

XII/1/969 - Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 11863 (gennaio 2025: 2133) in totale. Questo aumento così vistoso è dovuto al numero di contatti registrati per “www.valoremilitare,blogspot.com che ne ha avuto in più 7861 rispetto al mese precedente di 9533.

XII/1/970 - L’esame finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti Terrorismo internazionale si terrà il 10 (www.unicusano.it/master)

XII/1/971 - Nei 10 blog di Carattere Geografico e Geopolitico  aggiornamento sinossi dei Master) nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 1890 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (1667) del 20%.

XII/1/972 - La Presidenza Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti del CESVAM.  È stato proposto il Gen Luigi Marsibilio (Federazione di Ancona) con le indicazioni di delega a rotazione agli altri esponenti del CESVAM

XII/1/973 - Il Blog www.valoremilitare.blogspot.com  ha avuto nel mese di Gennaio 2025  n. 1122 contatti (Dicembre 2024 erano stati 1122). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 9533. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati  205945 La tendenza per questo Bimestre è positiva e si rileva questo dato anomalo che il blog è stato visitato da circa 10000 persone. Riportando l’edizione di QUADERENI ON LINE il dato appare positivi, in chiave di divulgazione.

XII/1/974 – Nei 10 blog di Carattere Storico nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 10474 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (3726) del 289%.

XII/1/975 - Prossimo INFOCESVAM (marzo- aprile) sarà pubblicato il 1 maggio 2025. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 10 marzo 2025

Tesi di Laurea Salvatore Domenico Vassapolli TERRORISMO INTERENAZIONALE E DISPOSITIVO INTEGRATO; VERSO UNA AGENZIA EUROPEA DI INTELLIGENCE

 

Master

in

“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale.

Obiettivi, Piani e Mezzi.”

 


Terrorismo internazionale e dispositivo integrato di sicurezza: verso un’agenzia europea di intelligence

                             


PREMESSA

 

Fino alla caduta del muro di Berlino la sicurezza internazionale coincideva con la mera protezione manu militari della sovranità territoriale nell’ottica del mantenimento dello status quo. Pertanto, nella concezione “tradizionale” di sicurezza vi era spazio per un unico tipo di attore, ovvero lo Stato, ed un unico tipo di strumento di risoluzione delle controversie, ossia le forze armate. Sennonché la frantumazione del sistema bipolare ha indotto ad un cambiamento strutturale delle relazioni di sicurezza a livello globale[1].

Così, da una concezione “statocentrica” ed unidirezionale delle minacce, ben presto, si è passati ad una visione multiforme e multidimensionale delle sfide alla stabilità internazionale. In tale rinnovato scenario la concezione “tradizionale” di sicurezza è apparsa ampiamente inadeguata alle necessità e sfide del tempo, incapace com’è di tenere in debita considerazione le altre fonti di insicurezza che caratterizzano un sistema mondo altamente globalizzato e, per tale motivo, esposto ad un ampio spettro di minacce attuali e potenziali[2].

Rebus sic stantibus accanto allo Stato, attore protagonista per definizione, emergono nuove entità che reclamano a gran voce maggior visibilità sul palcoscenico internazionale. Tale novità sulla scena globale ha indotto ad un ripensamento delle politiche di sicurezza contemporanee, nella matura consapevolezza della variabilità delle minacce alla stabilità internazionale e della loro possibile provenienza da attori di tipo diverso[3].

Peraltro, se è pur vero che l’attuale quadro di rischio è in buona parte il risultato dell’incompiuta opera di restaurazione di un ordine internazionale politicamente stabile all’indomani della fine della Guerra Fredda, tuttavia, anche il fenomeno della globalizzazione ha giocato un ruolo di primo piano nella ridefinizione sostanziale delle politiche di sicurezza contemporanee[4].

Al cospetto di un fenomeno spesso caotico e contraddittorio, in cui coesistono spinte centrifughe e centripete, interdipendenza e frammentazione, squilibri economici e sviluppo accelerato delle tecnologie dell’informazione, si appalesano così tutte le difficoltà della comunità internazionale nella corretta gestione delle odierne minacce alla sicurezza, vieppiù articolate e complesse[5].

Il presente lavoro ha ad oggetto proprio l’antiterrorismo internazionale, ovverosia l’analisi di tutte quelle iniziative finalizzate al contrasto del terrorismo ovunque questo si manifesti, senza dubbio una delle sfide più ambiziose e, al contempo, delicate del nuovo millennio.

