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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 30 aprile 2025

Tesi di Laurea "L'Intelligence edil Terrorismo Internazionale"

Roberto Scandurra 

Premessa.


 La tesi è strutturata in tre capitoli. Dopo una breve introduzione, il primo capitolo, intitolato “Intelligence”, analizza il campo dell’Intelligence delineandone i concetti base, partendo dalla definizione, passando per lo scopo, elencando i principi su cui si fonda la produzione, fino a determinare le categorie dei prodotti derivanti dalle analisi e infine esaminando il Ciclo dell’Intelligence.

Il secondo capitolo, intitolato “Origine ed evoluzione del terrorismo di matrice islamica”, introduce ciò che numerosi studiosi hanno approfondito nel corso degli anni in materia di terrorismo, tra questi, David Rapoport1, è stato uno dei primi accademici a sviluppare la teoria delle “onde del terrorismo” che traccia l’evoluzione storica del fenomeno attraverso quattro “onde” principali. Queste onde rappresentano periodi distinti in cui il terrorismo ha assunto caratteristiche e obiettivi unici.

In particolare, la quarta onda di terrorismo, che ha preso forma dagli anni novanta fino ad oggi (ma ha guadagnato notorietà internazionale soprattutto dagli anni 2000 in poi quando gruppi come Al-Qaeda e il successivo ISIS hanno iniziato a svolgere un ruolo di primo piano nella politica internazionale, rendendosi responsabili di gravi attentati), è dominata dal terrorismo islamico che mira a promuovere un’agenda religiosa specifica come l’istaurazione di uno stato islamico globale attraverso la violenza e l’intimidazione2.

L’esposizione verte, pertanto, sulla quarta onda di terrorismo, ovvero quello islamico, Jihadista, attraverso la ricostruzione storica degli assetti geopolitici più significativi, analizzando l’ideologia, le motivazioni e il contesto in cui si sviluppa.

Vengono esposte le posizioni e le risposte della Comunità Internazionale, dell’Europa e dell’Italia alla minaccia globale del terrorismo, analizzando anche la nuova forma di terrorismo, il NIT (Nuovo Terrorismo Insurrezionale).

Nel terzo capitolo, prima delle conclusioni finali, vengono formulate considerazioni sul presente e sulle prospettive future dell’Intelligence.

Il Testo della Tesi è presso la Emeroteca del CESVAM. 

martedì 29 aprile 2025

Operazione "Caso verde" L'Occupazione della Cecoslovacchia. (1938)

 OPERAZIONE “Caso Verde”.

L’occupazione della Cecoslovacchia

Sergio  Benedetto  Sabetta

 

            Nell’attuale tensione diplomatica in cui le parti giocano al rilancio per ottenere il massimo dalle trattative, se non addirittura di realizzare l’obiettivo primario, è da ricordare il “Caso Verde” del 1938-39, ossia il nome in codice del piano segreto per attaccare e occupare la Cecoslovacchia e gli eventi che ne conseguirono.

            La Cecoslovacchia era il frutto della sconfitta dell’Impero asburgico nella Grande Guerra e delle teorie Wilsoniane, il 14 novembre 1918 il Comitato nazionale di Praga assumeva i poteri militari e civili proclamando la Repubblica.

Con i successivi trattati di Versailles e di Saint-Germain ottenne, da parte tedesca, il territorio nella Slesia di Hlucin e dalla dissoluzione dell’Impero asburgico, oltre che la Boemia e la Slovacchia, anche la Moravia e la Slesia.

            Sebbene uno dei paesi più progrediti culturalmente ed economicamente dell’Europa centrale, soffrì da subito del revanscismo tedesco e dei problemi etnico -territoriali derivanti dalla varietà della sua popolazione. 

            Su 15.240.000 di cittadini nel 1937, il 50% era costituto da Cechi, il 17% da Slovacchi, il 22,3% da Tedeschi dei Sudeti, il 4,8% da Magiari, il 3,8 % da Ucraini – Ruteni, l’ 1,3% da Ebrei e, infine, dallo 0,6 % di Polacchi, oltre ad ulteriori minoranze tra cui Romeni e Zingari.

            Il 28 maggio 1938 Hitler, riunito nella Cancelleria lo Stato Maggiore della Wehrmacht, annunciò l’intenzione di invadere la Cecoslovacchia ( Piano Verde), la notizia giunta a conoscenza degli Inglesi e dei Francesi spinse il primo ministro inglese, d’intesa con il governo francese, Lord Arthur Neville Chamberlain, a recarsi più volte in Germania per trattare con Hitler senza alcun esito.

