Europa

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Metodo di Ricerca ed analisi adottato

Medoto di ricerca ed analisi adottato
Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

domenica 17 aprile 2022

Rivista QUADERNI, Anno LXXXII, Supplemento XX, 2021, n. 3 20° della Rivista. CESVAM REPORT Settembre 2019- agosto 2021

 


SOMMARIO

Anno LXXXII, Supplemento XX, 2021, n. 3,

20° della Rivista “Quaderni”

www.istitutodelnastroazzurro.it

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

www.cesvam.org

 

CESVAM REPORT.  SETTEMBRE 2019 – AGOSTO 2021

 

1.      INTRODUZIONE

La necessità di un Report.

 

2.      STRUTTURA DEL CESVAM

a.       Istituto del Nastro Azzurro Ente Morale

Statuto; Regolamento

b.      Lo Statuto del CESVAM

c.       Il Regolamento del CESVAM

d.      Il Verbale  costitutivo del CESVAM del Consiglio Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro

 

3.      ATTIVITA’ DEL CESVAM

Editoria

a.       La Emeroteca del CESVAM

b.      L’Archivio-Biblioteca del CESVAM

c.       I Progetti di Ricerca. La realizzazione e la finalizzazione

Ricerca

d.      Le attività in essere.

e.       La Rivista “Quaderni del Nastro Azzurro”

f.        I “Quaderni On Line”

g.      I Blog di carattere storico, estensione di ricerca

h.      I Blog di carattere geografico, estensione di ricerca

i.        I Blog di carattere associativo e divulgativo

j.        I CESVAM Papers, collana “occasional” di pubblicazioni

k.      I Libri della Collana del Nastro Azzurro”

Didattica

l.        L’Attività didattica per Master di 1° e 2° Livello

m.    L’Attività didattica per Corsi di Formazione

Divulgazione

n.      Il Sito dell’Istituto del Nastro Azzurro. Concorso alla Gestione

o.      La Piattaforma del CESVAM. Lo strumento di divulgazione al passo con i tempi

p.      I Convegni e le Conferenze

q.      Gli “Incontri con l’Autore”

r.       Collaborazione con Enti, Istituti, Accademie, Università. Il Confronto

 

4.      CONCLUSIONE

. Lineamenti per il futuro

5.      IL PERIODICO “NOTIZIARIO DEL NASTRO AZZURRO

 

Nota redazionale:

Questo numero della Rivista “QUADERNI” come si può notare, pur mantenendo la struttura base, non porta la tradizionale suddivisione “Il mondo da cui veniamo: la memoria” e “Il mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi” e le relative rubriche. Questo per lasciare lo spazio al Report del CESVAM, Questo Report, come ampiamente si è riportato nel Report stesso, vuole essere una documentazione fattiva della risposta che la Presidenza Nazionale ha voluto dare, con il Report pubblicato nel 2019 (N. 3° della Rivista, Supplemento XIII, Luglio-agosto 2019) alla lenta crisi che aveva attanagliato l’Istituto culminata, in chiave di retrospettiva storica, con l’anno 2014, considerando il 2015 l’anno della svolta a cui tutti hanno dato un ampio contributo. Questo numero della Rivista vuole essere la continuazione del Report per il quinquennio settembre 2014 – agosto 2019, mantenendo la stessa articolazione ed aggiornandone i contenuti per il periodo di riferimento. Si vogliono fornire elementi di riflessione sulle scelte fatte, sui successi ottenuti, sugli scostamenti da correggere, per proseguire, in vista degli anni futuri, verso una affermazione dell’Istituto sempre più ferma e decisa.

(massimo coltrinari)

 

I di Copertina: Lo stemma del CESVAM

 


Info:segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

Il presente numero può essere richiesto gratuitamente in formato digitale. Su carta (fino ad esaurimento  copie ed addebito spese postali)   previo versamento di euro 5 a copia in bianco e nero e euro  10 a copia a colori da versare su conto corrente postale n. 25938002 intestato ad Istituto del Nastro Azzurro  oppure su C.C. Bancario BPER Banca Piazza Madonna di Loreto 24 C.C.703202000000002122 IBAM IT 85P0 5387 0320 200000000 2122.

domenica 10 aprile 2022

Un insegnamento per l’Europa

 

SEBASTOPOLI  1942 – UCRAINA 2022


Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

Premessa

            Nell’estate di Ottanta anni fa, nel 1942, veniva presa dopo un lungo assedio la città – fortezza di Sebastopoli in Crimea, importante porto sul Mar Nero.

            Oggi in Ucraina si ripetono le modalità dell’assedio e della presa delle città, forse oggi vi sono aspetti umanitari quali i corridoi di fuga per la popolazione civile e convogli umanitari che allora non vi erano, anche se la popolazione civile è comunque sempre considerata una massa umana manovrabile dalle due parti da affiancare allo sforzo più strettamente militare, oltre al supporto di potenze esterne.

            Quello che sembrava impossibile in Europa è accaduto, vi è comunque nell’essere umano un aspetto di ferocia ed aggressività, che sebbene e necessariamente controllabile non può essere eliminato, tanto che periodicamente riemerge nelle più varie modalità.

            E’, quindi, opportuno richiamare nella loro ferocia, nella sofferenza e negli atti di eroismo gli avvenimenti dell’estate 1942, non solo in ricordo ma anche a memoria e confronto con l’attuale guerra in Ucraina e negli assedi delle città e comunque della necessità, non solo di una difesa comune europea, ma soprattutto di una costituenda “difesa civile” tanto in Europa che in Italia.