Pur senza pretesa alcuna di esaustività, nel corso dell’elaborato sarà premura di chi scrive fornire al lettore un quadro aggiornato sia delle minacce terroristiche di nuova generazione alla stabilità internazionale, sia dello stato dell’arte delle conseguenti politiche di sicurezza contemporanee, per poi concludere indicando talune prospettive di riforma propedeutiche ad una gestione più efficace ed efficiente degli attuali principali fattori di rischio alla luce del contesto di riferimento che ne fa da sfondo.

Sia chiaro fin da subito, il percorso in vista della restaurazione di un ordine politicamente stabile sul piano internazionale si appalesa indubbiamente tortuoso, nondimeno, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto, perché nonostante il caos dei tempi è ancora possibile tracciare una sicura direttrice di marcia, nella ferma convinzione che è proprio grazie a studi come questo che anche i fenomeni più complessi possono venire compresi e poi, almeno in parte, affrontati anziché accettati sublimemente.


[1] In argomento, si rinvia a Foradori P., “Sfide globali e risposte nazionali: le trasformazioni della sicurezza nell’era dell’interdipendenza”, in Globalizzazione e processi di integrazione sovranazionale: l’Europa, il mondo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006, pp. 179-209.

[2] Con le parole di Krause K.-Williams M.C., “Broadening the agenda of security studies: politics and methods”, in Mershon International Studies Review, Cambridge, Cambridge University Press, n. 40, 1996, p. 230, «in uno scenario sempre più caratterizzato da turbolenza e da crisi di prevedibilità, l’esclusivo fuoco neorealista sulla salvaguardia dei core values di uno Stato dalle minacce militari provenienti dall’esterno dei propri confini non appare più adeguato (se mai lo è stato) per comprendere cosa (o chi) deve essere protetto, da quali minacce e con quali mezzi».

[3] Non a caso, dagli anni ’80 in poi, la tradizionale e circoscritta definizione di “sicurezza” è stata progressivamente identificata con il termine “difesa”, mentre il più ampio concetto di “sicurezza” è stato sempre più utilizzato con riferimento ad un numero crescente di attori (non solo gli Stati) e di strumenti (non solo militari). Per un’analisi della prefata evoluzione, si veda: Attinà F., Il sistema politico globale, Bari, Laterza, 2003; e Giacomello G.-Nation R.C., Security in the west: evolution of a concept, Milano, Vita e Pensiero, 2009.

[4] Cfr. Held D.-McGrew A.G., Globalismo e antiglobalismo, Bologna, Il Mulino, 2010.

[5] Sul tema, si veda Monteleone C., “Sicurezza: una nuova agenda per un concetto in evoluzione”, in Teoria politica, Milano, Franco Angeli, vol. 16, n. 2, 2000, pp. 161-176.

venerdì 28 febbraio 2025

Tesi di Laurea Nicole Tarsi "Giulio Cesare e Vladimir Putin Personalità Geniali e Comandanti Folli? Introduzione

 Master in

“Politica militare comparata dal 1945 ad oggi: dottrina, strategia, armamenti”

GIULIO CESARE E VLADIMIR PUTIN:  PERSONALITA’ GENIALI O COMANDANTI FOLLI?

 

INTRODUZIONE

Lo scenario globale è sempre più caratterizzato da un complesso di equilibri instabili e crescenti competizioni, dove nuovi o rinati attori statali mettono in atto politiche estremamente assertive capaci di far vacillare l’intero sistema mondiale. Lo shock sistemico causato dall’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 potrebbe aver costituito la goccia che farà definitivamente traboccare il vaso, compromettendo il sistema e la sicurezza mondiale. Un incontrovertibile trend geopolitico che ha scosso quella stabilità (evidentemente solo apparente) venutasi a creare a partire dagli anni successivi alla guerra fredda. Nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina vi sono degli elementi particolarmente caratterizzanti che è bene elencare al fine di delineare al meglio la tipologia di conflitto che ha preso forma ufficialmente dal febbraio 2022.

Primariamente è possibile parlare di Urban warfare, quale aspetto rilevante nei combattimenti in corso. I centri abitati, infatti, mantengono la loro centralità configurandosi come bastioni difensivi fondamentali da controllare e da espugnare, obbligando gli eserciti ad assedi per i quali, forse, nessun esercito è in realtà strutturato per operare efficacemente. Le difficoltà operative non sono certamente poche: l’assedio e la conquista di una città richiede un elevato numero di mezzi e uomini, un elevato spirito di iniziativa e coraggio, nonché la precisa volontà di raggiungere un comune obiettivo strategico.

La seconda caratteristica ha a che fare con gli aspetti logistici, rilevatisi di fondamentale importanza al fine di ridurre quel clausewitziano attrito provocato dall’avanzare delle forze e dalla necessità di mantenere un livello elevato di operabilità delle forze di manovra.  