            Il 12 settembre, con il favore dell’Italia, Hitler ripresentò la richiesta di una piena autonomia e del diritto di autodecisione per i Tedeschi dei Seduti, alla quale Inghilterra e Francia fecero sostanziali concessioni.

            Hitler ormai convinto che le Potenze occidentali non sarebbero entrate in guerra rialzò la posta, puntando segretamente allo smembramento dello Stato Cecoslovacco sotto controllo tedesco.

            La crisi era ormai diventata una crisi europea e Chamberlain, consultatosi con il primo ministro francese Daladier, chiese un incontro urgente con Hitler che fu fissato per il 15 settembre.

            A Berchtesgaden il pomeriggio del 15 Hitler ribadì la ferma volontà di ottenere la secessione dei Sudeti, Chamberlain chiese di potere consultare il suo Gabinetto e il governo francese in cambio della promessa che nel frattempo i Tedeschi non si sarebbero mossi.

            Tornato a Londra, mentre i Francesi si dimostrarono come gli Inglesi favorevoli ad accettare le richieste tedesche, vi fu un netto rifiuto da parte del governo céco che ricordò alla Francia il patto di alleanza firmato, tuttavia innanzi ai tentennamenti francesi il governo céco , sentendosi abbandonato, il 21 settembre si dimise.

            Il 22 settembre Chamberlain ritornò in Germania e nel pomeriggio a Godesberg sul Reno incontrò Hitler, riferì che le richieste tedesche erano state accettate e che i Sudeti potevano passare alla Germania senza la necessità di un plebiscito, per le aree a popolazione mista una futura commissione di tre membri, tedesca, ceca e neutrale, avrebbe deciso.

            Infine, i trattati di assistenza della Francia e della Russia potevano essere sostituiti da una garanzia internazionale, così da rendere la Cecoslovacchia assolutamente neutrale.

            Hitler pretese, rialzando la posta, che i Sudeti venissero immediatamente occupati dalla Germania entro il 1 ottobre, le trattative proseguirono il giorno seguente per via epistolare, alla sera vi fu un ulteriore drammatico colloquio.

            Allo statista inglese fu presentato un memorandum con allegata una carta geografica contenente le pretese territoriali tedesche, l’evacuazione dei cechi dai Sudeti doveva iniziare il 26 e terminare il 28 settembre, davanti alle proteste inglesi il termine fu spostato al 1 ottobre, data che peraltro era già stata segretamente fissata per l’attuazione del piano “Caso Verde”.

            L’ultimatum fu respinto dai governi francese, inglese e céco, la Francia dichiarò che avrebbe mobilitato, lo stesso l’Inghilterra in appoggio della Francia in caso di guerra, mentre Praga aveva già ordinato la mobilitazione.

            L’ultimatum scadeva alle ore 14,00 del 28 settembre, la guerra appariva inevitabile, sebbene buona parte dei generali della Wehrmacht fossero contrari, quando nella tarda mattinata Chamberlain chiese la mediazione di Mussolini, che accettò anche per evitare gli obblighi del “Patto di acciaio”.

            Nel pomeriggio, durante una drammatica seduta della Camera dei Comuni, arrivò la notizia che Hitler aveva accettato di spostare la mobilitazione di 24 ore per incontrare a Monaco Chamberlain e Daladier con la mediazione di Mussolini, esplose un applauso con la sola astensione di Churchill.

            Il 29 settembre 1938 nel pomeriggio avvenne l’incontro a Monaco senza la Cecoslovacchia per volontà tedesca, Mussolini presentò un memorandum ispirato dai tedeschi per i negoziati che fu accettato a notte inoltrata.

            L’accordo prevedeva l’immediato inizio della evacuazione dai Sudeti dei céchi da completarsi entro il 10 ottobre, senza alcun indennizzo per i beni lasciati e a completo carico di Praga.

            Sei mesi dopo, tra il 15 e il 16 marzo 1939, violando gli accordi di Monaco tutta la Boemia e la Moravia fu occupata e dichiarata Protettorato, il 16 marzo anche la Slovacchia fu posta sotto la protezione tedesca, la Polonia e l’Ungheria presero a loro volta i territori a maggioranza polacca e magiara.

            Il risultato immediato fu l’ulteriore decisione di Hitler di alzare la posta anche sulla Polonia, la diffidenza dei Russi verso le potenze occidentali con il conseguente patto Ribbentrop - Molotov dell’agosto 1939, la crescita dell’ammirazione di Mussolini per la spregiudicatezza di Hitler, ma anche l’eliminazione di qualsiasi opposizione tra i generali nella Wehrmacht che di fronte all’aggressività di Hitler erano rimasti titubanti, oltre all’acquisizione dei territori centrali dell’Europa per la successiva offensiva verso la Polonia.