Sebastopoli 1942

            Nel novembre 1941 Sebastopoli è accerchiata dai tedeschi, l’assedio durerà fino al 3 giugno 1942 quando il generale Manstein sferrerà l’offensiva finale.

            Anche un reparto della marina italiana partecipa all’assedio con un gruppo di mezzi d’assalto al comando del capitano di corvetta Salvatore Todaro.

            La nostra partecipazione al blocco navale è richiesta espressamente dal quartiere generale tedesco, preoccupato dai rifornimenti portati alla piazza dalla marina sovietica e di cui solo un’azione diretta avrebbe permesso un efficace contrasto.

            L’azione svolta risulta molto efficace e contribuirà in modo determinante alla caduta della piazza, destando l’entusiasmo e il manifesto apprezzamento dello stesso ammiraglio Donitz.

            La situazione della popolazione e dei difensori all’interno della piazza, nonostante gli sforzi della marina sovietica tanto nel rifornire che nell’evacuare gli ammalati, i feriti e la popolazione civile inabile, diviene sempre più tragica, come testimoniato anche dal giornalista russo B. Voyetekhov nel suo libro “The last days of Sevastopol”, New York 1943.

            Il 3 giugno 1943 Manstein dirige l’assalto definitivo alla piazza, questo è preceduto dalla pianificazione di un terribile bombardamento aereo e terrestre della durata di cinque giorni, destinato ad aprire delle brecce per la fanteria nelle fortificazioni scavate nella roccia, oltre che stordire i difensori.

            Con l’artiglieria aprono il fuoco anche la contraerea, i mortai e i pezzi più leggeri, tutto quello che poteva sparare, i mortai pesanti del primo reggimento mortai arrivano ad una cadenza di 324 granate in media al minuto, gli effetti per la concentrazione del tiro sono devastanti.

            Al bombardamento partecipano anche i giganteschi mortai “Gamma” e “Thor” e il cannone “Dora”, posto su rotaie, pezzi studiati apposta per gli assedi e lo sgretolamento delle strutture di cemento armato, in previsione di un attacco diretto alla Linea Maginot e ai forti belgi.

            Il mortaio “Gamma” con una canna di metri 6,75 tira oltre 14 Km. granate del diametro di 427 mm. e del peso di 923 Kg., lo servono 235 artiglieri.

            Il mortaio “Thor” o “Karl” con una canna di m. 5 del diametro di 615 mm., tira granate da 2.200 Kg..

            Infine vi è “Dora”, il più grande, detto affettuosamente dai soldati “Gustavone”, con una canna di m. 32,50 e del calibro di 800 mm., può tirare granate del peso di 4.500 Kg. a 47 Km. , oppure da 7.000 Kg. a 38 Km., cadenza di tiro 3 granate l’ora, 1.500 uomini diretti da un generale di brigata e un colonnello provvedono al puntamento e tiro, mentre per la protezione sono impegnati due battaglioni della contraerea, il tutto per un totale di circa 4.200 uomini.

            La potenza dell’esplosione è tale che riesce ad arrivare fino a 30 m. di profondità, come avviene a Sebastopoli dove fa saltare un deposito di munizioni interrato nella roccia a tale profondità.

            L’8° Corpo aerea del generale Von Richthofen svolge a sua volta dai 1.000 ai 1.500, 2.000 voli quotidiani su Sebastopoli, tempestando con tutte le armi le difese e la città nell’insieme.

            Il sistema difensivo è costituito da 3 linee successive, la prima profonda da 2 a 3 Km., composta da una serie successiva di trincee intervallate da reti di filo spinato e fiancheggiate da casematte di tronchi di legno e cemento, a cui si aggiungono vasti campi minati.

            La seconda linea, profonda 1,5 Km., è costituita da una serie di opere fortificate costituenti una cintura, che copre prevalentemente il settore settentrionale tra la valle di Belbek e il golfo di Severnja, nella parte orientale il terreno è particolarmente disagevole con profonde valli e altura fortificate.

            La terza linea è nella periferia della città ed è costituita da un intreccio labirintico di trincee, nidi di mitragliatrici, lanciabombe e batterie di cannoni.

            La città è difesa secondo fonti sovietiche, da oltre 100.000 uomini, 600 cannoni e 2.000 mortai, inquadrati in 7 divisioni di fucilieri,  1 divisione di cavalleria appiedata, 2 brigate di fanteria, 3 brigate di fucilieri di marina, 2 reggimenti di fanteria di marina, numerosi battaglioni corazzati, 10 reggimenti di artiglieria, 2 battaglioni lanciabombe, 1 reggimento anticarro e 45 unità d’artiglieria pesante di marina.

            Manstein dispone di 7 divisioni tedesche e 2 divisioni rumene, alla mattina del 7 giugno alle ore 3.50 inizia l’assalto lungo tutto il fronte con lo forzo principale concentrato al nord, solo dopo qualche giorno la 170° Divisione leggera, la 72° Divisione di fanteria e la 2 divisioni rumene avrebbero sferrato l’attacco decisivo.

            Mentre nella valle di Belbek e nella gola di Kamisly i genieri aprono il passaggio attraverso i campo minati ai cannoni d’assalto del 190° e del 249° gruppo per l’appoggio ravvicinato alla fanteria, la 22^ Divisione di fanteria assale il forte “Stalin”, già attaccato infruttuosamente nell’inverno precedente dal 16° Fanteria.

 

            Il 9 giugno un primo assalto fallisce, ma il 13 il 16° Fanteria dà l’assalto finale al forte ridotto ad un cumulo di macerie, ma da cui i russi sparano ancora.