Un terzo elemento caratterizzante è il fatto che sia ancora oggi necessaria grande concentrazione della propria potenza di fuoco, una forza d’urto sufficientemente soverchiante sulle postazioni difensive, l’importanza di occupare e consolidare le posizioni conquistate. Questo elemento rimarca l’importanza della componente logistica ed evidenzia quanto sia fondamentale anche la preparazione militare, il livello di addestramento e l’efficacia di un sistema di comando e controllo in operazione.

Il quarto punto ha a che fare con i concetti di “Simmetria” ed “Asimmetria”. Il conflitto infatti ha permesso di rendere evidente numerosi effetti positivi portati dall’integrazione, nel proprio sistema di difesa nazionale, di elementi irregolari integrando così il sistema militare in un più ampio “sistema-paese di Difesa civile-militare” e logorando maggiormente un eventuale avversario. Tuttavia, combinare forze simmetriche con quelle asimmetriche ha dei vantaggi e degli svantaggi. I primi sono sicuramente ricollegabili al fatto che utilizzare forze di diversa natura possono apportare un risultato migliore, in linea con quello che ormai è divenuto noto con il nome di combined arms. Gli svantaggi derivano dalla diversa gestione delle forze simmetriche e asimmetriche, che potrebbe dare i suoi effetti negativi nei periodi del post conflict.

Infine, un fattore centrale, oramai da diversi anni, riguarda la tecnologia.  Investire nel settore tecnologico, e nel mantenimento di uno strumento militare moderno è divenuto ormai elemento fondamentale per poter essere preparati agli attuali e futuri scenari di conflitto. Tuttavia, abbiamo visto come nel lungo periodo un conflitto fortemente basato sulla componente tecnologica è destinato a subire un drastico calo in termini di resa operativa.

Nonostante la tragicità degli eventi odierni, dagli scontri ancora in corso è possibile analizzare e studiare molteplici elementi di continuità e di rottura con il passato. Le varie forme di guerra assunte dalle due parti hanno talvolta richiamato i moderni concetti di conflitto interstatale e talvolta hanno invece preso i connotati di una vera e propria guerra convenzionale a fazioni contrapposte.  Questo teatro mondiale ha ridato importanza agli scontri diretti tra combattenti, ponendo quasi in secondo piano tutte le teorie strategiche e dottrinali degli ultimi anni basate su attività di natura cyber, guerra informatica, minacce ibride e operazioni definite other than war[1].  Dal febbraio 2022, data in cui le forze armate della Russia hanno invaso il territorio ucraino, segnando così una violenta escalation in un conflitto politico, militare e diplomatico in corso già dal 2014 ha preso forma una guerra fatta di strategia, pianificazione ed eserciti ben addestrati. Un conflitto che porta a fare un paragone con il passato ed in particolare con le guerre in Gallia condotte da quel leader politico e militare, nonché scrittore, console e oratore romano destinato a lasciare il segno nell’eternità della storia: Caio Giulio Cesare. Se per certi versi il confronto con l'attuale capo di Stato della Russia Vladimir Putin può sembrare azzardato, nel corso di questa trattazione si evidenzieranno i punti di somiglianza tra la due figure politico-militari, nonché il loro rapporto con i propri uomini e con i loro nemici. Sarà doveroso ricercare un approccio diretto che riduca la complessità delle due personalità ed evidenzi un’ipotesi di ciclicità della storia più che dimostrata e che si va a chiudere proprio a Roma, quella città laddove tutto è cominciato, basti pensare alla teoria tradizionalistica secondo cui la Russia è la continuazione dell’eredità romana e il termine zar deriva proprio dal termine Czar, ossia Cesare.

 La Tesi completa è presso il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare  Emeroteca



[1] Le operazioni militari diverse dalla guerra (Military operations other than war : MOOTW) sono operazioni militari che non comportano guerra, combattimento, minaccia o uso della violenza. Generalmente includono il mantenimento della pace, la costruzione della pace, la risposta ai disastri, gli aiuti umanitari, l'ingegneria militare, l'applicazione della legge, il controllo degli armamenti, la deterrenza e il multilateralismo.

giovedì 20 febbraio 2025

Tesi di Laurea Riccardo D'Angelo "Gli attentati jihadisti di Barcellona e Cambrils; studio delle dinamiche di radicalizzazione di una cellula terroristica in Spagna e correlazioni con la Taqiyya come meccanismo di dissimulazione della fede islamica”