 

 

 

Bibliografia

 

·        R. Cartier, La seconda guerra mondiale, Vol. I, Arnoldo Mondadori ed. 1968;

W. L. Shirer, Il convegno di Monaco, 36 – 62, Vol. I , Tutta la seconda guerra 

sabato 19 aprile 2025

Il Problema del sistema difensivo unificato nella U.E.

 Sergio  Benedetto  Sabetta


            La caduta dell’Unione Sovietica ha fatto credere di avere vinto definitivamente la Guerra Fredda, risolvendo tutto in termini economici gli USA non hanno pianificato alcuna strategia se non quali poliziotti globali, spettacolarizzando i conflitti secondo una narrazione distaccata dalla realtà, così che la guerra diventa fine a se stessa, slegata da precisi disegni politici, fondata su elementi esclusivamente tecnologici e di comunicazione ( G. De Ruvo, La guerra post – moderna e il principio d’irrealtà, 57 – 68 in “ Fine della guerra” Limes 4/2024).

            Una serie di insuccessi e la crisi economica ha portato gli USA a ritirarsi da varie aree del globo, a concentrarsi sul settore più sensibile, il Pacifico, valorizzando la propria potenza navale in antitesi alla potenza di terra, un vuoto che altre potenze regionali cercano di riempire affiancando il conflitto USA – Cina.

            In questo processo si è ridefinita la funzione della NATO, utilizzata dalla fine della Guerra Fredda in modo improprio con interventi fuori area a sostegno degli USA,  sebbene nata con fini distensivi.

            Il conflitto in Ucraina ha evidenziato tutte queste problematiche rimaste sotto traccia, come la volontà della Russia di riaffermare una propria area di influenza necessaria a mantenere una coesione interna, essendo nata come impero su vasti territori e differenti storie etniche, in contrapposizione all’allargamento della NATO e dell’UE.

            La necessità dell’UE di difendersi autonomamente mette in evidenza i suoi limiti e tempi necessari, nonostante i proclami fondati su una spesa del 2% del PIL da raggiungere in tempi brevi, che per l’Italia dovrebbe essere di circa 36-38 miliardi di euro all’anno, anche se per gli USA l’Europa dovrebbe spendere fino al 5% del PIL.

            Dobbiamo considerare che la Cina nel 2021 è arrivata al 7,1% del PIL, pari a 243 miliardi di dollari, posizionandosi per il decennio 2010-2020 al terzo posto con 381,6 miliardi di dollari, dopo gli USA con 2.880 miliardi di dollari e il Regno Unito con 481,5 miliardi di dollari, ma davanti alla Russia con 356,8 miliardi e alla Francia con 277,3 miliardi (Dati Sipri-Stockholm International Peace Research Institute).

            Vi è la necessità di un ordine, in quanto il caos è peggiore dell’autoritarismo, tanto è vero che il disordine richiama la volontà di un qualche ordine che dia sicurezza, come ricorda Kaplan, ma l’arroganza di una classe dirigente senza una visione strategica coerente e una popolazione messa in un eterno presente senza storia, crea le premesse del disastro (F. Petroni, La perduta sensibilità tragica dell’America, 81-91, in “Fine della guerra”, Limes 4/2024).

            Vi è una difficoltà nell’individuare nel Nuovo Ordine gli obiettivi finali della nuova amministrazione USA, risulta peraltro chiaro il rientro di attività strategiche quali la cantieristica, decentrata in Asia e la spinta di un maggiore impegno finanziario dei paesi UE in materia miliare, tenendo presente che vi sarebbe peraltro un notevole ritorno economico in commesse militari per l’industria USA, favorendo al contempo il rientro dal notevole debito accumulato in questi decenni.

            In questo incrocio tra il riequilibrio strategico e quello economico  attraverso dure trattative sui dazi, considerando che gli USA sono i consumatori finali più grandi, l’UE ha la necessità di trovare nuovi accordi commerciali e al contempo finanziare il riarmo, scorporando le spese per la difesa dal Patto di stabilità e crescita quale debito oppure tagliando altre spese o alzando le tasse.

            Parlando di difesa europea occorre preliminarmente distinguere tra “esercito europeo” e “difesa europea”, nel primo caso occorrono le stesse armi, un comando unificato e un indirizzo politico comune, ossia un unico soggetto politico, cosa non attuale per l’UE, nel secondo caso vi è un semplice coordinamento.