            Sebbene nello scontro il comando russo abbia impegnato i giovani del Komsomol, la battaglia è tanto dura che al comando dei resti dei 2 battaglioni del 16° Fanteria è messo un tenente della riserva, essendo tutti gli ufficiali morti.

            Alla fine della battaglia bisogna concentrarsi sulla seconda cinta di fortificazioni che resistono fino al 17 giugno, si accumulano i corpi senza vita dei soldati che nella calura estiva producono un odore insopportabile e su cui ronzano nugoli di mosche.

            La ferocia dei combattimenti è tale che i russi utilizzano talvolta anche i corpi dei loro compagni per barricare gli ingressi delle casematte, barricate che vengono distrutte con i lanciafiamme dai guastatori, in un lezzo tale da provocare il vomito tra i soldati.

            Alcuni comandanti in linea chiedono di sospendere momentaneamente l’azione, ma Manstein insiste nell’ordine di attacco sapendo che bisogna cogliere l’occasione dello sbandamento in atto russo, non potendo contare su ulteriori rinforzi essendo in corso l’offensiva sul fronte sud.

            Nella valle di Belbek le cupole blindate del forte “Massimo Gor’kij I” continuano a sparare con i loro cannoni da 305 mm sulla valle e la strada costiera, rendendoli impraticabili.

            Vengono messi in posizione due mortai da 355 mm del 641° Gruppo artiglieria pesante, le normali granate perforanti non riescono a scalfire le cupole blindate, vengono quindi utilizzate le granate speciali da una tonnellata.

            La batteria è messa a tacere alla seconda salva con lo scardinamento della base della cupola blindata, tuttavia la guarnigione non si arrende e continua a fare sortite.

            La 2^ Compagnia del 24° battaglione di guastatori è incaricata di occupare il forte, costringendo alla resa la guarnigione. A rifiuto della capitolazione si deve procedere alla sua conquista metro per metro, demolendo le doppie porte d’acciaio che ne difendono i singoli vani, si avanza lanciando bombe a mano in ogni vano con le maschere antigas per il fumo ed il tanfo, tra i corpi accatastati dai russi.

            Dal comando di Sebastopoli, vicino al porto, l’ammiraglio Oktjabrskj segue la battaglia in corso ricevendo un resoconto ogni 30 minuti, dando ordine ai comandanti e ai commissari politici di “Combattere fino all’ultimo uomo”, si susseguono i suicidi al posto della resa, fino a che i tedeschi non raggiungono il cuore della fortezza, la centrale comando, che viene fatta saltare, su un migliaio di uomini che la difendono solo 40 feriti vengono fatti prigionieri.

            Durante la battaglia in corso per la conquista del forte, il 31° Fanteria e la 24^ Divisione conquistano i restanti forti, avanzando dalla costa alla città ai lati della strada maestra.

            Il 18 giugno inizia l’assalto alla terza linea di difesa sulle alture di Zapun che dominano la città, lo scontro è durissimo e i forti devono essere conquistati uno ad uno, finché la 24^ Divisione occupa il 26 giugno il forte a nord e la batteria sull’istmo di Savernaja che controllano l’ingresso al porto.

            Tuttavia i russi nella notte del 26 introducono in città la 142^ Brigata fucilieri, ma i tedeschi la notte del 27 , in silenzio, attraversano il golfo e occupano la centrale elettrica, si schierano ai limiti della città e al mattino, coperti dagli “Stuka”, superano l’ultimo grande fossato anticarro.

            La difesa estrema della città sprofonda completamente nel caos e la resistenza perde qualsiasi coesione, dando luogo a singoli episodi di resistenza estrema, l’ultimo dramma il 2 luglio quando un migliaio di donne, bambini e soldati si rifugiano in una galleria sotterranea chiudendo la porte blindate.

            Alla richiesta di resa il commissario politico si rifiuta, i guastatori tedeschi preparano le mine per demolire le porte, ma il commissario politico fa saltare la galleria seppellendo tutti i rifugiati, il 3 luglio Sebastopoli cade.

            Due armate sovietiche sono state distrutte, circa 90.000 soldati presi prigionieri e 407 cannoni, 758 mortai e 155 pezzi anticarro e antiaerei catturati .

             Caduta  Sebastopoli, la più potente fortezza d’Europa,   non vi sono più fortezze degne di questo nome in Europa, il Gruppo di Armate tedesche A, libero della minaccia presentata al fianco sud da Sebastopoli, può avanzare verso il Caucaso e i pozzi di petrolio del Caspio. (P. Carell, Operazione Barbarossa, Longanesi, 1963).

            Non si può comunque non riconoscere che gli immensi costi materiali umani sostenuti dai sovietici non potevano proiettarsi nel tempo se non con il sostegno economico e industriale degli U.S.A., infatti questi già dal giugno 1941 previdero che i convogli “affitti e prestiti” rifornissero anche la Russia passando sia per il Pacifico e Vladivostok, che per l’Islanda e l’Oceano Artico, allargando a nord la battaglia dell’Atlantico.  

 

sabato 19 marzo 2022

L'Ucraina secondo i disegni di Putin


 SE l'iniziativa di Putin di invadere l'Ucraina avrà successo molto probabilmente avremo una nuova configurazione dell'Ucraina. In pratica, essendo questo paese diviso in un area agricola a nord ed un area industriale a sud, la Russia tenderebbe ad acquisire la parte meridionale che si innesterebbe sull'area delle cosiddette repubbliche russe autoproclamatesi, e raggiungere la Transnistria in cui elementi della XIV Armata ex URSS sono presenti fin dagli anni 90 del secolo scorso. Con ciò si avvalerebbe l'annessione della Crime a quindi il controllo del Mar nero. Un disegno abbastanza chiaro, salvo conoscere che cosa gli Ucraini ne pensano.