Anno Accademico 2023-204


 1. Titolo: “17-A: Gli attentati jihadisti di Barcellona e Cambrils; studio delle dinamiche di radicalizzazione di una cellula terroristica in Spagna e correlazioni con la Taqiyya come meccanismo di dissimulazione della fede islamica”



 2. Premessa: Nel corso della presente tesi di studio, è mia intenzione presentare un’analisi sia eziologica che evenemenziale e cronologica degli attentati terroristici di matrice jihadista avvenuti in data 17 agosto 2017 presso le città di Barcellona e di Cambrils. Partendo da alcuni concetti generali di contestualizzazione, come l’evoluzione dei fenomeni jihadisti in Spagna nel corso degli ultimi decenni e la menzione di alcuni degli attentati di maggior risonanza mediatica, è intenzione della tesi quella di approfondire i processi di radicalizzazione che possono caratterizzare sia singoli individui che, come nel caso del 17 A, interi gruppi di individui. Prenderemo dunque in esame alcune delle metodologie attuali di radicalizzazione, facendo sempre riferimento al caso degli ormai noti membri della cellula di Ripoll, dal nome del paese catalano in cui abitavano gli esponenti che hanno poi portato a termine tali attacchi, incluso l’Imam Abdelbaki es Satty, individuato dalle forze dell’ordine come esponente mobilitatore e ente agitatore dell’intero attacco. Altro punto di analisi nella fase finale della tesi sarà il concetto di Taqiyya, intesa come elemento dissimulatore, sempre piú assiduamente rintracciabile negli esponenti delle cellule terroristiche di matrice islamista nei paesi dell’ Europa occidentale. Uno degli elementi che hanno caratterizzato il processo di radicalizzazione della cellula di Ripoll è proprio la dissimulazione dei usi e costumi tipicamente occidentali e proibiti dalla fede musulmana onde evitare di attirare sulla cellula troppa attenzione o pressione, che sia dai gruppi sociali di frequentazione abituale, come in ultimo luogo, dalle forze di Polizia che ne avrebbero potuto identificare le intenzioni, oltre ad essere un fenomeno storico dalle profonde radici religiose, delle quale parleremo seppur brevemente. Obiettivo finale della tesi è quello di verificare se sia possibile individuare alcuni elementi ricorrenti nel processo di radicalizzazione islamista che puó portare all’organizzazione di attacchi terroristici, prendendo in esame gli eventi del piú recente XXI secolo e in territorio spagnolo, ma soprattutto verificare se la taqiyya, presunta o meno, della cellula di Ripoll fosse precedente o meno al precesso di radicalizzazione degli individui che la componevano, 

La Tesi è presso L'Emeroteca del CESVAM Centro Studi sul Valore Militare

lunedì 10 febbraio 2025

La Nato dalle Origini ad oggi. Focus sul Fianco Sud.


 EMEROTECA DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE  2023

venerdì 31 gennaio 2025

Tesi di Laurea Matteo Fabbri . La Premessa.

 

Master in

“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi - Liv. 1”

Gli strumenti legislativi dell’Unione europea nella lotta contro il terrorismo

‹‹La Direttiva (UE) 2017/541 e il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri››

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023


Premessa

  

Nel 2005 Daniel Keohane, un ricercatore presso il Centre for European Reform (CER) di Londra, un think-thank su questioni europee, scriveva ‹‹Nell'Unione europea i terroristi - ma non i poliziotti - possono muoversi facilmente attraverso le frontiere nazionali [...]›› [1].

Dagli attentati terroristici di Madrid dell’11 marzo 2004, i politici dell'UE si sono espressi con forza a favore di una maggiore cooperazione europea nella lotta al terrorismo e che l'Unione europea debba assumere un ruolo maggiore nell’aiutare gli Stati membri a monitorare e prevenire le attività terroristiche transfrontaliere sia entro i confini dell'Europa che oltre.

L’Unione europea può, con la forza del diritto, armonizzare le 27 legislazioni nazionali degli Stati membri su fenomeni, come quello del terrorismo, che involgono aree di intervento politico e tecnico fra le più disparate: non solo le autorità incaricate delle indagini o quelle deputate al perseguimento dei reati, ma anche quelle preposte al controllo delle frontiere esterne, alla politica estera e di difesa comune, quelle che tracciano i movimenti finanziari destinati a sostenere gruppi terroristici, quelle che si occupano dell’istruzione, come la ricerca accademica sui fenomeni terroristici e sulla radicalizzazione.