            Oltre all’aumento della spesa vi è il problema tecnico dei diversi modelli di armamento che si riflette sia sulla spesa che sulla logistica, oltre al divario tecnologico con gli USA, a cui si affianca la capacità produttiva che potrebbe essere colmata in un lasso temporale dai tre ai cinque anni se non oltre, si parla per l’Italia tra i cinque e i quindici anni.

            Attualmente le spese europee per la difesa dovrebbero andare per il 50% alla acquisto di forniture dagli USA, con piccole quote a Israele e Corea del Sud, anche l’idea di schierare truppe in Ucraina è irrealistica mancando un sistema satellitare adeguato oltre ad una capacità logistica sufficiente per supportare un elevato numero di soldati che dovrebbero avere peraltro adeguati turni di rotazione (G. Cossiga – Presidente Aiad, Difesa comune, non servono solo i fondi, 4-5, Il Secolo XIX, 4 marzo 2025).

            A questo si affianca un problema culturale dovuto al lungo periodo di pace e alle narrazioni a – storiche che sono state diffuse, lontane da una visione politico-strategica ed economica, in particolare per l’Italia in cui vi è stato un indebolimento del concetto di Stato e della narrazione Risorgimentale ( A. Schiavone, Italiani senza Italia. Storia e identità, Einaudi 1998).

            Per ottenere i materiali e i sistemi d’arma che ci occorrono, ci vorranno invece dai cinque ai quindici anni. Cambiare la mentalità di un sistema e la cultura politico-strategica del nostro paese, infine, sarà un processo ancora più lungo, complesso e incerto, a meno che non si verifichi un grosso shock.  Specialmente per noi italiani, tra i quali è già affiorata la tentazione di trasferire al più presto la delega a proteggerci dagli Stati Uniti, che non vogliono più assumersi questa responsabilità, a un’Europa nella quale sarà difficile trovare interlocutori più sensibili di noi alla salvaguardia dei nostri interessi nazionali” (G. Dottori, L’Italia riarma lentamente, 183-189, in “Una certa idea di Italia”, Limes 2/2024).    

giovedì 10 aprile 2025

La NATO. quale ruolo nella politica della nuova amministrazione statunitense.

 Dopo l'insediamento della Amministrazione Trump la NATO ha subito fortissimi scossoni tanto da mettere in discussione la propria credibilità. Lo strappo perpretato a Waschington verso i suoi alleati atlantici, i quali primariamente sono diventati "nemici" in una guerra commerciali senza pari, basata su dazi che partono dal 25% al 200%, principalmente sui prodotti Canadesi ed in generale europei.  Con questa premessa, ci si sta accorgendo che gli statunitensi si stanno sempre più allineando sulle posizioni di Mosca, in un avvicinamento già annunciato in campagna elettorale e ampiamente dimostrato durante il primo mandato trumpiano.

Il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov, con con malcelata soddisfazione ha potuto dichiarare" la nuova amministrazione (statunitense) sta cambiando rapidamente tutte le considerazioni di politica estera. Ciò coincide in gran parte con la nostra visione.

Nelle ultime tre settimane gli Stati Uniti hanno fatto tre importanti concessioni alla Russia:

1. Il 12 Febbraio Trump ha commentato che l'Ucraina non avrebbe recuperato tutto il suo territorio ( ennesimo popolo tradito, dopo i Vietnamiti, i Siriani, gli Afgani (a cui era stata promessa la democrazia), i Venezuelani ecc. prima sostenuti e poi abbandonati in base ai mutevoli interessi statunitensi), e che l'Ucraina non entrerà mai nella NATO. Cosi dichirando ha concesso alla Russia un sostanziale vantaggio nei futuri negoziati ( sono tali?) per la cosiddetta pace che Waschington avrebbe dovuto mediare

Lo stesso giorno  TRump ha detto che avrebbe incontrato Putin, rompendo l'isolamento diplomatico imposto a Mosca dai Governi occidentali. Il giorno dopo ha sconquassato anche i ranghi del G/, da dove la Russia era stata espulsa dopo l'annessione della Crimea (2014), chiedendo la sua riimisione in questo consesso.


 Come frase finale al tutto ha dichiarato che è Stato L'Ucraina a dichiarare  e provocare la guerra alla Russia. (gli statunitensi non accettano più di sentire la frase "aggressore russo2). ed all'ONU gli Stati Uniti alcuni giorni dopo hanno vitato insieme a Russia, Bielorussia Corea del Nord contro una risoluzione dell'Assemblea dell'ONU proposta dagli Europei ed in cui si indicava la Russia come "aggressore"

In tutto questo quale ruolo può avere la NATO?

Info: didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org