  Fonte della Carta: Rivista LIMIS, Rivista Italiana di Geopolitica, n. 2 del 2022. l'Indice della Rivista è suwww.coltrinariatlantegeostrategico.blogspot.con  (cllicare sopra) in data 20 marzo 2022

martedì 8 marzo 2022

Nord Stream e la dipendenza del gas russo

 



Antonio Trogu

 

Il Nord Stream 2 è il più grande gasdotto al mondo, lungo 1230 chilometri è stato costruito parallelamente al Nord Stream 1, un altro gasdotto lungo 1224 chilometri. Ciò vuol dire  un potenziamento della capacità russa di rifornire la regione dell’Europa occidentale di gas naturale ed è stato citato da Putin come la naturale soluzione all’attuale carenza energetica. Il progetto, però, è anche al centro di alcune importanti tensioni politiche in quanto molti politici e osservatori ritengono che la Russia usi le esportazioni di gas naturale come un’arma politica, per espandere la propria influenza e indebolire il blocco politico europeo.

Prima della costruzione dei due gasdotti Nord Stream il gas russo passava via terra, attraverso i territori di Ucraina e Bielorussia. Ora invece, con il completamento di Nord Stream 2, il gas potrà di fatto bypassare i paesi dell’Europa orientale con la possibilità quindi di applicare pressioni politiche specifiche interrompendo le forniture di gas ai singoli paesi dell’est, mantenendo però il conveniente flusso di esportazioni verso l’Europa occidentale. 

La  consegna del gas in europa avviene attraverso un unico sistema di trasporto del gas che collega i giacimenti di gas del Nord della Russia con i paesi limitrofi. Numerosi gasdotti che attraversano il territorio ucraino forniscono gas naturale dalla Russia ai clienti europei ed insieme costituiscono il più grande corridoio di trasporto del gas con una capacità progettuale di oltre 100 miliardi di metri cubi, attraverso il quale il gas russo può essere consegnato ai consumatori in diversi paesi europei.

Per fornire forniture ininterrotte di gas dalla Russia ai paesi del Far Abroad, il 30 dicembre 2019, con la partecipazione diretta di  Gazprom Export LLC , è stato concluso un accordo tra Gazprom PJSC e Naftogas Ukrainy  che fornisce il trasporto di gas naturale attraverso il territorio ucraino fino al 31 dicembre 2024. 

 


Urengoy – Pomary – Uzhgorod, Brotherhood, Progress

Le consegne tramite il gasdotto Brotherhood  sono iniziate nel 1967. Nel 1984, il primo gasdotto transcontinentale al mondo Urengoy – Pomary – Uzhgorod  è stato costruito con una capacità di progettazione di 32 bcma. Nel 1988  fu costruito il gasdotto Progress (Yamburg – confine occidentale dell'URSS) con una capacità di 26 bcma. Sul territorio dell'Ucraina, il suo percorso coincide con il percorso del gasdotto Urengoy – Pomary – Uzhgorod  .
All'interno del corridoio ucraino, questi gasdotti forniscono il transito del gas in direzione della Slovacchia. In Slovacchia, il gasdotto è diviso, uno dei rami va alla Repubblica Ceca, l'altro – all'Austria.

 

 Souyz
    Questo gasdotto, che segue il percorso da Orenburg al confine occidentale dell'URSS, è il risultato dell'accordo di Orenburg. Il gasdotto con una capacità di progetto di 26 bcma è entrato in funzione nel 1980. La Soyuz può trasportare gas verso Slovacchia, Ungheria e Romania. 

 

Percorso di trasporto del gas attraverso la Romania

Il 1986 ha visto l'inizio della costruzione di un gasdotto di transito attraverso il territorio rumeno per fornire gas a Bulgaria, Turchia, Grecia e Macedonia del Nord. Nel 2002 è stata costruita la seconda stringa di questo gasdotto.

 

Nord Stream

Il gasdotto Nord Stream con una capacità di 55 miliardi di metri cubi all'anno consente il trasporto diretto di gas per i clienti dell'Europa occidentale, aggirando gli stati di transito. La pipeline è composta da due stringhe con una capacità di throughput di 27,5 bcma ciascuna. Il suo percorso si trova sotto il Mar Baltico dalla baia di Portovaya vicino alla città di Vyborg, alla costa tedesca vicino a Greifswald, per un'estensione di 1224 km. Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Danimarca e altri stati europei sono i mercati target per le forniture attraverso questo gasdotto.

 

Yamal – Europa

Il gasdotto Yamal – Europa attraversa Russia, Bielorussia e Polonia raggiungendo la Germania. La costruzione del gasdotto è iniziata nel 1994 vicino ai confini tedesco e polacco e le prime sezioni del gasdotto sono state messe in funzione già nel 1996. La parte bielorussa in cui Gazprom è diventata l'unico investitore è stata avviata nel 1997. Dopo la messa in servizio dell'ultimo compressore stazione nel 2006, Yamal – Europa ha raggiunto la sua piena capacità – 33 bcma.

Blue Stream 

Il gasdotto Blue Stream è destinato alle consegne dirette di gas in Turchia, aggirando i paesi di transito. Il gasdotto lungo 1.213 km è costituito da una sezione terrestre e una offshore, che inizia vicino a Izobilnoye nella regione di Stavropol e termina ad Ankara, in Turchia. La costruzione è stata completata nel dicembre 2002 e febbraio 2003 ha segnato l'inizio del primo flusso di gas commerciale. La capacità del progetto del gasdotto è di 16 bcma.