Cercare di coordinare gli sforzi collettivi di 27 governi a livello di Unione Europea è esponenzialmente più difficile che adottare una singola legislazione per un singolo Stato. Da un lato, infatti, i governi sono d'accordo in linea di principio sul fatto che la cooperazione a livello europeo sia una buona cosa, data la natura transfrontaliera della minaccia terroristica. Dall'altro, sono lenti a conferire all'Unione i poteri (come indagini e procedimenti giudiziari) e le risorse (come intelligence e denaro) di cui avrebbe bisogno per essere veramente efficace. Questo perché la politica di sicurezza - soprattutto quando si tratta di proteggere cittadini - va a toccare il cuore della sovranità nazionale e i governi sono riluttanti a conferire all'UE poteri che potrebbero interferire con le loro leggi esistenti e le pratiche di sicurezza nazionali: in sostanza con le cosiddette politiche dell'ordine e della sicurezza pubblica [2].

Dopo l'11 settembre 2001 l'Unione europea ha costantemente sviluppato, sebbene in maniera disomogenea, misure antiterrorismo nell'ambito del proprio quadro istituzionale e giuridico. Dal dicembre post 9/11 [3] il Consiglio dell'UE ha proposto misure specifiche di per la lotta al terrorismo, tra cui procedure per l'inserimento nella lista nera di persone ed entità coinvolte in atti di terrorismo, la criminalizzazione del finanziamento del terrorismo e il congelamento di tutti i fondi, le attività finanziarie e le risorse economiche di proprietà dei terroristi [4].

Un successivo balzo in avanti della legislazione europea sul contrasto al terrorismo si ha a seguito della necessità di affrontare il fenomeno dei cosiddetti «lupi solitari» e delle cellule terroristiche composte da «foreign terrorist fighters» all'interno del territorio europeo. Necessità divenuta ancora più pressante alla luce degli attacchi terroristici verificatisi negli ultimi anni come quelli di Bruxelles nel 2016, gli eventi di Parigi al giornale satirico Charlie Hebdo (13 novembre 2015) e al teatro Bataclan (9 gennaio 2016), così come gli attacchi a Nizza (14 luglio 2016) e Barcellona (17 agosto 2017), e alla presa di coscienza del fatto di essere stati perpetrati da giovani musulmani, cittadini europei di seconda o terza generazione, attraverso modalità del tutto innovative.

La Direttiva (UE) 2017/541 del marzo 2017 sulla lotta contro il terrorismo è una risposta a questi ultimi eventi e segue un filo che riconduce alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che per prima ha dichiarato guerra ai fenomeni come i combattenti terroristi stranieri [5] definiti quali «[…] individui che si recano in uno Stato diverso da quello di residenza o di nazionalità al fine di perpetrare, pianificare o preparare, o partecipare ad atti terroristici o di fornire o ricevere addestramento terroristico, anche in relazione a conflitti armati […]»

 

La ricerca presentata in questa tesi si è pertanto basata sull'analisi comparativa dei documenti rilevanti delle istituzioni europee ed organismi internazionali in materia di terrorismo, dalle comunicazioni strategiche agli atti legislativi veri e propri, ponendone in evidenza il loro ultimo sviluppo e le direttrici future nonché le ricadute ed implicazioni sul lato operativo, avendo come metodo quello di distinguere per obiettivi finali, piani per raggiungerli e mezzi utilizzati o da utilizzarsi per contrastare il fenomeno.

 

 

 

 

 

 



[2] D'altronde è lo stesso Trattato sull'Unione europea (TUE) all'articolo 4 comma 2 a chiarire che ‹‹L'Unione [...] rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale. In particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro.››

[3] Ad esempio con il regolamento (CE) n. 2580/2001 del Consiglio, del 27 dicembre 2001, relativo a misure restrittive specifiche, contro determinate persone e entità, destinate a combattere il terrorismo (GU L 344 del 28.12.2001); la posizione comune 2001/931/PESC del Consiglio, del 27 dicembre 2001, relativa all’applicazione di misure specifiche per la lotta al terrorismo (GU L 344 del 28.12.2001); decisione (PESC) 2016/1693 del Consiglio del 20 settembre 2016 concernente misure restrittive nei confronti dell'ISIL e di Al Qaeda e di persone, gruppi, imprese ed entità a essi associati e che abroga la posizione comune 2002/402/PESC (GU L 255 del 21.9.2016); ed altre (cfr. il sito della Commissione europea www.sanctionsmap.eu).

[4] Vedasi da ultimo l’inserimento di soggetti legati alla minaccia rappresentata da Hamas e agli attacchi terroristici perpetrati in Israele del 7 ottobre 2023 (cfr. www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/12/08/fight-against-terrorism-council-adds-two-individuals-to-the-eu-terrorist-list-in-response-to-the-7-october-attacks/).

[5] Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nr. 2178 (2014) del 24 settembre 2014.