 

Vyborg – Imatra

Il gasdotto di esportazione verso la Finlandia, con una capacità annua di 6 miliardi di metri cubi, fa parte del sistema di trasporto del gas della regione di Leningrado.

 

Tornando al Nord Stream gli USA prima con Trump e poi con Biden lo hanno sempre osteggiato il progetto. Il Nord Stream2, che la Germania ha voluto in questi anni nonostante l'ostilità degli Stati Uniti e dell'Europa orientale, è stato completato lo scorso anno ma richiede ancora un ultimo via libera. Il nuovo governo tedesco ha tuttavia cambiato atteggiamento nei confronti dell'opera rispetto al precedente guidato da Angela Merkel che ha sempre ignorato le richieste di abbandonare il progetto anche se le tensioni con la Russia erano aumentate per le accuse di spionaggio e l'avvelenamento e l'incarcerazione dell'oppositore politico Alexei Navalny.

Ma vi sono nuovi ritardi nella certificazione di Nord Stream 2, la conferma sui lunghi tempi di approvazione del controverso gasdotto russo-tedesco è giunta, il 17 dicembre 2021, dallo stesso regolatore tedesco, Bnezta (Bundesnetzagentur), incaricato di verificare che la società Nord Stream 2 AG si adatti alla normativa tedesca ed europea. Il capo dell’ente, Jochen Homann, ha affermato che l’operatore Nord Stream 2 AG, registrato in Svizzera, ha avviato il processo di costituzione di una filiale in Germania, spiegando, però, che la decisione sul gasdotto non sarà presa prima di giugno 2022. In effetti, dopo il via libera di Berlino, i documenti passeranno all’esame della Commissione Europea. Per iniziare a pompare gas, l’operatore del Nord Stream 2 deve ottenere l’approvazione dal regolatore tedesco Bnezta, il quale sta verificando la conformità del progetto alla direttiva UE sul gas. La certificazione era stata temporaneamente sospesa, il 16 novembre, poiché l’operatore Nord Stream 2 AG, con sede nella città svizzera di Zugo, è stato chiamato a registrare una filiale in Germania e trasferirvi fondi. In risposta, il 17 novembre, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva dichiarato: “La società esercente è pronta a soddisfare tutti i requisiti della normativa vigente per poter avviare quanto prima il progetto”. Pertanto, fino a quando ciò non accadrà, il processo per la certificazione sarà sospeso. 

In particolare la certificazione svolta dall’Authority si è impantanata per una questione legale che prevede che la società Nord Stream 2 AG sia regolata dal diritto della repubblica federale. Al momento la società del gasdotto ha sede in un Paese extra-Ue, la Svizzera e il processo di certificazione potrà riprendere solo dopo che verrà completato il trasferimento di beni essenziali e di risorse umane alla nuova società. Secondo la direttiva Ue sul gas, il funzionamento del gasdotto e la distribuzione del gas devono essere separati in modo sufficiente. Non solo ma se anche dopo l’avvenuto trasferimento dovesse arrivare luce verde dall’agenzia federale tedesca, è comunque prevista una verifica della Commissione europea che potrebbe durare fino a quattro mesi. I tempi per l’entrata in funzione del Nord Stream 2, che secondo la maggior parte degli analisti dovrebbe contribuire a frenare la carenza di gas e ad allentare le tensioni sui prezzi, rischiano seriamente di allungarsi.

Dal punto di vista politico, il Nord Stream 2 aggira l'Ucraina, togliendo al paese circa un miliardo di euro all'anno di introiti da tariffe di transito e, è il timore di Kiev, rimuovendo un ostacolo a una potenziale aggressione russa. L'Ucraina, in conflitto con la Russia dall'annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014, ritiene che il Nord Stream 2 sarà utilizzato dalla Russia per esercitare pressioni politiche.

Dopo un incontro con il vice primo ministro polacco Jacek Sasin a Varsavia il vicecancelliere, ministro dell'Economia e del clima tedesco Robert Habek ha affermato che la situazione geopolitica potrebbe influenzare il lancio del gasdotto Nord Stream 2, la sua certificazione avverrà esclusivamente in conformità con il diritto dell'UE. Verranno effettuati controlli tecnici e legali in conformità con gli standard dell'UE. Nella situazione attuale, la geopolitica non può essere ignorata quando si tratta del funzionamento di questo gasdotto, ha affermato Khabek.

 

Molti analisti non sono d'accordo sui vantaggi economici e ambientali di Nord Stream. Un rapporto del 2018 del think tank tedesco Diw ha affermato che il progetto non era necessario e si basava su previsioni che "sopravvalutano significativamente la domanda di gas naturale in Germania e in Europa".

La ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha lanciato un chiaro avvertimento che il Nord Stream 2 non inizierà a pompare gas se la Russia invaderà l'Ucraina, nonostante la grave crisi energetica che ha fatto salire alle stelle i prezzi del gas in Europa. In caso di aggressione, ha affermato Baerbock, "prepareremo un pacchetto di sanzioni forti", che includono "anche Nord Stream 2".

Secondo molti osservatori l'infrastruttura aumenterà la dipendenza dell'Europa dal gas russo mentre l'Ucraina l'ha definita come un'"arma geopolitica". L'esatto contrario di quello che disse, lo scorso mese di luglio, l'allora Cancelliera Merkel al presidente Usa Joe Biden: "Non sarà usata per scopi politici".

Negli  anni Duemila l’UE ha intensificato le iniziative per rafforzare la propria politica energetica, con l’obiettivo primario di diversificare le fonti di approvvigionamento rispetto al gas proveniente dalla Russia in quanto la preoccupazione principale era che Mosca potesse avere le chiavi della politica europea e che il Cremlino, tramite i rubinetti del gas, potesse influenzare le scelte strategiche dei singoli Paesi. Nel corso degli anni, quindi, lo sviluppo di un Corridoio Meridionale del Gas, indipendente da Mosca, è diventato il principale banco di prova per l’ambiziosa azione di Bruxelles in questo settore e la Commissione europea ha riconosciuto il Corridoio quale “una delle più alte priorità dell’Unione in campo energetico”, sottolineando la necessità di una cooperazione tra la Commissione stessa, gli Stati membri e i Paesi fornitori coinvolti.

Il 21 dicembre dello scorso anno, secondo i dati dell’operatore di trasporto del Paese, Gascade le consegne di gas naturale russo alla Germania, attraverso il gasdotto Yamal-Europe, sono state completamente interrotte. Inoltre sempre secondo i dati dell’operatore di rete tedesco Gascade il  2 gennaio, il gasdotto Yamal-Europe che di solito fornisce gas all’Europa Occidentale, per il 14° giorno consecutivo ha ordinato il transito nella direzione opposta, verso Est, e a partire dal 21 dicembre  il gas è stato trasportato in modalità inversa, mentre i prezzi energetici nel mercato europeo hanno registrato nuovi picchi.

La capacità massima di trasporto del gasdotto Yamal-Europe è di 89 mmc al giorno ma, nella giornata del 20 dicembre, il transito di gas è stato di soli 3,8 milioni di metri cubi di gas, ossia  solo il 4% della capacità totale del gasdotto. A causa di tali sviluppi, la Russia è stata accusata di aver limitato le forniture di gas verso l’Europa con lo scopo di sfruttare la situazione di crisi per ottenere la rapida approvazione dell’UE del controverso gasdotto Nord Stream 2. Inoltre, Gazprom aveva riferito che le forniture verso l’UE si stavano avvicinando a volumi record e aveva giustificato il carente approvvigionamento, che comunque era conforme ai contratti sottoscritti con il blocco, con il fatto di voler dare la precedenza al rifornimento degli impianti di stoccaggio del gas della Federazione.

La Germania, principale economia europea, importa circa il 40% del proprio gas dalla Russia e ritiene che il gasdotto abbia un ruolo nella transizione energetica da carbone e nucleare alle rinnovabili. L'ex cancelliere Gerhard Schroeder è presidente del comitato degli azionisti del Nord Stream.

Oggi, con i prezzi dell'energia in aumento in tutta Europa e la Russia che come appare sta limitando le forniture di gas per esercitare pressioni sull'Occidente, fermare il Nord Stream 2 sembra un rischio per Berlino.

 

 

 

lunedì 28 febbraio 2022

La Bielorussia e l'Unione Europea.

 

     

Articolo La Civilta Cattolica , gennaio 2022, n. 4117  Abstract. 

  Vladimir Pachkov S.L

 La crisi tral'Unione Europea e la Bielorussia è iniziata con le elezioni del 2020, quando Lukashenko, capo dello Stato bielorusso, ha rivendicato per la vittoria, ed è arrivata al culmine quando un aereo Ryanair, con a bordo un giornalista bielorusso dissidente, è stato costretto ad atterrare a Minsk e ilgiornalista è stato arrestato. I:Ue ha poi introdotto sanzioni, alle quali Lukashenko ha risposto

«invitando» migliaia di persone dal Medio Oriente e dall'Africa in Bielorussia, con la promessa di entrare in Europa. Così, per la resistenza di Polonia, Lettonia e Lituania, migliaia di persone sono rimaste bloccate nella «terra di nessuno». Si pone allora domanda per i Paesi democratici: come possono, da un lato, resistere al ricatto e, dall'altro, non tradire i propri princìpi?

 La rivista è reperibile presso la Emeroteca del CESVAM - (info: didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org

giovedì 10 febbraio 2022

Piante San Pietroburgo - Pietrogrado - Leningrado

 



Fonte: LIMES, Rivista Italiana di geopolitica, n 11 del 2021. 


Due Piante della città di Pietro, chiamata San Pietroburog, poi Pietrogrado poi Leningrado e dopo il 1989 di nuovo Pietroburgo o San Pietroburgo. Una città, come scrive citando Dostoevsky Edoardo Boria nella rivista sopra citàta"la città più astratta e premeditata di tutto il globo terreste.

venerdì 28 gennaio 2022

La Russia l'immensita del suo terrirotio e le ferrovie


 Fonte: LIMES, Rivista Italiana di geopolitica, n 11 del 2021. 


 Edoardo Boria segnala questo manifesto nel numero sopra citato di Limes che celebra il sistema ferroviario sovietico spina dorsale indispensabile per un paese dall'enorme estensione del territorio, che è rappresentato sull sfondo. Da "La grande potenza Ferroviaria, poster di propaganda firmato Ganf 1954.

martedì 18 gennaio 2022

LA URSS e le sue periferie.


 Fonte: LIMES, Rivista Italiana di geopolitica, n 11 del 2021. 


Manifesta dell'era sovietica raffigurante Stalin che si rivolge a quelle che una volta erano le periferie dell'impero sovietico pubblicato da Edoardo Boria sulla rivista sopracitata. Un chiaro esempio del tempo che fu per la Russia attuale di Putin che deve oggi difendere non le perfieri mai i confini stessi europei da una Ucraina che una volta era il motore economico ed agrario della URSS ed oggi territorio che guarda ad ovest. e rappresenta un nemico poteziale della Russia

domenica 9 gennaio 2022

UCRAINA e la sicurezza dei confini

 

La Carta mostra i vari confini della Ucraina dal 1922 al 1954 con vari colori. Interessante la indicazione del confine etnolinguistico ucraino che va ben al di la del confine politico con la Federazione Russa. La Crime è sta annessa alla URSS  nel 2014. 


Fonte LIMES, Rivista Italian di Geopolitica. novembre 2021

lunedì 27 dicembre 2021

domenica 19 dicembre 2021

I Nuovi Muri in Europa.


La Carta mostra i nuovi muri sori in Europa. Il primo sul confine tra la Slovenia- Ungheria e la Croazia, per inpedire un flusso immigratorio dai Balcani verso il centro europa. Non per altro l'Ungheria ha una deriva sovranista di un certo rilievo e una politica di totale chiusura in gran parte antieruopesita 

L'altro la Lettonia e Lituani con la Biolorussia, che rappresenta l'espressione dell'azione di difesa della Biolorussia che avendo grossi problemi interni  scarica sulla questione immigrazione molta della attenzione.


 Fonte. LImes, Rivista Italiana di Geopolitica,  Novembre 2021

venerdì 10 dicembre 2021

La visione di Mosca della Russia in prospettiva


 Fonte. LIMES, Rivista Italiana di Geopolitica, Ottobre 2021

martedì 30 novembre 2021

LIMES Rivista Italiana di Geopolitica Novembre 2021

 




quel molto che resta della Unione Sovietrica. Continuità e cesure tra zar, Stalin e Putin. IL senso di Mosca per le zone di influenza



sabato 20 novembre 2021

Europa: chi la fa l'aspetti. Polonia l'immigrazione dall'indifferenza agli allarmismi ingiustificati

 

TRuppe polacche a difesa dei confini con la Bielorussia


Dopo aver ignorato per decenni il problema della emigrazione proveniente da sud, lasciando praticamente sole l'Italia e la Spagna, oggi con il proble a della pressione demografica proveniente dalla Bielorussia, i Paesi di Visegrad, che in gran parte sono molto distanti dallo spirito europeo di comunità e unione pensando solo che l'Europa sia una fonte da cui attingere risorse per i loro atavici problemi economico oggi invocano l'UE, la Nato e quant'altro per affrontare una situazione che potrebbero benissimo risolvere da soli. Polonia in testa, e Lituania e Lettonia, che mostrano quanto sia ancora presente il retaggio di oltre 70 anni di denominazione comunista, non hanno alcuna capacità di iniziativa ed invocano solo aiuti esterni.

 Ovviamente la pressione migratoria sull'Europa deve essere considierata nella sua globalità. Mentre la Polonia è in grado di fronteggiare la questione, L'Italia è al collasso, persistendo la totale inefficacia delle politiche elabirate a Bruxelkle. in cui i Polacchi e gli altri paesi non interessati hanno sempre disatteso.

mercoledì 10 novembre 2021

L'Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

 


L'Atlante è Presente nella Biblioteca del CESVAM (www.istitutodelnastroazzurro.org)

Info: www.atlanteguerra.it

domenica 31 ottobre 2021

Blog Geografici La articolazione dei Blog geografici in funzone di aggiornamento della offerta formatica

 

La necessita di aggiornane con costanza queste sinossi ha consigliato di collegare questa sinossi ai Blog Geografici attivati nel 2008 come complemento delle Lezioni che si tenevano e si tengono alla Cattedra di Geografia Politica ed Economica del Dipartimento di Scienze Politiche della Università La Sapienza.

Sono completamente staccati da  ogni materiale didattico indicato nelle lezioni, ma rappresentano un ulteriore offerta  di approfondimento

Basati esclusivamente sulla Carta, ovvero sulla rappresentazione iconografica, portano poche righe di commento come vuole l’esigenza dell’utilizzo dei post. Il nome del Docente è stato inserito in quanto il sistema Google non avrebbe accettato altre parole, che erano risultate troppo generiche; la parola Atlante sta a significare che il blog è un complemento dell’Atlante Geografico, strumento essenziale per la comprensione di fenomeni globali come il Terrorismo seguito dal continente di riferimento.

Il Blog base è stato denominato “geostrategico in quanto l’impostazione data fa riferimento, per il Presente insegnamento al Modulo 4, in cui si delinea la strategia del debole verso al forte. Questo è un blog appositamente dedicato.

 La cadenza dei post è decadale, anche se in caso di utilità ulteriore questa cadenza può essere accorciata. Nella Home Page, Pagina principale vengono esposti in media dai 10 ai 20 post; un fondo, per andare ai precedenti, cliccare sul pulsante “post più vecchi”. Dal 2008 ad oggi sono stati pubblicati oltre 400 post. Vi è materiale in abbondanza per approfondimenti e indicazioni, soprattutto per quanto la elaborazione della Tesi finale.

Esiste anche la casella “Commenti”. Chi vuole ulteriori chiarimenti basta utilizzare, per ogni singolo post, questa possibilità. Ogni Continente ha il suo blog. Invece per il continente americano che in questo insegnamento ha due lezioni, il Blog è unico.

Sono già stati indicati nelle lezioni precedenti seguenti blog che danno un quadro generale delle indicazioni preposte, ovvero formano un Atlante Iconografico mirato, offerta ulteriore all’insegnamento preposto.

 

 

www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com

www.coltrinariatlanteafrica.blogspot.com

www.coltrinariatlantemediooriente.blogspot.com

www.coltrinariatlanteasia.blogspot.com

www.coltrinariatlanteeuropa.blogspot.com

www.coltrinariatlanteitalia.blogspot.com

www.coltrinariatlantegeostrategico.blogspot.com

www.coltrinariatlanteterrepolari.blogspot.com

www.coltrinariatlanteoceania.blogspot.com

Per un coordinamento generale il blog di riferimento è:

www.studentiecultori.blogspot.com

 

 

 


martedì 19 ottobre 2021

Terrorismo. Europa La cellula Tagika in Germania.

 


 


Nella Relazione al Parlamento dei nostri Servizi per il 2020 si rileva  una infiltrazione in Europa ed in particlar ein germania di elelenmti terroristici di origine centro asiatica, attraberso i Balcani.

 Mella relazione si legge:

"Sul  piano   fenomenico,     l’operazione     Takim, che  ha portato,       il    15 aprile,  all’arresto  di   5 tagiki richiedenti  asilo,    ha  fornito alcune significative      conferme    alle      evidenze     raccolte nel      tempo       dall’Intelligence. Per      quanto  riguarda gli arrestati,       i      5     soggetti,      inizialmente intenzionati     a       recarsi  in    Tajikistan    per unirsi alla    locale       militanza     filo-DAESH, avrebbero   in seguito    deciso,       sotto     la    direzione     da   remoto di due   handlers       dell’organizzazione, basati   in Siria  e     in       Afghanistan,      di    re-indirizzare     i loro     progetti sul       territorio     tedesco. L’ampiezza  dei      collegamenti    emersa dalle    indagini sembra      profilare     l’esistenza  in    Europa di connessioni  interetniche      in   supporto    a DAESH  e estimonia, nel contempo, la   mobilità     dei

militanti      e    la   transnazionalità      dei loro legami.      Accanto       alla      tradizionale      tendenza  aggregativa degli     estremisti   balcanici,    caucasici  e centroasiatici,  che ha  favorito la   creazione  di     reti       basate su   legami  familiari,    amicali e  clanici,    si   sono     registrati,    più di   recente,  segnali     che       attestano   il     coinvolgimento in pianificazioni       terroristiche     di   estremisti centroasiatici       basati  nei Balcani.      Tali convergenze      sarebbero  favorite      dalla presenza  di   tratti     condivisi:    forte    senso   di  appartenenza     al       gruppo, background      criminale     e propensione   alla       costituzione       di    network altamente fidelizzati,       nonché esperienze  operative acquisite in    conflitti       etnico-nazionalisti   e/o nella militanza  nelle     file di       al    Qaida    e/o DAESH."


Fonte. www.sicurezza nazionale.gov.it. Relazione al parlamento 2020.

Il post potrebbe essere una traccia per una tesi di Laurea sul terrorismo  incentrando l'articolazione sull'elelento centroasiatico che arriva in Europa non attraverso la URSS ma i Balcani, che notoriamente sono oggetto di penetrazione del mondo islamico  verso l'Europa.


sabato 9 ottobre 2021

Terrorismo irlandese. L'infinito scontro nell'Ulterster

 Trent'anni di guerra civile, 2.200 morti: ecco le tappe dell'infinito conflitto nell'Ulster. 


- 1967-69: nasce il "Movimento per i diritti civili", della minoranza cattolica dell'Ulster contro le discriminazioni del governo protestante. Iniziano i disordini a Londonderry. Nel 1969, in luglio, viene ucciso il primo cattolico, in agosto interviene l'esercito britannico. 
- 1970-71: l'Ira riprende le armi. Le milizie protestanti cominciano una campagna d'attentati anticattolici. 
- 1972: 30 gennaio; "Domenica di sangue" a Londonderry, 14 cattolici uccisi dalle truppe inglesi. In marzo viene sciolto il parlamento di Stormont di fronte all'ondata di attentati (474 morti durante l'anno). L'Irlanda del Nord passa sotto il diretto governo inglese. 
- 1973-74: primo tentativo di negoziato fra protestanti e cattolici (accordo di Sunningdale), abbandonato dopo uno sciopero generale dei protestanti. 
- 1975: cessate il fuoco di due mesi dell'Ira. E' abolita la carcerazione senza processo. 
- 1979: 27 agosto; una bomba uccide Lord Mountbatten, cugino della regina Elisabetta e ultimo vicerè dell'India. Il comandante del contingente inglese in Irlanda del Nord riconosce che l'Ira non "potrà mai essere sconfitta militarmente".
- 1981: 5 maggio; Bobby Sands, membro dell'Ira detenuto nel carcere di Maze, eletto in aprile al parlamento di Westminster, muore dopo più di due mesi di sciopero della fame. Nei mesi successivi moriranno altri nove detenuti. 
- 1985: accordo anglo-irlandese per incontri regolari sull' Ulster. 
- 1991: negoziati sull'Ulster, che riuniscono per la prima volta i partiti unionisti e il governo irlandese. 
- 1993: 15 dicembre; storica intesa sul futuro politico dell' Ulster tra John Major e il premier irlandese Albert Reynolds. 
- 1994: 31 agosto; l' Ira proclama un cessate il fuoco permanente, seguita in ottobre dalle milizie protestanti. 
- 1996: 9 febbraio; l'Ira rompe la tregua. A Londra una bomba provoca due morti e centinaia di feriti. 
- 1997: aprile; una campagna di attentati annunciati contro strade, ferrovie e aeroporti paralizza i trasporti britannici in pieno periodo elettorale. 18 luglio; appello del Sinn Feinn all'Ira per la proclamazione di un nuovo cessate il fuoco; 14 settembre; i negoziati riprendono, partecipa anche il Sinn Fein. 
- 1998: 17 marzo; in occasione della festa di San Patrizio Bill Clinton riceve alla Casa Bianca le parti irlandesi coinvolte nel negoziato. Londra e Dublino fissano il 9 aprile come data finale per l' accordo.

(Fonte www.repubblica.it)